“terra come terra”: il 5 novembre alla fondazione baruchello

Fondazione Baruchello presenta:

Terra come Terra

Primo capitolo di un progetto in divenire

A cura di
Carla Subrizi e Marcella Muraca

Inaugurazione 5 novembre 2025

Tavola rotonda ore 18:00 – 21:00
Via del Vascello 35, Roma

La “terra di nessuno” non è una patria, non appartiene a nessuno e nessuno le appartiene. […] Nel suo nome è insito il rifiuto della condizione di proprietà e questo ne fa l’emblema dell’inesplorato e del fallito tentativo di esplorazione.

(Gianfranco Baruchello, 2000)

La Fondazione Baruchello è lieta di invitarvi all’inaugurazione di “Terra come Terra”, mercoledì 5 novembre 2025 dalle ore 18:00 in Via del Vascello 35, un progetto di ricerca e sperimentazione artistica annuale in più capitoli dedicato al tema della “terra” considerata come materia e madre, suolo e sottosuolo, confine, lavoro e trasformazione, ma anche come spazio politico, culturale e simbolico.

Le attività di ricerca, guidate da un guppo di lavoro multidisciplinare, prendono avvio con l’installazione di sette opere filmiche di Gianfranco Baruchello negli spazi della Fondazione (Via del Vascello), tra cui Il grado zero del paesaggio (1963), The sea of tranquillity (2006), Le lieu (2010) e proseguiranno con il coinvolgimento di artisti, curatori, scrittori, filosofi in mostre, incontri, seminari, produzione di oggetti, laboratori, restituiti in un “diario” che ne documenterà il processo, fino alla redazione di un “Manifesto” collettivo.

Durante l’evento inaugurale, una tavola rotonda con Daniela Angelucci, Lucrezia Calabrò Visconti, Alessia Calzecchi, Anna Cestelli Guidi, Felice Cimatti, Silvia Cini, Mattia Cucurullo, Ottavia Galloni, Caterina Iaquinta, Rogelio Lopez Cuenca, Maite Méndez Baiges, Karla Peralta Malaga, Irene Quarantini e altri, offrirà un primo momento di confronto attorno ai temi del progetto, in dialogo con le opere e con l’eredità di Baruchello, che ha a lungo lavorato sul tema della “terra” in relazione all’acqua, al lavoro, alla terra come sostanza, alla stratificazione come misura, alla coltivazione e alla cura.

Una Project Room sarà lasciata disponibile a interventi brevi o più lunghi di artiste e artisti, di scrittrici e scrittori, di filosofi, filmmaker, in dialogo con le questioni che si andranno sviluppando.

Nella sede di Via di Santa Cornelia la Biblioteca e gli archivi saranno il contesto e la fonte per gli ulteriori capitoli del progetto.

Terra come Terra (Earth as Earth)
First chapter of an ongoing project

#AlessiaCalzecchi #AnnaCestelliGuidi #art #arte #CarlaSubrizi #CaterinaIaquinta #DanielaAngelucci #FeliceCimatti #FondazioneBaruchello #GianfrancoBaruchello #IreneQuarantini #KarlaPeraltaMalaga #LucreziaCalabròVisconti #MaiteMéndezBaiges #MarcellaMuraca #MattiaCucurullo #OttaviaGalloni #ProjectRoom #RogelioLópezCuenca #SilviaCini #TerraComeTerra

oggi, 21 ottobre, venti anni fa, iniziava l’edizione 2005 di romapoesia

Nel 2005 un evento, Poesia ultima / L’esperienza-divenire delle arti, organizzato da RomaPoesia (Luigi Cinque e Nanni Balestrini) e in parte curato da me, univa – in una serie di giornate e incontri principalmente all’Auditorium e presso la Fondazione Baruchello – autori molto diversi tra loro, poeti, artisti, musicisti, performer, e videomaker, in un tentativo di dare un quadro di alcune linee di ricerca (o non di ricerca) contemporanee.

Il sottotitolo diceva, anche: “generazione ’68-’78”.

Qui il programma completo: https://slowforward.net/2006/08/12/ottobre-2005-poesia-ultima/

E qui una – direi tutt’ora attuale – scheda di descrizione e dichiarazione di intenti, non firmata ma mia: https://slowforward.net/2006/08/12/ottobre-2005-scheda/
(leggibile anche qui, o su archive.org, e su Academia)

(N.b.: Entrambi i post sono stati importati su WordPress nel 2006, essendo usciti in origine su slow-forward.splinder.com e in varie altre sedi ‘ufficiali’ della manifestazione).

Come è ovvio, la cosa nel suo complesso fu da alcuni versanti fortemente e pressoché ciecamente osteggiata (soprattutto da parte del sottobosco poetico, che infatti – in virtù della sua ostilità alla sperimentazione – sarebbe stato debitamente ascensorizzato nell’arco del quindicennio successivo). Stessi oppositori e stessa veemenza disordinata avrebbero accolto prima gammm alla sua nascita a fine giugno 2006 e poi Prosa in prosa nel 2009. (Tutto è registrato e fortunatamente immortalato da memorabili thread di commenti su vari blog, soprattutto Nazione indiana e Absolute poetry: chi vuole può divertirsi a compulsare).

