Il “profumo dell’eternità”: l’aroma delle mummie egizie svelato dalla scienza

Elena Percivaldi

Per secoli, l’aroma emanato dalle mummie egizie ha “inebriato” archeologi e restauratori con le sue note dolci, legnose e speziate. Questo “profumo dell’eternità” è il risultato di una sapiente combinazione di oli, cere e resine utilizzate durante l’imbalsamazione, oltre all’azione di muffe e batteri nel corso dei millenni. Recentemente, un team internazionale di ricercatori ha analizzato sistematicamente questo odore attraverso tecniche chimiche e sensoriali, rivelando nuovi dettagli su questa antica pratica funeraria.

Eliminare gli odori sgradevoli per presentarsi bene nell’Aldilà

Nella cultura egizia, l’odore del corpo del defunto rivestiva un ruolo fondamentale. Gli antichi Egizi cercavano infatti di eliminare qualsiasi sentore sgradevole affinché il defunto si presentasse nel migliore dei modi al dio Anubi nell’aldilà. L’imbalsamazione prevedeva l’uso di sostanze aromatiche come oli, cere e resine, che non solo preservavano il corpo, ma conferivano anche un profumo piacevole, simbolo di purezza e divinità.

Lo studio scientifico sull’aroma delle mummie

Un team di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Lubiana, dall’University College di Londra e dall’Università di Cracovia, ha condotto uno studio approfondito sull’odore delle mummie egizie. Tra i partecipanti, le ricercatrici italiane Emma Paolin e Fabiana Di Gianvincenzo hanno svolto un ruolo chiave nell’analisi. Lo studio, pubblicato sul Journal of the American Chemical Society, ha esaminato nove mummie conservate al Museo Egizio del Cairo, risalenti tra il XIII secolo a.C. e il III secolo d.C. Quattro di queste erano esposte al pubblico, mentre cinque erano conservate nei depositi museali.

Figura 1. (A) Sarcofago con un corpo mummificato (M7) nel Museo egizio del Cairo e il campionamento (B, C) dell’interno della bara (dallo studio citato)

Il ruolo chiave dell’imbalsamazione

I ricercatori hanno utilizzato una combinazione di tecniche chimiche avanzate e valutazioni sensoriali per analizzare l’odore delle mummie. L’obiettivo era determinare se l'”odore di immortalità” fosse ancora presente dopo secoli e comprendere la sua evoluzione nel tempo. Le analisi hanno rivelato che le mummie emanano fragranze piacevoli, sentori definiti di volta in volta “legnosi”, “speziati”, “dolci” e “floreali”. Questi profumi derivano principalmente dalle resine di pino e ginepro utilizzate durante l’imbalsamazione.

L’aroma delle mummie egizie: ricostruire un panorama olfattivo

Comprendere l’odore delle mummie offre una prospettiva più ricca sulla cultura egizia, evidenziando l’importanza attribuita all’olfatto nel contesto funerario. Inoltre, questa ricerca apre la strada a nuove metodologie non invasive per valutare lo stato di conservazione dei reperti archeologici. I risultati potrebbero anche essere utilizzati per creare “paesaggi olfattivi” artificiali nei musei, migliorando l’esperienza dei visitatori e offrendo una connessione più profonda con le pratiche antiche.

L’olfatto nell’antico Egitto

L’analisi dell’aroma delle mummie egizie non solo arricchisce la nostra comprensione delle tecniche di imbalsamazione, ma sottolinea anche l’importanza dell’olfatto nella cultura e nei rituali dell’antico Egitto. Dimostra come la scienza al giorno d’oggi possa svelare aspetti inaspettati del passato. E ci aiuta (e non poco) a comprendere meglio le civiltà antiche anche nei loro aspetti più… impalpabili.

Per saperne di più:

  • Emma Paolin, Cecilia Bembibre et alii, Ancient Egyptian Mummified Bodies: Cross-Disciplinary Analysis of Their Smell. Journal of the American Chemical Society 2025. https://doi.org/10.1021/jacs.4c15769

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