#UNIVERSIDAD importante campo de LUCHA POLÍTICA, sí!

https://www.elviejotopo.com/topoexpress/universidad-y-cultura-woke
#WOKE | "El reconocimiento demagógico de la #diversidad es una estrategia de sometimiento, a partir de la división y la fragmentación y está inscrita en los antivalores del #neoliberalismo, el egoísmo narcisista, el #individualismo, la competencia y el darwinismo pedagógico, que exalta la supervivencia de los más aptos y el triunfo de los exitosos y ganadores en el mercado de la diversidad."

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Por muy independiente que sea oficialmente la Universidad de la política con organismos independentes; que no te cuenten MILONGAS... como que el #deporte es apolítico (para el Sportwashing de Israel 🇮🇱 en LaVuelta o Eurovisión | normalizar un #genocidio) mientras la UCI prohibe a Rusia 🇷🇺 y Bielorrusia 🇧🇾) ¿entonces apolítico o político?

Universidad y cultura woke | El Topo Express | René Vega Cantor

La cultura woke está asediada desde la derecha. Pero también existe una fuerte crítica desde parte de la izquierda. En realidad, se trata de una doctrina útil para el liberalismo, algo que el progresismo liberal no parece haber comprendido.

El Viejo Topo

El #individualismo solo tiene éxito en la medida en que niega el origen de sus privilegios.

El heredero niega a haber heredado. El blanco niega el racismo. El hombre niega el machismo.. Todos creen que se han "hecho a sí mismos".

Para la persona individualista reconocer la mera existencia de un privilegio en la humanidad representaría un peligro para su idea de éxito personal. Porque la persona individualista se siente en control de su vida, en la medida en que siente que ha sido protagonista y agente de su riqueza, de su comodidad y de sus derechos. Crée que sus decisiones personales le han llevado a conseguir sus privilegios.

Por eso la persona individualista encuentra que las personas sin dinero, sin derechos o sin recursos han tomado decisiones personales, erróneas que les han llevado a sufrir las opresiones y las desventajas que sufren. Decisiones personales que les han llevado a no tener privilegios.

«En la era de la hipermodernidad, ser uno mismo se afirma como un ideal individualista de masas» #Lipovetsky

Quiero tocar este tema en el siguiente vídeo, pero voy a hilar varias lecturas; algo complejo. Quiero empezar hablando de #Benjamin y la #reproductibilidad técnica. Hablar sobre el #aura, y la #copia. ¿Realmente hay objetos auténticos?
¿Hoy en día hay autenticidad?

#filosofia #sociologia #modernidad #postmodernidad #mercado #liberalismo #individualismo #consumo

Non aver colto la «talpa dell’individualismo»

