Presentazione del libro “La breve stagione” di Serge Quadruppani

Iniziativa a cura del CentroDoc “Lorusso-Giuliani” [https://vag61.noblogs.org/centrodoc/] Presenteremo il romanzo “La breve stagione” di Serge Quadruppani (edizioni Alegre) con la partecipazione dell’autore, Wu Ming 1 e Valerio Monteventi A seguire “aperitivo rinforzato” e chiacchiere in libertà Serge Quadruppani Scrittore e traduttore, è nato nel 1952 nel sud della Francia e ha vissuto a lungo tra Parigi e Roma prima di trasferirsi a Eymoutiers, sull’altopiano di Millevaches. I suoi romanzi sono stati tradotti in italiano tra gli altri da Mondadori, Einaudi e Marsilio. Tra questi ricordiamo Lupi solitari, Saturno e In fondo agli occhi del gatto. È direttore di una collana pubblicata da Metailié dedicata al noir italiano, per cui tra l’altro ha tradotto Massimo Carlotto e Andrea Camilleri. E’ stato molto legato a Valerio Evangelisti che su di lui scrisse: “Quadruppani non si piega quando chiunque altro lo farebbe. Ecco perché scrive romanzi che avvincono, sì, ma anche inquietano e disturbano. Scorge con chiarezza dove si acquatti il nemico e non ha remore a denunciarlo… Sa scrutare nel buio e cogliere minacce incombenti” La breve stagione Alberto Prunetti sul Manifesto ha recensito “La breve stagione” così: «E noi, gonfi di sceneggiatori di prima serata pieni di poliziotti buoni, dobbiamo solo ringraziare la sorte che ci permette di rileggere in italiano un romanzo fulminante, bello come un festival di gialli buonisti in fiamme, scritto da uno che scrive con la Comune di Parigi in testa e la canzone “Le temps des cerises” nel cuore». Wu Ming 1, nel un “saggio rapsodico” che accompagna nella parte finale del libro la nuova edizione italiana (Alegre) del romanzo di Serge Quadruppani “Colchiques dans les prés”. “Con questo romanzo pervaso di colpi di scena, di micro-shock percettivi e di sottili tradimenti delle aspettative, torna nelle librerie italiane uno dei più grandi autori noirs d’Oltralpe. La breve stagione si svolge nel Sud-est della Francia tra il 1975 e il 1992, su un litorale preso d’assalto da speculatori, cementificatori e racket di varia natura. Qui appare un fantasma del passato, a tormentare l’agiata esistenza borghese di Marie e Michel, ex-rapinatori “rivoluzionari” (un po’ anarchici, un po’ ultragauche, molto hippie) rientrati nei ranghi a spese dell’amico fraterno Simon, che invece è finito in prigione. Dopo diciassette anni Simon torna libero e va a cercare i compagni. Cosa vuole da loro? Perché dissemina la loro villa di microspie? Chi gli ha dato i soldi per comprare un camper e le tecnologie che ci tiene dentro? Quel che è certo: Simon prova simpatia per la figlia adolescente di Marie, Nausicaa, che ama le zone umide intorno a casa, le piante e gli animali. Tra sottotesti che richiamano l’Amleto e l’Odissea e détournements di classici della letteratura francese, Quadruppani narra da un’angolatura inattesa fenomeni come il recupero commerciale dei cambiamenti di costume post-68 e della «rivoluzione sessuale». Nel mentre, come in altri suoi libri, esplora – criticandole, ma comprendendone le ragioni – le alternative individuali alla lotta di classe. Scorciatoie solipsistiche. Vendette disilluse. Uniche vie praticabili da chi non può rifarsi in altro modo delle ingiustizie subite”.

Balotta

Presentazione del libro “La breve stagione” di Serge Quadruppani

Vag61, mercoledì, 22 gennaio (19:00)

https://balotta.org/event/presentazione-del-libro-la-breve-stagione-di-serge-quadruppani