Qui di séguito ripropongo una parte credo significativa della scheda descrittiva (cfr. il secondo link sopra riportato), con elementi, suggestioni e interrogativi che periodicamente riemergono nel sempiterno dibattito italiano sulla poesia, che specie da un decennio a questa parte sembra ogni volta ripartire beato e beota da zero senza interrogarsi su quello che l’ha preceduto, pur essendoci infiniti stimoli proprio nel passato recente e meno recente (ma studiabile, rintracciabile, si pensi solo ad alfabeta2, EX.IT – Materiali fuori contesto, Poeti degli anni zero, o appunto a Prosa in prosa, gammm, RomaPoesia, RicercaBO, e poi a Parola plurale, slowforward, La camera verde, Biagio Cepollaro E-dizioni, Ákusma, “Baldus”, Poesia italiana della contraddizione, MilanoPoesia, “Altri termini” eccetera).

(In realtà il problema è duplice: da una parte c’è la sostanziale e a volte intenzionale mancanza di riferimenti e conoscenza da parte dei giovani poeti, dall’altra la loro indisponibilità a riconoscere che le questioni che dibattono e in cui si dibattono sono state già affrontate, ma da autori della ricerca letteraria, quindi da gente e strutture e testi di cui – per via della medesima ignoranza – non vogliono avere contezza. Anche perché dialogare con la ricerca letteraria vuol dire ipso facto inimicarsi a sangue e per sempre i federali e i capibastone del mainstream).

Ecco un estratto dalla scheda, appunto:

Le questioni e gli interrogativi che la poesia rivolge a sé e al contesto sociale (e che quest’ultimo riformula in ulteriori domande) possono riguardare:

   – la situazione della scrittura di ricerca, nella sua interazione con altre arti, lingue e culture;

   – i rapporti complessi di legame/indipendenza che la poesia (di ricerca e non) intrattiene oggi con i propri ‘padri’, con i molti valori stilistici portati dal Novecento;

   – la dicibilità del mondo come resistenza di una poesia civile, e dell’io ‘lirico’ affermato o negato in questa

   – l’occorrenza di motivi costanti (il corpo in immagine distante, la vita degli oggetti) in libri e autori nati negli anni Sessanta e Settanta: che configurano una sorta di scrittura insieme antirealistica e fredda.

Questi nuclei, individuati ‘scansionando’ per letture parallele siti e sedi e libri recenti di poesia, sono ripartiti nelle due giornate di incontro a Roma, 21-22 ottobre 2005, in modo tale che alcuni degli autori più significativi appartenenti alle generazioni dei nati nel decennio 1968-1978 si trovino a conversare e dibattere tra loro, e soprattutto a porre in parallelo il discorso critico e la lettura, teoria e voce. È la sfida e l’ipotesi in gioco. Ogni nucleo tematico raggruppa autori che intervengono sull’argomento e portano testi (propri e altrui) a sostegno di quanto affermano. I testi – non polemiche e poetiche pre/testuali – sono al centro delle argomentazioni. O anche: i testi narrano se stessi, senza argomentazioni affatto.

Volume con materiali, testi e documentazione del lavoro svolto nel 2005 da artisti e poeti @ RomaPoesia e Fondazione Baruchello (ulteriori dati: https://slowforward.net/2006/10/31/esperienza-divenire/)

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ottobre 2005 / Poesia ultima

domenica, 16 ottobre 2005   [link]                        RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005 a cura di Luigi Cinque e Nanni Balestrini  –  www.romapoesia.it       21-22 o…

slowforward

domani, 20 ottobre, a roma, galleria erica ravenna: performance “tra me e te l’alfabeto inesistente”

TRA ME E TE L’ALFABETO INESISTENTE
Una performance a più voci

Mocellin/Pellegrini, Michele Pardo Pauli, il NEG di Vincenzo Agnetti
 @ Galleria Erica Ravenna, via della Reginella 3, Roma

Lunedì 20 ottobre alle ore 18:30 il terzo evento parte del ciclo di incontri dedicati all’arte relazionale, nell’ambito della mostra in corso: Tutta l’arte è relazionale: ? | Vincenzo Agnetti, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Céline Condorelli, Mike Kelley & Paul McCarthy, Mocellin Pellegrini, Rirkrit Tiravanija.  
Dopo la performance interverranno gli artisti, Germana Agnetti, Gianlorenzo Chiaraluce e il pubblico 
 

Ottonella Mocellin (Milano, 1966) e Nicola Pellegrini (Milano, 1962) sono un duo artistico italiano attivo dal 1993, con base a Berlino. La loro pratica artistica, di natura multidisciplinare, comprende installazioni, fotografia, video, performance e scrittura, ed è guidata da un interesse profondo per le relazioni umane, i processi identitari, la memoria collettiva e le dinamiche del linguaggio e del potere. Il loro lavoro assume spesso una forma narrativa ed è fortemente legato all’esperienza personale, intrecciando autobiografia e riflessione sociale in un costante dialogo tra individuo e collettività.
Dopo aver studiato entrambi alla Chelsea School of Art e alla Architectural Association School of Architecture di Londra, hanno avviato una collaborazione artistica che li ha portati a esporre in importanti istituzioni in Italia e all’estero. Tra le tappe fondamentali del loro percorso vi è la partecipazione al PS1 International Studio Program del MoMA di New York nel 2001–2002, dove hanno rappresentato l’Italia in uno dei contesti internazionali più rilevanti della scena contemporanea. Tra le numerose sedi espositive che hanno accolto i loro lavori figurano XIV Quadriennale di RomaManifesta 12 a Palermo, dove hanno presentato il progetto “Blind Walk”, la Biennale di Valencia, il MUAR di MoscaMambo Bologna, la Triennale di Milano. 
Tra i lavori più significativi del duo si annovera The Wall Between Us (2020), vincitore dell’ottava edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero della Cultura, in cui riflettono sulle eredità della Guerra Fredda, sull’identità diasporica e sulla nozione di confine, attraverso il coinvolgimento della comunità vietnamita di Berlino. L’opera, composta da un video e da una barca a vela utilizzata come dispositivo narrativo e simbolico, è stata presentata per la prima volta al Museo MA*GA di Gallarate nel 2021. Un altro lavoro emblematico è Non si corre nei chiostri (2005), una fotografia con installazione sonora in cui gli artisti impersonano due amanti travestiti da suora e prete, che corrono sotto le arcate del Broletto di Gallarate, ponendo una riflessione sull’amore, la libertà e i codici imposti dalla società.
Negli ultimi anni, Mocellin/Pellegrini hanno continuato a produrre lavori che dialogano con le urgenze del presente. Nel 2023 sono stati selezionati per rappresentare l’Italia nel progetto Artists’ Film International #15, promosso dalla GAMeC di Bergamo, con il video Alphabet, centrato sui temi della diaspora e della costruzione dell’identità attraverso il linguaggio. Nell’aprile 2024, nell’ambito della Milan Art Week, hanno presentato presso l’Archivio Vincenzo Agnetti di Milano l’installazione Tra me e l’alfabeto inesistente, un’opera che mette in relazione la voce, la pittura e la scrittura simbolica.

