Capitolo 413: Ogni Maledetto Settembre
Si è recentemente concluso il Festival di Venezia e questo, notoriamente, significa soltanto una cosa: è cominciata una nuova annata (di vita o di cinema, che poi spesso è la stessa cosa). Per me è un mese particolare: sono tornato a Roma, dove sono senza casa (cercare un appartamento quest’anno è un’impresa titanica), la buona notizia però è che il 18 presento il mio libro a Casetta Rossa e almeno, tra mille rotture di scatole ci sarà almeno qualcosa che posso aspettare con un po’ di gioia. Bando alle ciance però, passiamo ai film!
Barbarian (2022): Dopo aver visto Weapons, di cui ho scritto nel capitolo precedente, ho letto molte lodi al regista Zach Cregger. In tanti esaltavano soprattutto la sua opera prima, Barbarian, per l’appunto. L’incipit è davvero intrigante: una ragazza arriva in un airbnb e lo trova già occupato da Bill Skarsgard. Visto che fuori diluvia, non ci sono altri alberghi liberi e il quartiere è pure malfamato, i due decidono di condividere la casa, almeno per quella notte. Potrebbe essere l’inizio di una commedia romantica, ma sarà l’inizio di un horror che non fa particolarmente paura, ma inquieta a non finire (e no, non per i motivi che pensate dopo aver letto queste due righe di trama). Cregger mescola bene i registri e la struttura temporale, portando a casa un buonissimo film d’esordio (in Italia uscì direttamente su piattaforma, Disney+).
•••½
KPop Demon Hunters (2025): Dopo esser stato assillato per tutta l’estate da due minori, che non perdevano occasione per infilare in una conversazione una battuta del film o – ahimè – una canzone, mi sono lasciato convincere a guardare con loro questo film d’animazione coreano, il lungometraggio più visto nella storia di Netflix. Tre ragazze, una celebre band KPop, usano la musica per nascondere le loro identità di cacciatrici di demoni e, al tempo stesso, proteggere l’umanità da una band di demoni che vuole succhiare l’anima dei loro fan. Detto così sembra una cazzata, in realtà è un film davvero godibile, costellato di canzoni orecchiabili e con una grafica eccezionale. La struttura non è particolarmente originale e pesca a piene mani dai grandi successi orientali del passato: è come se Sailor Moon e Devilman avessero avuto un figlio. Mezzo punto in meno è proprio per la trama un po’ trita, ma cavolo se funziona questa idea di unire KPop e lotta contro il male!
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L’Ultimo Turno (2025): Non sorprendetevi se, nella prossima cinquina di candidati per l’Oscar al Miglior Film Straniero, dovesse esserci anche questo bellissimo film svizzero, realizzato da Petra Volpe. L’infermiera di un ospedale del cantone tedesco (Leonie Benesch, già ottima ne La Sala Professori e il bellissimo September 5) si ritrova a dover gestire un intero reparto insieme a una sola collega. Un’escalation di situazioni, allarmi, capricci, ansie, dove la mano della ragazza, ma soprattutto il cuore, può essere piuma e può essere ferro (cit). Un film ansiogeno, dove allo spettatore non viene concesso un momento di pausa, stesso destino riservato alla sua protagonista. Il messaggio che compare nel finale, prima del fade to black, chiarisce molto meglio il punto di tutto il film, ovvero la grave carenza di infermieri negli ospedali svizzeri. Bellissimo.
•••½
Un Giorno Tutto Questo Sarà Tuo (2023): Film svedese di Andreas Öhman, che già avevo avuto modo di ammirare alla Festa del Cinema di due anni fa, è un”opera dalla forte impronta indie: c’è una bella colonna sonora, un’artista trentenne un po’ incasinata e qualche sprazzo di umorismo. Il tipico film che piace a me insomma (e viene anche citato Martin Dahlin, ex meteora della Roma, mitico attaccante della Svezia semifinalista al Mondiale di USA 94). La protagonista Lisa, in procinto di pubblicare la sua prima graphic novel, torna nella casa d’infanzia per il weekend, per festeggiare il compleanno della madre insieme ai suoi fratelli ma soprattutto per una questione di eredità. In questa casa di campagna sperduta in mezzo ad una foresta, Lisa dovrà fare i conti con le sue insicurezze e i suoi demoni. Il film funziona, nonostante non sia proprio originalissimo, ma ci sono belle trovate, bei personaggi e soprattutto una protagonista strepitosa, Karin Franz Körlof. Bello, lo trovate su RaiPlay e ve lo consiglio di cuore.