I partiti italiani erano strutturati secondo il modello organizzativo dei partiti di massa. Essi esprimevano appieno la loro identità politica, avevano un reclutamento e un insediamento territoriale, sezioni locali e coordinamenti regionali cui spettava il compito, oltre che di garantire radicamento e dibattito, di proporre formazione politica interna <17. Ma, pur essendo all’apparenza macchine perfettamente funzionanti, anche al loro interno si è cominciato a paventare un rischio anacronismo rispetto alle trasformazioni che interessano una società moderna e sempre più opulenta <18.
È quindi difficile ignorare o minimizzare eventuali problemi nella relazione con la società, che si affacciano sotto molteplici forme. Le macchine politiche cercano di andare incontro alla modernizzazione nell’intento di capire quale risposta offrire di fronte al crescente sviluppo in termini di individualismo e materialismo. In questa fase storica, che segna il passaggio dal tradizionale modello partitocratico alla personalizzazione politica, la concezione del conflitto è divergente rispetto ai paradigmi del passato <19.
Il compromesso storico è un fenomeno differente, perché pone al centro la sfida tra una nuova visione liberale (nonostante l’incertezza per la crisi economica) e quella classica organicista <20. Enrico Berlinguer e Aldo Moro, in tale ottica, sono protagonisti di un approccio meno legato agli apparati e più incline a prese di posizione in quanto singoli leader. Il conflitto regolato <21, ossia quello che si instaura tra Dc e Pci nel tentativo di fornire sbocco al rapporto, appartiene in linea teorica alla cultura politica liberale, che si affaccia dunque prepotentemente nel dibattito, avversando la logica in vigore fino a quel momento della contrapposizione a tutti i costi.
Questa nuova forma di relazione politica è un inaspettato mutamento di sostanza nel rapporto tra partiti e controllo del potere; da un punto di vista ideologico si rompe, quale prima conseguenza, lo schema della sinistra saldamente unita contro le forze governative, perché tale posizione, seppur portata avanti da Berlinguer nella veste di segretario, non trova tutti d’accordo, andando anzi incontro a critiche sia ai vertici che tra i militanti. La stessa strada di cambiamento è inseguita sul fronte opposto proprio da Moro, che destreggiandosi tra le correnti della Dc promuove con forza l’accettazione di un’idea caldeggiata in prima persona, apparendo quindi come un leader promotore di una posizione slegata dal partito stesso. Eppure, non si può ancora fare a meno di un’approvazione interna unanime, e la linea di massimo coinvolgimento di tutte le anime Dc <22 diviene possibile solo grazie alla sconfitta fanfaniana nel referendum sul divorzio del 1974.
C’è quindi una “scossa” nei rapporti tra i partiti che impatta sull’arena politica tradizionale, poiché emergono figure che in tal senso potrebbero risultare “scomode”, ma che di fatto aprono al decisionismo individuale come mai era realmente accaduto.
La solidarietà nazionale <23, non rispecchia però una solidarietà reale del Paese, che vive invece un periodo di spaccature, incertezze e dissenso verso le scelte dei partiti. Questi ultimi non sembrano capaci di orientarsi e reagire di fronte a un contesto che sta mutando radicalmente e a grande velocità, complice tra l’altro l’insicurezza generata dalla crisi economica e l’avvio di una progressiva spinta individualista e liberale. In altre parole, tali anni di solidarietà fanno cogliere i segni manifesti di una crisi profonda delle ideologie, legata in ogni caso ai processi di secolarizzazione <24.
A questa crisi vanno associati alcuni eventi che meglio definiscono i contorni dell’allontanamento sociale dalla sfera politica. In primo luogo, il referendum sul divorzio, nel 1974. In tale occasione la Democrazia Cristiana è costretta a fare i conti con un responso delle urne diametralmente opposto al suo orientamento. E si tratta di un primo segnale inviato al sistema partitico tradizionale, di cui lo Scudo crociato è il fulcro. Il clima diventa ancora più incandescente quando emergono i primi scandali sulla corruzione, quella che viene definita «la prima Tangentopoli» <25. Sono l’affare petroli e quello sulle forniture militari Lockheed, e con quest’ultimo si è già visto mettere alle strette persino il presidente della Repubblica Giovanni Leone. Sono inchieste di malaffare che mostrano agli occhi dell’opinione pubblica come in un sistema di tangenti siano implicati manager, dirigenti e persino ministri democristiani e socialdemocratici <26. Ma più in generale nei due scandali vengono coinvolti esponenti di tutti i partiti governativi, tra cui spicca la condanna e incarcerazione del segretario Psdi e Ministro della Difesa Mario Tarnassi (vicenda Lockheed). Nell’affare petroli vengono accusati i segretari dei partiti di governo di aver ricevuto fondi dall’Enel per condurre una politica energetica contraria alle centrali nucleari. Conseguenza sono le dimissioni da presidente del Consiglio, sempre nel 1974, di Mariano Rumor. La vicenda Lockheed, con le forniture militari della società statunitense e il primo caso nella storia della Repubblica di un Ministro incarcerato, si rivela ancora più travolgente per la scena politica. Entrambe sono però sintomatiche di una situazione estesa: i fenomeni corruttivi dilagano, l’economia mostra come si passi, nell’incrocio tra settore privato e pubblica amministrazione, sempre più dai tornaconti di politici, la cui immagine viene associata direttamente ai partiti di riferimento, costruendo un circuito di interessi personali <27. I settori dello Stato appaiono occupati dai partiti stessi, che si spartiscono presidenze e poltrone, una sorta di lottizzazione <28. Si ottiene in cambio la fedeltà delle persone designate, che garantiscono all’interno fonte di entrate con un finanziamento occulto e stabilità, ma che all’esterno acuiscono un calo di militanza attiva.