Tra le altre esposizioni collettive e personali, e iniziative culturali si segnalano: Videorom, a cura di Cristiana Perella, Biennale di Valencia, Valencia (2001); QUI. New release, a cura di Synapser, GAMEC, Bergamo (2004); Video Village, a cura di I. Galli, M. Turco, Triennale di Milano, Milano (2004); XIV Quadriennale di Roma, sez. a cura di Giorgio Verzotti e Giacinto Di Pietrantonio, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, (2005); La parola nell’arte, a cura di Gabriella Belli, Achille Bonito Oliva, Giorgio Zanchetti e altri, MART, Rovereto (2007); An incongruous beam of beauty over the gaza strip, a cura di Lovett/Codagnone, Participant Inc, New York (2009); forse potremmo anche fare una mappa per perdersi, installazione pubblica, Twister, Lissone, Italy (2009); Love  Letters: ampliamento e allestimento della nuova collezione del MACRO, a cura di Luca Massimo Barbero, MACRO, Roma (2009); Messico famigliare, a cura di Francesca Pasini, Fondazione Merz, Torino (2010); Da zero a cento, le nuove età della vita, a cura di Cristiana Perrella, progetto di Fondazione Golinelli, Triennale di Milano, Milano (2012); Autoritratti, a cura di Uliana Zanetti , MAMbo, Bologna (2013); Embodied Resilience, a cura di Nico Lippolis e Eleonora Farina, Ambasciata d’Italia, Berlino (2015); The planetary Garden. Cultivating Coexistence, Eventi Collaterali, Manifesta 12, Palermo (2018); The wall Between Us, (Be)Longing, Repair and Its Politics Of Affects, a cura di Elena Agudio, MA*GA, Gallarate (2021); Artists Film International #15, a cura di Sara Fumagalli, GAMeC, Bergamo (2023) Tra me e te l’alfabeto inesistente,  Archivio Vincenzo Agnetti, Milano (2024)

Michele Pauli, in arte Pardo (Milano, 1965)  è un chitarrista e produttore discografico italiano. È fra i membri fondatori di Casino Royale e del progetto drum and bass Royalize. Ha collaborato con musicisti e produttori come Howie B, Tim Holmes di Death in Vegas, Ben Young, Mickey Dread. Attualmente dirige OOH-sounds, etichetta indipendente che pubblica musica elettronica e sperimentale.

NEG (1970) costruito in collaborazione con la nota azienda di elettronica Brionvega su brevetto di Vincenzo Agnetti.  E’ un pausometro: un giradischi manipolato in modo da poter ascoltare i microintervalli fra suono e suono. Il Neg virtualizza quindi il negativo di un discorso o di un brano musicale, dando quindi voce al silenzio

#15 #AlighieroBoetti #CélineCondorelli #EricaRavenna #GalleriaEricaRavenna #GermanaAgnetti #GianfrancoBaruchello #GianlorenzoChiaraluce #MichelePardoPauli #MichelePauli #MikeKelleyPaulMcCarthy #MocellinPellegrini #NEG #NicolaPellegrini #OttonellaMocellin #Pardo #RirkritTiravanija #TomasoBinga #TuttaLArteèRelazionale_ #VincenzoAgnetti

fondazione baruchello: “terra”, 2025-2026

La Fondazione Baruchello, insieme alla presidente Carla Subrizi, ha festeggiato l’anniversario della nascita di Gianfranco Baruchello (Livorno, 29 agosto 1924 – Roma, 14 gennaio 2023).
Siamo lieti di annunciare in quest’occasione che la programmazione della stagione 2025–2026 sarà dedicata al tema della “terra” attraverso un percorso annuale di ricerca, studio, sperimentazione artistica e mostre. La “terra” è considerata come terreno, materia e madre, coltivazione e cultura, elemento, fango, suolo e sottosuolo, stratificazione, habitat sociale e politico, lavoro e trasformazione, paesaggio, territorio, confine e attraversamento, scoperta, spazio, topos e utopia, spazio del possibile, terra di nessuno.
A inaugurare le attività espositive e di ricerca sarà la proiezione di quattro film di Gianfranco Baruchello, venerdì 3 ottobre 2025 dalle ore 18:00 in Via del Vascello 35: Il grado zero del paesaggio (1963), Ballade (1996), Le lieu (2010), Simulacrum (2011). Il ciclo di proiezioni si concluderà alla fine di dicembre.