•••½
Ogni Maledetto Fantacalcio (2025): Per molti di noi il Fantacalcio è un po’ come una sorta di Matrix. Parafrasando le parole di Morpheus: “Il Fantacalcio è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse”. Per questo motivo un film sul Fantacalcio, dando per assodato che sarebbe stato molto probabilmente una cavolata, accende sicuramente la curiosità di chi, come me, è un accanito giocatore. Il gioco più amato dagli italiani dopo il calcio è in realtà un mero pretesto per raccontare una storia di amicizie e amori, di paure e insicurezze, il problema però è che si basa su una premessa piuttosto sciocca: chi crederebbe mai, anche per scherzo, che la Lazio ha comprato Dybala dalla Roma? Ma dai. A ogni modo, qualche idea molto carina c’è: i simpatici camei di Pastore, Pardo e soprattutto Pavoletti, oppure Diletta Leotta che spiega cos’è il Fantacalcio in un intermezzo a parte, come faceva Margot Robbie quando spiegava la finanza ne La Grande Scommessa di McCay. A parte questo, non rimane quasi nulla, la scrittura è sciatta (il debito con Una Notte da Leoni è ingombrante), i personaggi non particolarmente simpatici, la storia fin troppo ingenua. Alessio Maria Federici, il regista, poteva forse prendersi un po’ più sul serio e spiegare davvero l’enorme influenza del Fantacalcio sulle vite di tanti ragazzi (e ragazze, perché no) in Italia, senza gag facilone da reel su tiktok (tipo svenarsi per una riserva del Cagliari, con tutto il rispetto per Pavoletti), solo per strappare una risata. Insomma, si poteva fare di più, ma è stata scelta la via più facile: è lo stato della commedia in Italia, bellezza.
••½
Ghostbusters (1984) / Ghostbusters II (1989): E ora, qualcosa di completamente diverso. Quando si rientra dall’estate, in una fase della vita piena di incertezze, di instabilità, cosa c’è di meglio dei sani anni 80 per riabbracciare le certezze dell’infanzia? Per questo motivo, ho aperto il festival della nostalgia con una doppietta di Ivan Reitman, ovvero i primi due film sugli Acchiappafantasmi. Sul primo c’è poco da dire, è la commedia perfetta: è divertente, è appassionante, i personaggi sono meravigliosi, le battute sono memorabili. Un capolavoro, non c’è altro modo per definirlo. Il sequel invece, che ricordo di aver visto al cinema da bambino, non è invecchiato benissimo: certo, il faccione di Vigo, il flagello di Carpazia, è diventato un volto iconico del cinema di quel periodo, ma al di là di questo è un film un po’ deboluccio. La scena in cui la Statua della Libertà comincia a camminare equivale al momento in cui Fonzie ha saltato lo squalo in Happy Days: i Ghostbusters, da lì in poi, non hanno più avuto motivo di esistere. Resta però anche qui l’irresistibile simpatia e poi, che diamine, c’è pur sempre Bill Murray! Trovate entrambi i film su Prime Video.
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Wargames (1983): A proposito di Anni 80, un film che ho visto da bambino e di cui invece non ricordavo praticamente nulla è questo bellissimo cult di John Badham (già regista de La Febbre del Sabato Sera nonché fratello maggiore di Mary Badham, la piccola Scout de Il Buio Oltre la Siepe!). Matthew Broderick è un ragazzino appassionato di informatica, praticamente un hacker in erba: mentre cerca di scoprire i nuovi videogiochi di una casa di produzione, entra per caso in contatto con una rudimentale intelligenza artificiale che gestisce la difesa dell’esercito statunitense durante la guerra fredda con l’Unione Sovietica. Inavvertitamente il ragazzo scatena un allarme nucleare che potrebbe portare alla distruzione del mondo. Da qui un’avventura tra basi segrete, informazioni cifrate, scienziati nascosti e, ovviamente, lunghe partite ai videogiochi. Nonostante il film sia praticamente mio coetaneo, è invecchiato sicuramente meglio del sottoscritto, risultando molto più attuale oggi che ai tempi in cui è uscito (soprattutto il discorso sulle intelligenze artificiali, incredibile!). Si dice addirittura che Ronald Reagan, dopo aver visto il film, si preoccupò del livello di sicurezza nei sistemi informatici dell’esercito e fece approvare un protocollo per renderli ancora più efficaci. Se volete vederlo, anche questo è su Prime.
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