cibo e aiuti per gaza: un’apertura

https://pagineesteri.it/2025/07/27/medioriente/israele-cede-alla-pressione-internazionale-il-cibo-entra-a-gaza/

Eliana Riva:

Israele cede alla pressione internazionale: il cibo entra a Gaza.

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Tutti i giorni, per un periodo di tempo indeterminato, Tel Aviv fermerà i suoi attacchi sulla tendopoli per sfollati di al-Mawasi, a Deir al-Balah e a Gaza City. Dalle 10.00 alle 22.00 i convogli umanitari entreranno nella Striscia, con il coordinamento delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali. Cibo, medicine, carburante. Israele ha annunciato che ripristinerà l’elettricità per l’impianto di desalinizzazione nel sud di Gaza, che può garantire acqua pulita a circa un milione di palestinesi.

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Israele cede alla pressione internazionale: il cibo entra a Gaza

Dodici ore al giorno, per un periodo di tempo indefinito, durante le quali le organizzazioni umanitarie consegneranno cibo, medicine e beni essenziali alla popolazione

Pagine Esteri

gaza, esami

Eliana Riva: https://www.facebook.com/share/1FQ8UVuTUg/

Ieri a Gaza centinaia di studenti hanno sostenuto gli esami di maturità, i primi dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia. Nelle tende attrezzate, nei punti internet o nei caffè con connessione, ragazzi e ragazze hanno percorso anche chilometri, tra le macerie e le bombe, per provare a riprendersi il proprio futuro.

https://ilmanifesto.it/esami-fra-le-rovine-la-prima-maturita-a-gaza-dal-7-ottobre

Nonostante migliaia di studenti vivano da sfollati nelle classi scolastiche in cui avrebbero dovuto seguire le lezioni, in 1.500 si sono iscritti alla piattaforma tramite computer o applicazione per smartphone. Prima dei bombardamenti a Gaza erano circa 40mila a completare ogni anno gli esami finali per garantirsi l’accesso all’università.

Israele ha distrutto il 95 per cento delle infrastrutture educative nella Striscia.

#ElianaRiva #esami #esamiDiMaturità #Gaza #genocidio #ilManifesto #maturità #scuola

Eliana Riva

Ieri a Gaza centinaia di studenti hanno sostenuto gli esami di maturità, i primi dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia. Nelle tende attrezzate, nei punti internet o nei caffè con...

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eliana riva su gaza, dal ‘manifesto’ del 23 maggio 2025

Eliana Riva, «In due giorni a Gaza 29 palestinesi sono morti per la fame», il manifesto, 23 maggio 2025

PALESTINA. […]