Gianfranco Baruchello, “Mud Sling Equipment”, 2017 (detail), Fondazione Baruchello

Fondazione Baruchello, together with its president Carla Subrizi, celebrated the anniversary of the birth of Gianfranco Baruchello (Livorno, 29 August 1924 – Rome, 14 January 2023).
We are pleased to announce on this occasion that the 2025–2026 season will be dedicated to the “earth” theme through a year-long program of study, research, artistic experimentation and exhibitions. “Earth” will be considered as land, matter and mother, cultivation and culture, element, mud, soil and subsoil, stratification, social and political habitat, work and transformation, landscape, territory, border and crossing, discovery, space, topos and utopia, possibility’s space, no man’s land.
Inaugurating the exhibition and research activities will be the screening of four films by Gianfranco Baruchello on Friday, October 3, 2025 from 6 p.m. at Via del Vascello 35: Il grado zero del paesaggio (1963), Ballade (1996), Le lieu (2010), Simulacrum (2011. The screening cycle will conclude at the end of December.

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Homepage - Fondazione Baruchello

Fondazione Baruchello

da oggi, 10 giugno: “tutta l’arte è relazionale:?” @ galleria erica ravenna (roma)

TUTTA L’ARTE È RELAZIONALE : ?
10 giugno – 31 ottobre 2025

Con una mostra collettiva inedita la Galleria Erica Ravenna – prendendo spunto dal saggio di Nicolas Bourriaud L’estetica relazionale (1998) – pone la questione dell’opera d’arte non come semplice oggetto, ma come risultato di un incontro dinamico tra artista e spettatore.

“Consideriamo innanzi tutto due fattori importanti, ossia i due poli di ogni creazione di ordine artistico: da un lato l’artista, dall’altro lo spettatore che, con il tempo, diviene la posterità.” (Marcel Duchamp).

Se l’artista avvia il processo creativo, spesso in solitudine, è l’interpretazione e il coinvolgimento di chi guarda a dare piena esistenza all’opera. Gli “artisti relazionali” sviluppano il teorema di Duchamp, esplorando diverse modalità di coinvolgimento e collaborazione del pubblico, invitando altri nel proprio processo creativo, rinunciando a parte del controllo, abbracciando il caso e fidandosi dello spettatore-trasformato-in-partecipante, trasformando infine l’opera d’arte in un dialogo bidirezionale in cui il significato è co-creato e l’esperienza è condivisa. L’estetica relazionale di Nicolas Bourriaud va oltre una semplice teoria dell’arte e diventa una filosofia della forma. La “forma” non è solo un aspetto visivo, ma una struttura coerente che emerge da uno scambio di elementi e configura l’esistenza, evidenziando l’importanza vitale dell’interazione umana e delle relazioni sociali.

Tutta L’ Arte è Relazionale: ? riunisce tre generazioni di artisti – Vincenzo Agnetti, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Céline Condorelli, Mike Kelley & Paul McCarthy, Mocellin & Pellegrini, Rirkrit Tiravanija – e propone una esplorazione del concetto e della sua evoluzione nel nostro tempo: un’era definita dal post-isolamento, dalla post-relazionalità, dalla post-produzione e dalla presenza incombente dell’intelligenza artificiale, dove la realtà è perpetuamente mediata dalla tecnologia e l’isolamento ha solo intensificato il nostro desiderio di connessioni autentiche ed esperienze condivise che trascendano lo schermo. L’estetica relazionale, con la sua enfasi sull’interazione umana e sul significato co-creato, risuona con una forza sempre maggiore. L’artista diventa un facilitatore, un catalizzatore di relazioni, un “produttore” di esperienze, o, come Vincenzo Agnetti lo ha definito, un “operatore culturale”, un cerimoniere di incontri veritieri.

Nel corso del suo svolgimento, la mostra comprenderà una serie di incontri, conversazioni e performances a cui, tra gli altri parteciperanno: Céline CondorelliMocellin PellegriniGermana Agnetti, Andrea Cortellessa, Ilaria Gianni, Colin Ledoux, Tara Londi, Carla Subrizi, Saverio Verini e Giordano Boetti Editions. 
Siamo inoltre felici di annunciare l’intervento di Nicolas Bourriaud in occasione del finissage della mostra.

#AlighieroBoetti #art #arte #arteRelazionale #CélineCondorelli #GalleriaEricaRavenna #GianfrancoBaruchello #MikeKelleyPaulMcCarthy #MocellinPellegrini #NicolasBourriaud #RirkritTiravanija #TomasoBinga #VincenzoAgnetti

dal 10 giugno: “tutta l’arte è relazionale:?” @ galleria erica ravenna (roma)

TUTTA L’ARTE È RELAZIONALE : ?
10 giugno – 31 ottobre 2025

Con una mostra collettiva inedita la Galleria Erica Ravenna – prendendo spunto dal saggio di Nicolas Bourriaud L’estetica relazionale (1998) – pone la questione dell’opera d’arte non come semplice oggetto, ma come risultato di un incontro dinamico tra artista e spettatore.

“Consideriamo innanzi tutto due fattori importanti, ossia i due poli di ogni creazione di ordine artistico: da un lato l’artista, dall’altro lo spettatore che, con il tempo, diviene la posterità.” (Marcel Duchamp).