Lo scollamento tra i partiti e la realtà sociale è ben sintetizzato da Simona Colarizi: «Sono proprio le ideologie a cementare il legame di appartenenza ai partiti, che si traduce in fiducia fideistica […]. Un approccio più laico alla politica e uno sguardo più disincantato verso i partiti cominciano a emergere con la maturazione democratica e civile della popolazione, conseguenza dell’istruzione di massa e dell’omologazione agli standard dell’Occidente avanzato. Ma la realtà che i cittadini hanno di fronte è troppo lontana dall’immagine introiettata per tanti anni» <29.
In tutto ciò, il cambiamento della società favorisce una nuova instabilità politica e fa emergere problemi mai affrontati in concreto: si riaffaccia ad esempio la «questione meridionale» <30. Il tessuto civile del Mezzogiorno appare fortemente degradato, provocando situazioni di collusione tra fenomeni criminali e la politica stessa <31. Nel Sud Italia non mancano infatti i casi in cui il “voto di scambio” si rivela determinante ai fini dell’acquisizione di potere nelle amministrazioni locali o addirittura con riferimento ai seggi parlamentari. E di conseguenza si allargano le maglie della rete affaristica e criminale negli stessi settori pubblici. Un legame, quest’ultimo, che sfalda ancora di più quello tra politica e territorio, accrescendo il fenomeno dell’elettorato “volatile” o indirizzato dal “miglior offerente”.
I cittadini, nel frattempo, si predispongono alle nuove sfide del decennio e si apprestano ad affrontare con spirito diverso l’ondata di un secondo boom economico. L’Ego sta per diventare imperante in una società in procinto di subire una trasformazione radicale in termini culturali. La cosiddetta «doppia decostruzione sociale», il nuovo popolo di consumatori <32, comincia a svilupparsi proprio sganciandosi dalla realtà della politica, osservata in maniera meno partecipativa. I partiti appaiono distanti, si guarda con astio crescente il loro trentennale tentativo di accaparrare potere e poltrone, il peso invasivo delle loro strutture sulle istituzioni. La mancata presa di coscienza della nuova realtà sociale da parte delle organizzazioni partitiche, il non aver colto la «talpa dell’individualismo» <33 che cominciava a scavare in profondità, fa perdere più di una corsa al treno del cambiamento.
I cittadini mutano prospettiva e interessi, cercano di farsi arbitri delle proprie scelte, rompono i legami di appartenenza con le grandi organizzazioni di partito creando le condizioni affinché possa ampliarsi l’area dell’elettorato di opinione <34. A emergere è la tendenza a valutare l’offerta politica in base ai propri interessi, soprattutto cercando la figura del politico decisore, colui che possa incarnare richieste, desideri e rispondere alle domande formulate con particolare enfasi dal nuovo e variegato ceto medio. La prontezza del leader è una caratteristica nuova nella Repubblica italiana, che comincia a essere ricercata proprio sul finire degli anni ’70, trascinandosi nel corso del decennio successivo. Gli italiani non accettano più quei politici abituati a rimandare all’infinito la soluzione di qualsiasi controversia <35. Il termine “risolutezza” <36 entra nel vocabolario comune, perché l’elettore è intenzionato ad affidarsi a qualcuno «in grado di parlare chiaro, forte, anche in maniera provocatoria, che mostri grinta e spessore, caratteristiche che la classe politica aveva poco coltivato» <37. Gli elettori sentono più che mai il bisogno di un leader. E qui la partitocrazia si divide tra una parte di apparati, maggioritaria, che affonda le gambe nella palude, mostrandosi incapace di dare una risposta immediata (non avendo spesso a disposizione una classe dirigente spendibile in tal senso), e chi invece a sorpresa, come il Partito socialista, anche in virtù della personalità del nuovo segretario Bettino Craxi, coglie l’opportunità di un rilancio <38. Ci si apre a un ritorno del concetto di leadership, quale rapporto di preminenza dell’individuo nei partiti politici, non subalterno o dipendente dalle decisioni degli altri dirigenti, bensì solido e rivolto direttamente all’elettorato di opinione.
Questo fenomeno, definito di “personalizzazione della politica”, è inevitabilmente collegato alla progressione di un’altra dinamica, ossia la crescita della leadership a scapito del regime partitico imperante fino a quel momento.
[NOTE]
17 P. Ignazi, Il potere dei partiti, Laterza, Roma-Bari 2002, p.11.
18 Ibidem.
19 Ivi, p. 46.
20 Ibidem.
21 Ivi, p.47.
22 Ivi, p.59.
23 Ivi, p.80.
24 P. Scoppola, La Repubblica dei partiti, Il Mulino, Bologna 2000, p. 379.
25 S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit., pp. 122-123.
26 Ibidem.
27 Ibidem.
28 Ibidem.
29 Ibidem., cit.
30 Ibidem.
31 Ivi, p. 124.
32 M. Gervasoni, Storia d’Italia degli anni ottanta, cit., p. 13.
33 M. Gervasoni, Storia d’Italia degli anni ottanta, cit., p. 14.
34 S.Colarizi, Storia politica della repubblica, cit., p. 134
35 M.Gervasoni, Storia d’Italia degli anni ottanta, cit., p.39.
36 Ibidem.
37 Ibidem.
38 S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit., p.134.
Umberto Scifoni, L’evoluzione della leadership in Italia tra Craxi e Berlusconi, Tesi di Laurea, Università Luiss “Guido Carli”, Anno Accademico 2017-2018