Israele ha ordinato alla delegazione negoziale di chiudere i colloqui per il cessate il fuoco e ritornare a Tel Aviv. Anche stavolta nulla di fatto. Era chiaro che l’invio della commissione in Qatar rappresentasse per il premier Netanyahu la risposta svogliata a una pressione alleata più che la reale volontà di fermare la guerra. Cosa che, continua a ripetere da settimane, non accadrà. A meno che non ci sia proprio più nessuno da ammazzare.
L’UNICA, remota possibilità di porre fine ai bombardamenti (ma non all’occupazione) sarebbe, infatti, l’applicazione del «piano Trump», cacciar via tutta la popolazione palestinese. Guerra o pulizia etnica, per il premier non esiste una terza ipotesi.
E l’ingresso degli aiuti rappresenta, esattamente come gli sgraditi negoziati, uno strumento per prender tempo. La Mezzaluna rossa palestinese ritiene che far arrivare un numero tanto limitato di cibo dopo 80 giorni di immiserimento può essere considerato un «invito a uccidere» per sopravvivere. Sono entrati circa 90 camion, prima della guerra ne passavano 500 al giorno. Solo mercoledì notte la farina è riuscita ad arrivare ad alcuni panifici, che hanno subito iniziato a lavorare. Sono migliaia le persone che aspettano un tozzo di pane.
Ma ancora ieri la Mezzaluna denunciava che i civili non hanno ricevuto consegne. Gli aiuti «non sono neanche lontanamente abbastanza», come hanno sentenziato le Nazioni unite. Senza contare che i camion non arrivano al nord, dove gli attacchi israeliani si stanno moltiplicando e le strade sono spesso totalmente impraticabili. Ma il timore è che dopo potrebbe essere anche peggio.
Secondo il governo, alla fine del mese la gestione dovrebbe passare alla fondazione americana che ha confermato l’impegno di sostituire l’Onu e le organizzazioni umanitarie. Il quotidiano israeliano Haaretz ha intervistato diversi «imprenditori israeliani» che partecipano alla gara d’appalto per la fornitura di beni lanciata dell’azienda americana Safe Reach Solutions (Srs). Quest’ultima è incaricata di garantire la sicurezza dei magazzini, l’afflusso e il percorso del cibo.
MOLTI IMPRENDITORI ritengono che il meccanismo non sarà pronto neanche tra un mese. Figuriamoci tra una settimana. Le quantità di cibo stimate dalla Srs, per cui sono stati chiesti preventivi alle aziende che partecipano alla gara, sono di 110mila tonnellate, per un processo di offerta di circa 500 milioni di dollari. Inoltre, i termini dell’appalto non specificherebbero le tempistiche di fornitura dei pacchi di cibo.
Senza contare che nella lista degli alimenti non compaiono riso, zucchero e carne né si capisce come a Gaza potrebbero cucinare senza gas ed elettricità o come si affronterà la crisi idrica. Le fonti di Haaretz stimano che i prodotti ordinati dalla Safe Reach Solutions impiegheranno tre mesi solo per essere consegnati dai fornitori.
Sarebbe un disastro umanitario senza precedenti. Il ministro della salute palestinese, Majed Abu Ramadan, ha fatto sapere che 29 tra bambini e anziani sono morti di fame negli ultimi due giorni e che la stima delle Nazioni unite secondo cui 14mila bambini potrebbero morire senza aiuti è realista e forse persino ottimistica.
In mezzo alla fame, le operazioni militari israeliane proseguono. Nuovi ordini di evacuazione sono stati emessi per i palestinesi che si trovano a Jabalia. L’esercito ha annunciato ancora una volta che «amplierà significativamente la sua attività militare», nel tentativo di uccidere tre uomini di Hamas che ritiene si trovino nell’area. Per tre persone, migliaia di sfollati e centinaia di morti, tra cui tantissimi bambini.
Ieri Israele ha bombardato un capannone di Deir al Balah in cui si rifugiavano diverse famiglie, ammazzando almeno nove persone. Il ministero della salute palestinese ha fatto sapere che 16.500 bambini sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023. 916 avevano meno di un anno, 4.365 erano di età compresa tra uno e cinque anni, 6.101 tra sei e dodici, 5.124 tra i 13 e i 17.
UN ATTACCO ha distrutto un centro sanitario dell’Unrwa (l’agenzia Onu che si occupa dei profughi palestinesi) che forniva assistenza a migliaia di persone. L’ospedale al-Awda è costantemente sotto attacco e gli aerei di Tel Aviv hanno colpito ieri un deposito di forniture mediche. A seguito del raid si è sviluppato un incendio che ha distrutto tutto il materiale.
Israele ha annunciato la morte di un altro prigioniero palestinese catturato a Gaza. Amr Hatem Odeh aveva 33 anni ed è stato rapito dall’esercito insieme ad altri membri della sua famiglia. Portato via da Gaza il 7 dicembre 2023, è morto cinque giorni dopo nella famigerata base militare israeliana di Sde Teiman. Almeno 70 i palestinesi morti nelle prigioni israeliane da ottobre 2023.

https://ilmanifesto.it/90-camion-non-sono-niente-solo-un-invito-a-uccidere-per-mangiare

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l’incendio della moschea di al-nasr e altre moralità di isrealhell

Eliana Riva, Raid a Nablus. L’Unrwa: «Svuotati i campi profughi in Cisgiordania», da “il manifesto”, 8 marzo 2025

ISRAELE/PALESTINA Incendiata la moschea di Al-Nasr. Bombardamenti nel nord di Gaza. Una delegazione di Hamas arriva al Cairo, in Egitto