Se l’artista avvia il processo creativo, spesso in solitudine, è l’interpretazione e il coinvolgimento di chi guarda a dare piena esistenza all’opera. Gli “artisti relazionali” sviluppano il teorema di Duchamp, esplorando diverse modalità di coinvolgimento e collaborazione del pubblico, invitando altri nel proprio processo creativo, rinunciando a parte del controllo, abbracciando il caso e fidandosi dello spettatore-trasformato-in-partecipante, trasformando infine l’opera d’arte in un dialogo bidirezionale in cui il significato è co-creato e l’esperienza è condivisa. L’estetica relazionale di Nicolas Bourriaud va oltre una semplice teoria dell’arte e diventa una filosofia della forma. La “forma” non è solo un aspetto visivo, ma una struttura coerente che emerge da uno scambio di elementi e configura l’esistenza, evidenziando l’importanza vitale dell’interazione umana e delle relazioni sociali.

Tutta L’ Arte è Relazionale: ? riunisce tre generazioni di artisti – Vincenzo Agnetti, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Céline Condorelli, Mike Kelley & Paul McCarthy, Mocellin & Pellegrini, Rirkrit Tiravanija – e propone una esplorazione del concetto e della sua evoluzione nel nostro tempo: un’era definita dal post-isolamento, dalla post-relazionalità, dalla post-produzione e dalla presenza incombente dell’intelligenza artificiale, dove la realtà è perpetuamente mediata dalla tecnologia e l’isolamento ha solo intensificato il nostro desiderio di connessioni autentiche ed esperienze condivise che trascendano lo schermo. L’estetica relazionale, con la sua enfasi sull’interazione umana e sul significato co-creato, risuona con una forza sempre maggiore. L’artista diventa un facilitatore, un catalizzatore di relazioni, un “produttore” di esperienze, o, come Vincenzo Agnetti lo ha definito, un “operatore culturale”, un cerimoniere di incontri veritieri.

Nel corso del suo svolgimento, la mostra comprenderà una serie di incontri, conversazioni e performances a cui, tra gli altri parteciperanno: Céline CondorelliMocellin PellegriniGermana Agnetti, Andrea Cortellessa, Ilaria Gianni, Colin Ledoux, Tara Londi, Carla Subrizi, Saverio Verini e Giordano Boetti Editions. 
Siamo inoltre felici di annunciare l’intervento di Nicolas Bourriaud in occasione del finissage della mostra.

#AlighieroBoetti #art #arte #arteRelazionale #CélineCondorelli #GalleriaEricaRavenna #GianfrancoBaruchello #MikeKelleyPaulMcCarthy #MocellinPellegrini #NicolasBourriaud #RirkritTiravanija #TomasoBinga #VincenzoAgnetti

descrizione del premio nazionale di poesia elio pagliarani, e della giornata del 25 maggio 2025

Il premio Nazionale Elio Pagliarani è una delle principali attività dell’Associazione Elio Pagliarani, attiva dal 2015 con importanti iniziative di diffusione culturale e di catalogazione archivistica e bibliotecaria. La biblioteca Elio Pagliarani è inserita nel Polo SBN degli Istituti culturali romani e l’archivio è stato oggetto di notifica per la sua importanza storico-culturale.

Il Premio intitolato a Elio Pagliarani, importante poeta del secondo Novecento nato a Viserba di Rimini, intende promuovere la ricerca poetica riconoscendo il merito di poeti affermati, di poeti esordienti e di poeti che sperimentano nuove strade nella fusione dei linguaggi e nell’innovazione.

La decima edizione 2025 si compone di quattro sezioni: «Raccolta di poesia inedita», «Raccolta di poesia edita», «Premio alla carriera» . «Traduzioni». L’opera del vincitore della sezione «Poesia inedita» sarà pubblicata dall’editrice Zona. Il vincitore della sezione «Poesia edita» riceverà un premio del valore economico lordo di 2000 (duemila) euro. Il vincitore del premio alla carriera entrerà a far parte della giuria come presidente onorario della successiva edizione.

Come nello scorso anno, insieme alla cerimonia di premiazione, nella giornata del 25 maggio 2025 si terranno al Palazzo delle Esposizioni  i due convegni su Pagliarani bibliofilo e sulla biblioteca Elio Pagliarani e – nel primo pomeriggio, con il coordinamento di Andrea Cortellessa – sui dieci anni del Premio con interventi dei poeti premiati, dei responsabili di altri importanti premi di poesia nazionali. Si riporta di seguito il programma della giornata:

Ore 10 – 13
Elio Pagliarani bibliofilo e la Biblioteca Elio Pagliarani
Interventi di  Barbara Mancini, Marianna Marrucci, Marco Menato, Lucia Merolla, Mariagrazia Miano, Marco Palma, Gilda Policastro
Coordina i lavori Giuseppe Andrea Liberti

 Ore 15-17
Dieci anni di premiati
Il Premio Nazionale Elio Pagliarani (2015-2025)
Poeti partecipanti, critici e giurati, dalla prospettiva privilegiata delle varie edizioni del premio Elio Pagliarani, si incontrano e dibattono sui dieci anni di attività poetica in Italia
Coordina Andrea Cortellessa

Ore 17- 19 e 30
Cerimonia di premiazione della Decima Edizione del Premio Nazionale Elio Pagliarani
Conduce Arnaldo Colasanti

Nelle nove precedenti edizioni sono stati premiati, fra gli altri, per il premio alla carriera Nanni Balestrini con un’opera di Gianfranco Baruchello, Giulia Niccolai con un’opera di Marina Ballo Charmet, Carlo Bordini con un’opera di Emilio Isgrò, Carla Vasio con un’opera di Gian Maria Tosatti, Luigi Ballerini con un’opera di William Xerra, Giosetta Fioroni con un’opera di Gian Maria Tosatti, Walter Pedullà con un’opera di Elisabetta Benassi, Giovanni Fontana con un’opera di Massimo Bartolini. Quest’anno sarà premiata la poetessa Antonella Anedda con un ‘opera dell’artista Claudia Losi.