#1974 #anni #Berlinguer #cambiamento #cittadini #Craxi #DC #divorzio #individualismo #leadership #Lockheed #Ottanta #partiti #PCI #petroli #PSI #referendum #scambio #scandali #Settanta #talpa #UmbertoScifoni #voto

"La #biblioteca es, en tiempos de #individualismo y #desinformación, un refugio seguro para cualquier mente inquieta." @laura_novelle en @biblogtecarias www.biblogtecarios.es/lauranovelle... mastodon.social/@BURSofia/11...

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4 razones en defensa de la biblioteca universitaria en tiempos de IA - BiblogTecarios

Celebrando los 15 años de BiblogTecarios Vuelvo a Biblogtecarios, que fue mi casa hasta 2017, para hablar sobre ALFIN para universitarios, capacitación digital y aspectos […] Leer más

BiblogTecarios

¿Pueden las personas mayores salir al fresco en la ciudad? El hábito rural centenario que urge recuperar
Esta práctica, sencilla pero valiosa, se ha ido perdiendo en las ciudades, donde el #individualismo, las #altastemperaturas y la falta de #espaciosadaptados condenan a muchas #personasmayores a vivir los meses de verano en condiciones de #soledad

Joan Tahull Fort, #UniversitatdeLleida

https://theconversation.com/pueden-las-personas-mayores-salir-al-fresco-en-la-ciudad-el-habito-rural-centenario-que-urge-recuperar-258777?utm_medium=article_native_share&utm_source=theconversation.com

¿Pueden las personas mayores salir al fresco en la ciudad? El hábito rural centenario que urge recuperar

En las ciudades, el calor, la soledad y la falta de espacios impiden a los mayores salir al fresco. Algunas iniciativas pretenden acercarse a una costumbre arraigada en los pueblos.

The Conversation

#CienciayTecnología 📲| Los smartphones nos están volviendo poco saludables, infelices, antisociales y menos libres. Si todavía no podemos nacionalizar la economía de la atención, tal vez sea hora de abolir su herramienta principal… antes de que termine por abolirnos a nosotros.

https://www.desdeabajo.info/rotador-incio/item/prohibir-los-smartphones-por-el-bien-de-la-humanidad.html

#Alternativas #Atomización #ControlSocial #Individualismo

por supuesto solo aparecen los cambios a nivel personal, porque individualismo

¿cuantas toneladas de CO2 se ahorrarían si una ciudad pusiera el transporte público por encima del privado?

¿cuantas toneladas se ahorrarían si el estado convirtiera el tren en una posibilidad real para los viajes diarios, de vacaciones o para transporte de mercancías?

y otras mil posibilidades que no están porque el centro de todo es el indivíduo. Pero si el #individualismo nos ha traido hasta aquí.. ¿porqué íbamos a cambiarlo?

https://informationisbeautiful.net/visualizations/what-can-we-do-personally-to-reduce-emissions/

Culle vuote, #telefonini sempre accesi e #specchi infranti.
Intanto le #relazioni si spezzano. I #figli si educano da soli. Decine di #donne vengono uccise mentre altrove si muore di #fame, di #stenti e di #bombe.
Una #riflessione sul presente.

https://aitanblog.wordpress.com/2025/05/30/distrazione-egocentrismo-e-femminicidi/

#cura #abbandono #distrazione #social #egoismo #narcisismo #individualismo #responsabilità

La società della distrazione, dell’egocentrismo e dei femminicidi

Una riflessione preoccupata

((( aitanblog )))