Roccella si scusa: “Non volevo dire gita ad Auschwitz ma weekend lungo ad Auschwitz”

https://fed.brid.gy/r/https://www.lercio.it/roccella-si-scusa-non-volevo-dire-gita-ad-auschwitz-ma-weekend-lungo-ad-auschwitz/

#Auschwitz #nazismo #fascismo #razzismo #shoah
#governoMeloni #Roccella #Segre
Quale gita.
"I nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali - compresi quelli italiani della Rsi - realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze" L. Segre.
Oggi per @repubblica

Eugenia #Roccella, #Ministra a Pari opportunità e Famiglia critica ‘gite’ ad #Auschwitz. Liliana #Segre, superstite dell' #Olocausto e senatrice: “#Memoria fa male a chi ha scheletri in armadio". #antifascismo

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/12/segre-replica-a-roccella-la-memoria-della-verita-storica-fa-male-solo-a-chi-ha-scheletri-nellarmadio/8157864/

Segre replica a Roccella sulle “gite” ad Auschwitz: “La verità storica fa male solo a chi…

La senatrice a vita e superstite dell'Olocausto risponde alla ministra che ha definito le "gite" ad Auschwitz "utili solo a incolpare il fascismo”. La segreteria Pd Schlein chiede un segnale dal governo. M5s: "Vogliono riscrivere la storia?"

Il Fatto Quotidiano

Si utilizza la #Segre perché "la sua posizione torna utile".

"Ho grandissimo rispetto per la senatrice Segre, una persona che ha vissuto traumi indicibili e che è profondamente legata a Israele, per questo sostengo che ... non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità ... c'è chiaramente un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida...."

https://pbs.twimg.com/media/GMMIl2nWEAAQhwh?format=jpg

Quando le persone smetteranno di tifare per questa o l'altra parte?

#tifodastadio

Ieri i fascisti hanno sbranato la vita privata di Liliana #Segre, oggi c’è chi sbrana la sua vita pubblica usandola come scudo umano, strumentalizzando lei e le sue opinioni per affermare col principio di autorità e l’”ipse dixit” narrazioni che non riescono più a sostenere, e che non possono appoggiare sulla loro “autorità morale” di guerrafondai, sulla realtà fattuale o sul diritto internazionale. “#Albanese VS Segre” è l’arma di distrazione di massa dei fomentatori di odio e di conflitti.

#IndignonsNous @10s25
Le #10s25 se poursuit ✊
#BloquonsTout #OnFaitBloc

#MaineetLoire #10s25d49
📌#Angers : 11 heures - place Leclerc
📌#Cholet : 10 heures - place Travot
📌#Saumur : 10 heures - place Bilange
📌#Segre : 10 heures - place du port

#Mayenne #10s25d53
📌#Laval : 11h Place du 11 novembre

#Sarthe #10s25d72
📌#Sablé : 9h tractage au rond-point de LDC + manif vers centre-ville
📌#LeMans : 10 heures place des Jacobins
📌#FertéBernard : 10h place du Cosec.
📌#LaFlèche : 14h30, Port-Luneau

#Vendée #10s25d85
📌#LaRochesurYon : 14h00 Boulevard Sully
📌#FontenayLeComte : 10h00 Place de Verdun
📌#LesSablesdOlonne : 11h00 Place de la Liberté

#PaysdelaLoire #pdll

Ho letto le dichiarazioni di Segre e ho pensato che avesse torto, perché mi pare che tutta questa discussione sull'uso del termine «genocidio», nel momento in cui ci troviamo, sia una contesa sulla lana caprina; poi ho letto alcuni commenti qui sul fediverso e ora penso che invece, in parte, abbia ancora ragione

#Segre #genocidio

Ho glissato volutamente sulle parole della Senatrice #Segre. Mi dico "bravo" da solo. #IsraeliCrimes #CeaseFireNow #Gaza

RE: https://bsky.app/profile/did:plc:oxsdhipbuipypucvois72lsj/post/3lvgdmnnpns2c
Elena Basile: nuova lettera a Liliana Segre | La Fionda

Sento il dovere di oppormi ad alcuni argomenti utilizzati da Liliana Segre nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 5 maggio 2025. La Senatrice

La Fionda

Da Lavinia Marchetti
Questa è la mia trascrizione di un discorso di Moni Ovadia, in un convegno al senato del 28 Maggio 2025 per la presentazione del libro "contro le due destre". Non ha detto chissà cosa, ma quello che ha detto non lo dice nessuno che abbia anche solo un minimo di rappresentanza. Che l'opposizione in Italia non esista ce ne eravamo accorti da molto tempo, e allora, per questo, è bello che un 80enne, in senato, ricordi i nostri valori e ristabilisca un principio di realtà.

di Moni Ovadia:

Sono un militante. Lo sono dall’età di 14 anni. Non mi sono mai voluto occupare direttamente di politica, perché mi occupo di cultura, nella forma delle arti scenico-rappresentative. Tuttavia, sono stato un militante molto appassionato. E da un certo punto in avanti, come tanti italiani – tantissimi – mi sono sentito raggirato.

Per anni ho militato nella sinistra, e poi, da parecchi anni – persino tre decenni – mi sono sentito come un criceto nella ruota. Ogni elezione continuo a girare, ma non succede nulla di nulla. Poi ho capito che nei confronti di noi cittadini veniva perpetrata una truffa. L’elezione era solo una sanzione di parvenza democratica per non cambiare niente.