Alla giuria partecipano i nomi più importanti della critica letteraria italiana in un panorama diffuso che comprende provenienze da ogni regione italiana e anche internazionale. Come si può evincere dal sito www.premionazionaleeliopagliarani.it, ne fanno parte:  Andrea Afribo, Vincenzo Bagnoli, Luigi Ballerini, Cecilia Bello Minciacchi, Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Ennio Cavalli, Andrea Cortellessa, Claudia Crocco, Silvia De March, Sara De Simone, Riccardo Donati, Gabriele Frasca, Marilina Giaquinta, Paolo Giovannetti, Giuseppe Andrea Liberti, Antonio Loreto, Romano Luperini, Massimiliano Manganelli, Marianna Marrucci, Roberto Milana, José Muños Rivas, Francesco Muzzioli, Tommaso Ottonieri, Lia Pagliarani, Thomas E. Peterson, Cetta Petrollo Pagliarani, Chiara Portesine, Lidia Riviello, Federica Santini, Niccolò Scaffai, Siriana Sgavicchia, Paul Vangelisti, Sara Ventroni, Fabio Zinelli, Paolo Zublena.

Per la sezione Traduzioni: Massimo Bacigalupo (coordinatore), Francesca Corrao, Philippe Di Meo, Juan Antonio Masoliver, Franco Nasi, Franziska Raimund.

Per la sezione Intersezioni: Maria Grazia Calandrone, Antonio Calbi, Maria Teresa Carbone, Orazio Converso, Andrea Cortellessa, Lia Pagliarani, Sara Ventroni.

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Tutte le informazioni e la cartella stampa sono leggibili e liberamente scaricabili all’indirizzo https://tinyurl.com/pagliarani25

Sito del premio:
https://premionazionaleeliopagliarani.it/

Elenco delle opere di poesia ammesse alla partecipazione:
https://t.ly/6B7v9

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oggi e domani, 23-24 gennaio, all’accademia dei lincei (roma): “il possibile: istruzioni per l’uso. studi sull’opera di gianfranco baruchello”

Fondazione Baruchello presenta:

IL POSSIBILE: ISTRUZIONI PER L’USO. STUDI SULL’OPERA DI GIANFRANCO BARUCHELLO

Convegno Internazionale di Studi
Comitato scientifico: Roberto Antonelli, Lina Bolzoni, Piero Boitani, Carla Subrizi, Claudio Zambianchi, Alessandro Zuccari.

A cura di Carla Subrizi

Accademia Nazionale dei Lincei
Palazzo Corsini, Via della Lungara 10, 00165 Roma (RM)
23–24 gennaio 2025
ore 10:00–18:00

programma: 
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2025/01/programma-convegno-baruchello.pdf

Per partecipare in presenza al convegno è necessaria l’iscrizione online compilando questo modulo. 

I lavori potranno essere seguiti dal pubblico anche in streaming qui.

Il Convegno “Il Possibile: Istruzioni per l’uso. Studi sull’opera di Gianfranco Baruchello”, promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei, in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institut für Kunstgeschichte, la Sapienza Università di Roma, e la Fondazione Baruchello e a cura di Carla Subrizi, intende ripercorrere l’opera di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – Roma, 2023) nel contesto storico-artistico italiano e internazionale dal secondo dopoguerra fino ai lavori più recenti.

Il Convegno vuole, dunque, restituire la complessità della ricerca dell’artista, facendo emergere i principali fili conduttori del suo lavoro e i momenti specifici da cui hanno preso forma nuove idee e direzioni di ricerca. L’obiettivo è ricostruire e approfondire queste traiettorie, espandendole nel contesto storico-artistico in cui si sono sviluppate, mettendo in connessione gli aspetti più noti della sua produzione con quelli meno indagati.

Attraverso nuove ricerche negli archivi della Fondazione, ma anche in altri archivi e biblioteche italiani, europei e internazionali, il Convegno vuole fare emergere i caratteri peculiari del lavoro dell’artista, a partire da nuove prospettive di ricerca.

Dagli anni del fascismo in Italia, vissuti anche attraverso la famiglia e l’educazione, agli anni del secondo dopoguerra (il primo dopoguerra arriva comunque nella sua formazione attraverso l’esperienza paterna) con le implicazioni derivate da quello che costituiva un forte obiettivo per i giovani ventenni di quel periodo (ricostruzione, ricominciare, ripartire, etc.) e che per Baruchello trovarono anche una possibilità, poi rifiutata, nell’intraprendere l’avvio di una azienda chimico-farmaceutica nella periferia di Roma; all’amicizia con Marcel Duchamp e Roberto Sebastián Matta ad altri personaggi della scena americana nei primi anni Sessanta; agli anni dei movimenti politici degli anni Sessanta, da Baruchello vissuti personalmente, fino alle esperienze che caratterizzano la ricerca di un artista italiano del secondo dopoguerra con una fitta serie di relazioni in Francia, soprattutto, ma anche gli Stati Uniti: quella di Baruchello è una lunga storia di ricerche, sperimentazione e produzione di idee che ha preso forma nelle sue opere di natura multiforme, talvolta precorritrici, originali e spesso difficili da collocare nei canoni tradizionali della storia dell’arte.