Nel primo venerdì di Ramadan l’esercito israeliano ha assaltato e incendiato la moschea di Al-Nasr, monumento storico della Città Vecchia di Nablus, distruggendo gli alloggi dell’imam. Secondo testimoni, i soldati avrebbero impedito ai vigili del fuoco di intervenire per spegnere le fiamme.
NON È STATA l’unica moschea ad essere attaccata. Durante il raid di Nablus i militari hanno preso d’assalto sei luoghi di culto. Il direttore delle dotazioni della città, durante un sopralluogo insieme al sindaco e al governatore, ha dichiarato che attacchi del genere non avvenivano dalla Nakba del 1948 e che riflettono il disprezzo israeliano per le norme religiose, morali e internazionali.
Secondo l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, i campi profughi della Cisgiordania settentrionale sono stati quasi completamente svuotati dei loro residenti. Jenin, Tulkarem e Nur Shams sono attaccati e vandalizzati dall’esercito israeliano dal 21 gennaio, quando Tel Aviv ha deciso di lanciare una imponente operazione militare nella Cisgiordania occupata. I militari stanno portando avanti una campagna di detonazioni controllate per demolire decine di abitazioni. Ieri a Jenin un palestinese è rimasto ferito quando l’automobile su cui viaggiava è stata colpita da un mezzo blindato, mentre due giovani di 16 e 17 anni sono stati attaccati durante un raid a Ramallah. Un’inchiesta congiunta di Guardian e +972 Magazine rivela che l’esercito dello stato ebraico ha realizzato uno strumento di intelligenza artificiale simile a ChatGPT e contenente milioni di intercettazioni telefoniche effettuate nei Territori palestinesi occupati. I soldati potranno porre domande incrociate per monitorare spostamenti e abitudini di combattenti, attivisti e di quasi ogni abitante della Cisgiordania.
GLI ATTACCHI non si sono fermati neanche a Gaza. Israele ha bombardato il nord della Striscia, dichiarando di aver colpito un gruppo di persone mentre sistemava un ordigno. Due palestinesi sono stata uccisi a Shujayea, a Gaza City.
Gli Houthi dello Yemen hanno rilasciato ieri un avvertimento per Tel Aviv, minacciando di riprendere le operazioni navali contro Israele se entro quattro giorni non ricomincerà l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese.
NEL TENTATIVO di fare pressione al governo israeliano perché accetti di entrare nella seconda fase della tregua come previsto dagli accordi, Hamas ha pubblicato ieri il video di uno degli ostaggi trattenuti a Gaza. Matan Angrest, di 21 anni, nel filmato si rivolge al governo, dichiarando che continuare i negoziati è «l’unico modo per riportarci indietro».
La situazione a Gaza diventa più critica ogni ora che passa. Non solo per il blocco di aiuti umanitari e carburante ma anche a causa del taglio dei fondi all’Usaid. Secondo l’Associated Press le riduzioni operate dal presidente Usa rischiano di far perdere tutti i progressi ottenuti durante il cessate il fuoco: Washington si era impegnata a finanziare una grande parte degli aiuti a Gaza ma le organizzazioni internazionali dichiarano di non aver ricevuto il supporto promesso.
Intanto, dall’Egitto fanno sapere che una delegazione di Hamas è giunta al Cairo per tentare di riprendere i colloqui sul cessate il fuoco. Le richieste del gruppo islamico includerebbero il ritiro completo di Israele da Gaza e la ricostruzione dell’enclave, come previsto dal piano arabo presentato il 4 marzo.
Situazione tesa anche in Libano. L’esercito di Tel Aviv ha permesso a centinaia di coloni di entrare nel sud del Paese, in una delle zone che Israele occupa nonostante l’impegno di sgomberare entro il 18 febbraio.
L’ESERCITO libanese ha denunciato la violazione della sovranità territoriale quando i coloni, protetti e accompagnati dai militari, hanno superato il confine per visitare una tomba che ritengono appartenga al rabbino Ashi.
https://ilmanifesto.it/raid-a-nablus-lunrwa-svuotati-i-campi-profughi-in-cisgiordania

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Raid a Nablus. L’Unrwa: «Svuotati i campi profughi in Cisgiordania» | il manifesto

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il manifesto

l’incendio della moschea di al-nasr e altre moralità di isrealhell

Eliana Riva, Raid a Nablus. L’Unrwa: «Svuotati i campi profughi in Cisgiordania», da “il manifesto”, 8 marzo 2025

