Tarquinia, scoperta una tomba etrusca inviolata del VIII secolo a.C. nella necropoli dei Monterozzi
Elena Percivaldi
La necropoli etrusca dei Monterozzi di Tarquinia – patrimonio UNESCO insieme a quella della Banditaccia di Cerveteri – continua a restituire sorprese eccezionali. Nei giorni scorsi si è conclusa la prima campagna di scavi del Pact (Progetto Archeologico Civiltà dei Tirreni), con un risultato straordinario: la scoperta di una tomba a camera inviolata, risalente con ogni probabilità alla fine dell’VIII secolo a.C.
Una tomba intatta con tracce di pittura
L’ipogeo, del tipo a “fenditura superiore”, è stato ricavato nel banco calcareo ricco di fossili marini, ai margini del pianoro dei Monterozzi. Al suo interno è stata individuata un’unica banchina modanata per la deposizione e, sulle pareti, tracce di colore rosso e giallo: una decorazione a fasce, semplice ma significativa, che rappresenta la più antica testimonianza pittorica finora nota a Tarquinia.
Il corredo funerario
Sebbene il corredo sia stato in parte danneggiato dal crollo della copertura e dalle infiltrazioni d’acqua, gli archeologi hanno recuperato numerosi oggetti, ora in fase di restauro: vasi di impasto non tornito e di argilla depurata, ornamenti personali, vasellame in lamina di bronzo e un numero particolarmente consistente di anellini di bronzo, sparsi in tutta la camera.
All’esterno della tomba, nello spazio antistante l’ingresso perimetrato da blocchi calcarei, è stata individuata una seconda sepoltura più recente, anch’essa accompagnata da un corredo frammentario.
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Una scoperta inattesa
Il settore in cui sorge l’ipogeo non era stato segnalato come particolarmente ricco di evidenze dalle esplorazioni della Fondazione Lerici negli anni ’50-’70. La scoperta, sottolineano i ricercatori, cambia quindi la percezione dell’uso funerario di quest’area, che offre anche una spettacolare vista verso l’antica città di Tarquinia.
Ricerche e prospettive
Lo scavo è stato finanziato dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura e diretto dal prof. Vincenzo Bellelli, direttore del Pact, e dall’archeologo Daniele Rossetti.
Secondo Bellelli, la scoperta consentirà di arricchire in modo significativo le conoscenze sulle fasi più antiche della necropoli dei Monterozzi e della storia stessa di Tarquinia, una delle principali capitali dell’Etruria.
Nelle prossime settimane la nuova tomba sarà visitabile con visite guidate a cura del Pact, offrendo al pubblico l’opportunità unica di osservare da vicino un ipogeo etrusco rimasto inviolato per quasi 2.800 anni.
Foto: (C) PACT
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