Negli ultimi quindici anni, alcune mostre retrospettive di grande importanza, in Italia e all’estero (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2011; Deichtorhallen, Amburgo e ZKM-Center for Art and Media, Karlsruhe, 2014; Triennale di Milano, Milano, 2014; Raven Row, Londra, 2017; MART, Rovereto, 2018; Villa Arson, Nizza, 2018), hanno riportato all’attenzione i circa settant’anni di ricerca dell’artista, sottolineando il carattere molteplice di Baruchello, artista, scrittore e intellettuale raffinato, che sin dai primi anni Sessanta, accanto alla pittura (mai da lui abbandonata) ha utilizzato la cinepresa (e in seguito la videocamera), la fotografia, la scrittura, la performance, l’installazione e, come lui stesso l’aveva definita, la “activity”.

Inventore di società fittizie (Artiflex, 1968), di tecniche pittoriche (la pittura su più strati di plexiglass, dalla fine del 1963), sperimentatore di azioni tra arte e agricoltura, Agricola Cornelia S.p.A. (1973-1981), realizzatore di film a partire da materiali preesistenti (Verifica incerta, 1964; Tre lettere a Raymond Roussel, 1969), il Convegno vuole ripercorrere gli aspetti fondamentali del suo lavoro, che nel continuo rinnovarsi ha mantenuto la coerenza, seppur nella diversità. Negli anni Ottanta e poi Novanta ha dedicato nuova attenzione al rapporto con la natura e l’ecologia realizzando Il Giardino, curando Il Bosco: progetti, fino al recente Beatrix, che continuano a rivolgere uno sguardo poetico e politico al rapporto dell’individuo con l’ambiente.

Assemblare, incollare, montare, (nella scrittura, nella pittura – su tela, cartone, alluminio, plexiglass – negli oggetti, nel cinema) sono stati i modi per “costruire un proprio linguaggio”. Archiviare è stato il modo di produrre inventari di idee, ponendo la trasversalità come chiave di comprensione del mondo.

Le relazioni internazionali, i rapporti con artisti della sua generazione ma anche con poeti, filosofi, scrittori (Eco, Calvino, Manganelli, Balestrini, Castellina, Vicinelli, Jouffroy, Lyotard, Lascault, etc.) permettono infatti di ricostruire una biografia che si estende a tutto il XX secolo, fino ai primi due decenni del XXI. Storia, politica, scienza e filosofia, ambiente e natura si sono intrecciati in opere e interventi, progetti e idee.

Nel 1998 decide di istituire, con Carla Subrizi, una Fondazione per l’arte contemporanea, che ha la finalità principale di salvaguardare e continuare a promuovere la ricerca sulla sua opera. Il progetto culturale della Fondazione, istituzione che conserva gli archivi e i grandi progetti in esterno (Il Giardino, Il Bosco, Beatrix) nonché un nucleo cospicuo di opere, prosegue dopo la sua morte.

Baruchello ha pubblicato decine di libri e ha considerato la sua Biblioteca (donata alla Fondazione nel 1998) un proprio autoritratto. Il lavoro sul Catalogo ragionato (pubblicazione prevista: 2025-2026) ha inoltre consentito negli ultimi dieci anni, di ritornare alla storia delle opere e delle mostre, agli scritti (documenti, manoscritti, libri) riguardanti il suo lavoro, permettendo di riconsiderare molta letteratura critica, che non ha smesso di sottolineare gli aspetti essenziali del suo lavoro.

In concomitanza del Convegno, al termine della seconda giornata, sarà inaugurata la mostra “Gianfranco Baruchello. Mondi Possibili”, presso Villa Farnesina – Accademia Nazionale dei Lincei, Via della Lungara 230, Roma (seguirà nei prossimi giorni la comunicazione relativa alla mostra).

PROGRAMMA:
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2025/01/programma-convegno-baruchello.pdf

PDF 1

PDF 2

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23-24 gennaio, accademia dei lincei (roma): “il possibile: istruzioni per l’uso. studi sull’opera di gianfranco baruchello”

Fondazione Baruchello presenta:

IL POSSIBILE: ISTRUZIONI PER L’USO. STUDI SULL’OPERA DI GIANFRANCO BARUCHELLO

Convegno Internazionale di Studi
Comitato scientifico: Roberto Antonelli, Lina Bolzoni, Piero Boitani, Carla Subrizi, Claudio Zambianchi, Alessandro Zuccari.

A cura di Carla Subrizi

Accademia Nazionale dei Lincei
Palazzo Corsini, Via della Lungara 10, 00165 Roma (RM)
23–24 gennaio 2025
ore 10:00–18:00
programma:
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2025/01/programma-convegno-baruchello.pdf
Per partecipare in presenza al convegno è necessaria l’iscrizione online compilando questo modulo.
I lavori potranno essere seguiti dal pubblico anche in streaming qui.