ISRAELE/PALESTINA Incendiata la moschea di Al-Nasr. Bombardamenti nel nord di Gaza. Una delegazione di Hamas arriva al Cairo, in Egitto

Nel primo venerdì di Ramadan l’esercito israeliano ha assaltato e incendiato la moschea di Al-Nasr, monumento storico della Città Vecchia di Nablus, distruggendo gli alloggi dell’imam. Secondo testimoni, i soldati avrebbero impedito ai vigili del fuoco di intervenire per spegnere le fiamme.
NON È STATA l’unica moschea ad essere attaccata. Durante il raid di Nablus i militari hanno preso d’assalto sei luoghi di culto. Il direttore delle dotazioni della città, durante un sopralluogo insieme al sindaco e al governatore, ha dichiarato che attacchi del genere non avvenivano dalla Nakba del 1948 e che riflettono il disprezzo israeliano per le norme religiose, morali e internazionali.
Secondo l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, i campi profughi della Cisgiordania settentrionale sono stati quasi completamente svuotati dei loro residenti. Jenin, Tulkarem e Nur Shams sono attaccati e vandalizzati dall’esercito israeliano dal 21 gennaio, quando Tel Aviv ha deciso di lanciare una imponente operazione militare nella Cisgiordania occupata. I militari stanno portando avanti una campagna di detonazioni controllate per demolire decine di abitazioni. Ieri a Jenin un palestinese è rimasto ferito quando l’automobile su cui viaggiava è stata colpita da un mezzo blindato, mentre due giovani di 16 e 17 anni sono stati attaccati durante un raid a Ramallah. Un’inchiesta congiunta di Guardian e +972 Magazine rivela che l’esercito dello stato ebraico ha realizzato uno strumento di intelligenza artificiale simile a ChatGPT e contenente milioni di intercettazioni telefoniche effettuate nei Territori palestinesi occupati. I soldati potranno porre domande incrociate per monitorare spostamenti e abitudini di combattenti, attivisti e di quasi ogni abitante della Cisgiordania.
GLI ATTACCHI non si sono fermati neanche a Gaza. Israele ha bombardato il nord della Striscia, dichiarando di aver colpito un gruppo di persone mentre sistemava un ordigno. Due palestinesi sono stata uccisi a Shujayea, a Gaza City.
Gli Houthi dello Yemen hanno rilasciato ieri un avvertimento per Tel Aviv, minacciando di riprendere le operazioni navali contro Israele se entro quattro giorni non ricomincerà l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese.
NEL TENTATIVO di fare pressione al governo israeliano perché accetti di entrare nella seconda fase della tregua come previsto dagli accordi, Hamas ha pubblicato ieri il video di uno degli ostaggi trattenuti a Gaza. Matan Angrest, di 21 anni, nel filmato si rivolge al governo, dichiarando che continuare i negoziati è «l’unico modo per riportarci indietro».
La situazione a Gaza diventa più critica ogni ora che passa. Non solo per il blocco di aiuti umanitari e carburante ma anche a causa del taglio dei fondi all’Usaid. Secondo l’Associated Press le riduzioni operate dal presidente Usa rischiano di far perdere tutti i progressi ottenuti durante il cessate il fuoco: Washington si era impegnata a finanziare una grande parte degli aiuti a Gaza ma le organizzazioni internazionali dichiarano di non aver ricevuto il supporto promesso.
Intanto, dall’Egitto fanno sapere che una delegazione di Hamas è giunta al Cairo per tentare di riprendere i colloqui sul cessate il fuoco. Le richieste del gruppo islamico includerebbero il ritiro completo di Israele da Gaza e la ricostruzione dell’enclave, come previsto dal piano arabo presentato il 4 marzo.
Situazione tesa anche in Libano. L’esercito di Tel Aviv ha permesso a centinaia di coloni di entrare nel sud del Paese, in una delle zone che Israele occupa nonostante l’impegno di sgomberare entro il 18 febbraio.
L’ESERCITO libanese ha denunciato la violazione della sovranità territoriale quando i coloni, protetti e accompagnati dai militari, hanno superato il confine per visitare una tomba che ritengono appartenga al rabbino Ashi.
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