Ecco il vero volto della mummia di KV55-Akhenaton, il padre di Tutankhamon
Elena Percivaldi
Ha finalmente un volto la mummia del faraone Akhenaton, padre del celebre Tutankhamon. A ricostruire le fattezze del sovrano è stata l’équipe di scienziati del FAPAB (Centro di ricerca di antropologia forense, paleopatologia e bioarcheologia) di Avola, in Sicilia, dopo un lungo e appassionante studio condotto sul cranio, rinvenuto nel 1907 all’interno della tomba “KV 55” nella Valle dei Re in Egitto.
Akhenaton, che regnò dal 1351 al 1334 a. C. circa, è uno dei faraoni più controversi della storia egizia. Durante il suo regno introdusse il culto monoteistico del dio Aton, incarnato dal disco solare, rimpiazzando il tradizionale politeismo: una riforma di carattere religioso – che lo portò a cambiare il proprio nome da Amenhotep IV ad Akhenaton, “servo di Aton” – ma anche politico, in quanto tesa a ridurre il potere della casta sacerdotale. La novità ebbe vita brevissima: alla morte di Akhenaton, il figlio ne sconfessò l’operato ripristinando il culto degli antichi dei e avviò, di fatto, la damnatio memoriae del padre poi portata a termine dai successori.
La ricostruzione del volto di KV55-Akhenaton (© FAPAB Research Center – Cicero Moraes)La scoperta della mummia di Akhenaton
La vicenda della scoperta dei resti di Akhenaton è molto intrigante. A ritrovarli furono, il 6 gennaio 1907, gli archeologi Edward Russel Ayrton e Theodore M. Davis durante gli scavi nella Valle dei Re, in una tomba molto malridotta e ingombra di macerie, ribattezzata “KV 55” (King’s Valley 55), a pochi metri da quella in cui, nel 1922, Howard Carter avrebbe scoperto i resti di Tutankhamon.
Le operazioni di scavo furono complicate dallo stato precario dei reperti, danneggiati da spoliazioni precedenti e dalle infiltrazioni d’acqua. All’interno della tomba erano accumulati inoltre vari corpi, vasi canopi (usati per conservare gli organi mummificati del defunto) e manufatti appartenenti a diversi individui della XVIII dinastia.
Cranio di KV55 (immagine: Wikimedia Commons)Durante il recupero, la mummia di Akhenaton rovinò tra le mani degli archeologi riducendosi al solo scheletro e decretando la perdita di molti dati utili. L’identificazione si presentò quindi subito molto problematica. Dall’esame del bacino, Davies ipotizzò che la salma appartenesse alla regina Tye, moglie di Amenophi III. Altri indizi presenti nella camera sepolcrale, come i mattoni incisi con cartigli recanti il nome di Akhenaton, sembravano invece indirizzare verso quest’ultimo.
Le analisi sulla mummia di Akhenaton
Le successive analisi dimostrarono che lo scheletro apparteneva, senza ombra di dubbio, a un individuo di sesso maschile. Restava da stabilire l’età del decesso, operazione complicata dallo stato dei resti. La stima di circa 25 anni, elaborata da Grafton E. Smith all’epoca della scoperta, è stata progressivamente corretta al ribasso fino alla stima attuale di 19-22 anni, il che ha sollevato l’ennesimo problema.
Il problema delle fonti
Stando ai resoconti antichi, Akhenaton avrebbe regnato per 17 anni, facendo decadere la possibilità che lo scheletro di KV 55 sia quello del faraone. Ma le analisi genetiche condotte nel 2010 – per quanto rese complicate dalla pratica del matrimonio tra fratelli, comune nelle dinastie reali egizie – hanno dimostrato che le ossa della mummia KV 55 potrebbero appartenere (la probabilità è grande) al padre di Tutankhamon. Tuttavia va precisato che qualche studioso non concorda con queste conclusioni, o comunque preferisce esprimere maggiore cautela.
Quanto al citato problema “cronologico”, la soluzione si avrebbe supponendo che egli sia salito sul trono prima di quanto finora presunto. Quando cioè era ancora minorenne e in una co-reggenza col padre Amenophi III, durata circa 8 anni: una prassi, del resto, non certo rara all’epoca.
La ricostruzione del volto della presunta mummia di Akhenaton è avvenuta sotto la direzione del co-fondatore del FAPAB, il paleopatologo Francesco M. Galassi, e dell’egittologo Michael E. Habicht, specialista nell’analisi delle mummie; al progetto ha partecipato anche l’antropologa forense Elena Varotto, che ha riesaminato la letteratura scientifica su KV 55 e i materiali iconografici. La resa delle fattezze è invece opera di Cicero Moraes, noto artista forense brasiliano: nel dar vita al modello 3D del viso di Akhenaton ha preferito evitare il ricorso ad acconciature, gioielli e altri ornamenti per evidenziare unicamente i tratti somatici.
* Articolo pubblicato con lievi modifiche su BBC History Italia n. 122 (giugno 2021). RIPRODUZIONE VIETATA.
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