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Il Convegno “Il Possibile: Istruzioni per l’uso. Studi sull’opera di Gianfranco Baruchello”, promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei, in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institut für Kunstgeschichte, la Sapienza Università di Roma, e la Fondazione Baruchello e a cura di Carla Subrizi, intende ripercorrere l’opera di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – Roma, 2023) nel contesto storico-artistico italiano e internazionale dal secondo dopoguerra fino ai lavori più recenti.
Il Convegno vuole, dunque, restituire la complessità della ricerca dell’artista, facendo emergere i principali fili conduttori del suo lavoro e i momenti specifici da cui hanno preso forma nuove idee e direzioni di ricerca. L’obiettivo è ricostruire e approfondire queste traiettorie, espandendole nel contesto storico-artistico in cui si sono sviluppate, mettendo in connessione gli aspetti più noti della sua produzione con quelli meno indagati.
Attraverso nuove ricerche negli archivi della Fondazione, ma anche in altri archivi e biblioteche italiani, europei e internazionali, il Convegno vuole fare emergere i caratteri peculiari del lavoro dell’artista, a partire da nuove prospettive di ricerca.
Dagli anni del fascismo in Italia, vissuti anche attraverso la famiglia e l’educazione, agli anni del secondo dopoguerra (il primo dopoguerra arriva comunque nella sua formazione attraverso l’esperienza paterna) con le implicazioni derivate da quello che costituiva un forte obiettivo per i giovani ventenni di quel periodo (ricostruzione, ricominciare, ripartire, etc.) e che per Baruchello trovarono anche una possibilità, poi rifiutata, nell’intraprendere l’avvio di una azienda chimico-farmaceutica nella periferia di Roma; all’amicizia con Marcel Duchamp e Roberto Sebastián Matta ad altri personaggi della scena americana nei primi anni Sessanta; agli anni dei movimenti politici degli anni Sessanta, da Baruchello vissuti personalmente, fino alle esperienze che caratterizzano la ricerca di un artista italiano del secondo dopoguerra con una fitta serie di relazioni in Francia, soprattutto, ma anche gli Stati Uniti: quella di Baruchello è una lunga storia di ricerche, sperimentazione e produzione di idee che ha preso forma nelle sue opere di natura multiforme, talvolta precorritrici, originali e spesso difficili da collocare nei canoni tradizionali della storia dell’arte.
Negli ultimi quindici anni, alcune mostre retrospettive di grande importanza, in Italia e all’estero (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2011; Deichtorhallen, Amburgo e ZKM-Center for Art and Media, Karlsruhe, 2014; Triennale di Milano, Milano, 2014; Raven Row, Londra, 2017; MART, Rovereto, 2018; Villa Arson, Nizza, 2018), hanno riportato all’attenzione i circa settant’anni di ricerca dell’artista, sottolineando il carattere molteplice di Baruchello, artista, scrittore e intellettuale raffinato, che sin dai primi anni Sessanta, accanto alla pittura (mai da lui abbandonata) ha utilizzato la cinepresa (e in seguito la videocamera), la fotografia, la scrittura, la performance, l’installazione e, come lui stesso l’aveva definita, la “activity”.
Inventore di società fittizie (Artiflex, 1968), di tecniche pittoriche (la pittura su più strati di plexiglass, dalla fine del 1963), sperimentatore di azioni tra arte e agricoltura, Agricola Cornelia S.p.A. (1973-1981), realizzatore di film a partire da materiali preesistenti (Verifica incerta, 1964; Tre lettere a Raymond Roussel, 1969), il Convegno vuole ripercorrere gli aspetti fondamentali del suo lavoro, che nel continuo rinnovarsi ha mantenuto la coerenza, seppur nella diversità. Negli anni Ottanta e poi Novanta ha dedicato nuova attenzione al rapporto con la natura e l’ecologia realizzando Il Giardino, curando Il Bosco: progetti, fino al recente Beatrix, che continuano a rivolgere uno sguardo poetico e politico al rapporto dell’individuo con l’ambiente.
Assemblare, incollare, montare, (nella scrittura, nella pittura – su tela, cartone, alluminio, plexiglass – negli oggetti, nel cinema) sono stati i modi per “costruire un proprio linguaggio”. Archiviare è stato il modo di produrre inventari di idee, ponendo la trasversalità come chiave di comprensione del mondo.
Le relazioni internazionali, i rapporti con artisti della sua generazione ma anche con poeti, filosofi, scrittori (Eco, Calvino, Manganelli, Balestrini, Castellina, Vicinelli, Jouffroy, Lyotard, Lascault, etc.) permettono infatti di ricostruire una biografia che si estende a tutto il XX secolo, fino ai primi due decenni del XXI. Storia, politica, scienza e filosofia, ambiente e natura si sono intrecciati in opere e interventi, progetti e idee.
Nel 1998 decide di istituire, con Carla Subrizi, una Fondazione per l’arte contemporanea, che ha la finalità principale di salvaguardare e continuare a promuovere la ricerca sulla sua opera. Il progetto culturale della Fondazione, istituzione che conserva gli archivi e i grandi progetti in esterno (Il Giardino, Il Bosco, Beatrix) nonché un nucleo cospicuo di opere, prosegue dopo la sua morte.
Baruchello ha pubblicato decine di libri e ha considerato la sua Biblioteca (donata alla Fondazione nel 1998) un proprio autoritratto. Il lavoro sul Catalogo ragionato (pubblicazione prevista: 2025-2026) ha inoltre consentito negli ultimi dieci anni, di ritornare alla storia delle opere e delle mostre, agli scritti (documenti, manoscritti, libri) riguardanti il suo lavoro, permettendo di riconsiderare molta letteratura critica, che non ha smesso di sottolineare gli aspetti essenziali del suo lavoro.
In concomitanza del Convegno, al termine della seconda giornata, sarà inaugurata la mostra “Gianfranco Baruchello. Mondi Possibili”, presso Villa Farnesina – Accademia Nazionale dei Lincei, Via della Lungara 230, Roma (seguirà nei prossimi giorni la comunicazione relativa alla mostra).

PROGRAMMA:
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2025/01/programma-convegno-baruchello.pdf

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costa – baruchello: “cosa abbiamo avuto” (1989)

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