Secondo me lo si è capito dal linguaggio che ha cominciato a entrare in circolo. Il linguaggio annuncia le trasformazioni. Quando ho sentito per la prima volta la parola “risorse umane”, ho capito che stavano fottendo i lavoratori.

Mi è capitato di essere invitato a parlare in contesti sindacali, e siccome io sono gloriosamente un estremista – lo rivendico – l’ho detto anche una volta a quel ciuciolone di David Parenzo. È stata una delle rare volte in cui sono stato invitato in TV. Soprattutto perché vengo considerato un terrorista, un ebreo antisemita. “State attenti, perché lui è un estremista”. Io ho detto a Parenzo, che purtroppo conosco da quando portava ancora i pantaloncini all’inglese: “Grazie per la definizione. Ma chi ha governato questo Paese per 75 anni? I moderati.”

E guarda dove cazzo siamo finiti. L’Italia è l’unico Paese in cui la parola “moderazione” porta con sé una ferocia dilatoria. Qui siamo molto moderati, per cui la mafia impera, ma guai a fare troppo chiasso.

Anche la parola “divisivo”, d’origine americana: cosa significa? Che non c’è più opposizione, perché se critichi sei divisivo. Ebbene, io sono antifascista. Non posso non essere divisivo. Persino l’ANPI è caduta in questa trappola.

Ho persino pensato di restituire le mie due tessere dell’ANPI: una con medaglia d’onore, l’altra mia. Stavo già pensando di strapparle, perché io vorrei vedere, il 25 aprile, un corteo che sfili con le bandiere del popolo palestinese. Solo così oggi si fa Resistenza.

Per me, dunque, è stata una grande boccata d’ossigeno essere coinvolto, pur nei miei limiti. Sono un teatrante, lo ripeto, ma porto il piccolo contributo che posso, perché riesco a raggiungere persone che da anni non militano più, che non votano più, ma che conservano un sentimento. Nella loro amarezza per essere stati raggirati, mantengono ancora un ardore d’indignazione per ciò che stiamo vedendo.

La democrazia – se mai c’è stata – è morta. A mio modesto parere, votare ciclicamente non è democrazia. In fondo, come diceva Gaber, libertà è partecipazione.

Poi un’altra cosa fondamentale: è stato bandito dal linguaggio – hanno cominciato le destre – il principio più alto che l’umanità abbia mai conquistato, a mio parere, nel suo travagliato e doloroso cammino: il principio dell’uguaglianza.

Io, come teatrante e un po’ giarratano, mi sono persino permesso di criticare i rivoluzionari francesi, dicendo che commisero un errore: non “liberté, égalité, fraternité”, ma “égalité, liberté, fraternité”. Perché solo fra uomini uguali si può parlare di libertà. Altrimenti, la parola “libertà” diventa l’arbitrio dei ricchi e dei potenti. Infatti, Berlusconi l’amava moltissimo: “Casa della Libertà”, che significava “faccio i cazzi miei, e i poveracci si fottano”.

Questa iniziativa è un’iniziativa per cui vale la pena rimboccarsi le maniche. Io sono un uomo ormai proprio sul crinale della vecchiaia – l’anno prossimo compirò 80 anni – ma è una battaglia per cui vale la pena combattere. Mettere a menare fendenti – intendo, metaforicamente. Sarà una lotta non facile, perché – come è stato detto – l’informazione è in mano al potere. Anzi, direi che l’informazione non c’è, perché non informano su nulla, tranne che autoreferenzialmente. L’abbiamo visto con la questione della Palestina.

Per me è stato un dolore terribile. Come ebreo, mi sono sentito pugnalato alla schiena, al cuore, alla gola. I sionisti sono, a mio parere, il più grande fallimento della storia ebraica. Una catastrofe – non solo per i palestinesi, con cui io sto – ma anche per l’ebraismo.

Il monoteismo ebraico è la prima fonte culturale e spirituale che dichiara l’uguaglianza degli uomini su una base incontrovertibile, perché afferma – parlo del Genesi – che tutti gli uomini discendono da un solo esemplare. I sionisti hanno distrutto il presupposto fondante della Torah ebraica.

Per questo io considero Netanyahu non una deviazione, ma la vera anima del sionismo.

Il velato “due popoli due stati” è una truffa sanguinosa. I moderati che dicono che Israele “ha diritto a difendersi” sono complici di questo genocidio, che è stato definito tale dal professor Amos Goldberg, docente di Storia dell’Olocausto presso il Dipartimento di Storia Ebraica dell’Università Ebraica di Gerusalemme.

E poi, c’è la dolorosa questione dei sopravvissuti alla Shoah, e noi ne siamo stati coinvolti. Io sono un grandissimo amico della senatrice Liliana Segre, che da qualche tempo non frequento più per non crearle problemi. Però mi corre l’obbligo di dire una cosa.

A Londra, il sopravvissuto Stephen Kapos, deportato ad Auschwitz all’età di sette anni, gira davanti al numero 10 di Downing Street con appeso al collo un cartello: “Stop genocide in Gaza”. E con lui ci sono altri sopravvissuti. Quindi lasciamo fuori la Shoah da questa storia.

Io, come ebreo, dico che lo sfregio più grande alla Shoah lo hanno fatto i sionisti, facendone uno strumento di aggressione, da sbattere addosso ai galantuomini che difendono i diritti di tutti gli esseri umani su questa terra.

Grazie.

#moniovadia #shoah #segre #gaza #palestina