Presentazione del libro “La breve stagione” di Serge Quadruppani

Iniziativa a cura del CentroDoc “Lorusso-Giuliani” [https://vag61.noblogs.org/centrodoc/] Presenteremo il romanzo “La breve stagione” di Serge Quadruppani (edizioni Alegre) con la partecipazione dell’autore, Wu Ming 1 e Valerio Monteventi A seguire “aperitivo rinforzato” e chiacchiere in libertà Serge Quadruppani Scrittore e traduttore, è nato nel 1952 nel sud della Francia e ha vissuto a lungo tra Parigi e Roma prima di trasferirsi a Eymoutiers, sull’altopiano di Millevaches. I suoi romanzi sono stati tradotti in italiano tra gli altri da Mondadori, Einaudi e Marsilio. Tra questi ricordiamo Lupi solitari, Saturno e In fondo agli occhi del gatto. È direttore di una collana pubblicata da Metailié dedicata al noir italiano, per cui tra l’altro ha tradotto Massimo Carlotto e Andrea Camilleri. E’ stato molto legato a Valerio Evangelisti che su di lui scrisse: “Quadruppani non si piega quando chiunque altro lo farebbe. Ecco perché scrive romanzi che avvincono, sì, ma anche inquietano e disturbano. Scorge con chiarezza dove si acquatti il nemico e non ha remore a denunciarlo… Sa scrutare nel buio e cogliere minacce incombenti” La breve stagione Alberto Prunetti sul Manifesto ha recensito “La breve stagione” così: «E noi, gonfi di sceneggiatori di prima serata pieni di poliziotti buoni, dobbiamo solo ringraziare la sorte che ci permette di rileggere in italiano un romanzo fulminante, bello come un festival di gialli buonisti in fiamme, scritto da uno che scrive con la Comune di Parigi in testa e la canzone “Le temps des cerises” nel cuore». Wu Ming 1, nel un “saggio rapsodico” che accompagna nella parte finale del libro la nuova edizione italiana (Alegre) del romanzo di Serge Quadruppani “Colchiques dans les prés”. “Con questo romanzo pervaso di colpi di scena, di micro-shock percettivi e di sottili tradimenti delle aspettative, torna nelle librerie italiane uno dei più grandi autori noirs d’Oltralpe. La breve stagione si svolge nel Sud-est della Francia tra il 1975 e il 1992, su un litorale preso d’assalto da speculatori, cementificatori e racket di varia natura. Qui appare un fantasma del passato, a tormentare l’agiata esistenza borghese di Marie e Michel, ex-rapinatori “rivoluzionari” (un po’ anarchici, un po’ ultragauche, molto hippie) rientrati nei ranghi a spese dell’amico fraterno Simon, che invece è finito in prigione. Dopo diciassette anni Simon torna libero e va a cercare i compagni. Cosa vuole da loro? Perché dissemina la loro villa di microspie? Chi gli ha dato i soldi per comprare un camper e le tecnologie che ci tiene dentro? Quel che è certo: Simon prova simpatia per la figlia adolescente di Marie, Nausicaa, che ama le zone umide intorno a casa, le piante e gli animali. Tra sottotesti che richiamano l’Amleto e l’Odissea e détournements di classici della letteratura francese, Quadruppani narra da un’angolatura inattesa fenomeni come il recupero commerciale dei cambiamenti di costume post-68 e della «rivoluzione sessuale». Nel mentre, come in altri suoi libri, esplora – criticandole, ma comprendendone le ragioni – le alternative individuali alla lotta di classe. Scorciatoie solipsistiche. Vendette disilluse. Uniche vie praticabili da chi non può rifarsi in altro modo delle ingiustizie subite”.

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[2024-09-24] Una violenza “normale”: dialogo sul potere di polizia a partire dal caso bolognese @ Vag61 https://balotta.org/event/una-violenza-normale-dialogo-sul-potere-di-polizia-a-partire-dal-caso-bolognese #polizia.unvocabolariodell'ordine #francescacancellaro #valeriomonteventi #enricogargiulo #giuliafabini #simonetuzza #polizia #Vag61
Una violenza “normale”: dialogo sul potere di polizia a partire dal caso bolognese

– alle 19: discussione collettiva – a seguire: cena sociale Negli ultimi tempi le tante esperienze di conflitto sociale che attraversano Bologna sono state in grado di aprire fertili contraddizioni nel contesto politico cittadino e di movimentare il dibattito pubblico, dovendo però fare i conti con l’ennesima ondata di criminalizzazione e compressione del dissenso: alla raffica di denunce e misure cautelari si sono affiancate numerose circostanze in cui le forze di polizia si sono rese protagoniste di gravi violenze durante la manifestazioni, intimidazioni, molestie, uso del taser. Situazioni simili si sono verificate anche in altre città e a livello nazionale, contemporaneamente, il Governo ha impresso una preoccupante accelerazione alle politiche autoritarie e securitarie perseguite negli anni da centrodestra e centrosinistra, soffocando duramente i diritti e le libertà di chi porta avanti lotte sociali, scende in piazza o vive all’interno di luoghi di detenzione. Ma quanto c’è di eccezionale in tutto questo? Quanto, invece, la violenza della polizia è tanto discrezionale quanto “normale”, perchè il suo agire è strutturalmente guidato non dall’obiettivo di combattere il crimine, come molte/i tendono a pensare, bensì da quello di preservare un ordine sociale e difendere lo status quo, riproducendo classi e gerarchie? E su quali strumenti ragionare per contrastare il potere di polizia? Ne parliamo con Giulia Fabini, Enrico Gargiulo e Simone Tuzza (autorə del libro “Polizia. Un vocabolario dell’ordine” – Mondadori, 2024) insieme a Francesca Cancellaro (avvocata), a Valerio Monteventi (Vag61) e ad attivistə di Plat, Làbas e altre realtà sociali. * Polizia. Un vocabolario dell’ordine. Il libro prova a entrare nel ‘laboratorio segreto’ della polizia, dove le distinzioni sociali e le gerarchie sono riprodotte, le classi «pericolose» sono separate da quelle «laboriose» e chi sta ai margini viene tenuto a bada. Contribuendo a plasmare una società ordinata e rispettosa dei valori condivisi dalla maggioranza della popolazione e dal potere politico, l’istituzione poliziale agisce per mantenere lo status quo. Attraverso un approccio critico, il volume intende demistificare un immaginario piuttosto diffuso e radicato, che vede la polizia titolare della missione costitutiva di prevenire e reprimere il crimine, e vuole provare a fornire una lettura differente: l’istituzione poliziale agisce come catena di trasmissione delle visioni e degli orientamenti valoriali che le sono propri e che caratterizzano il contesto di cui è parte, contribuendo a plasmare un ordine sociale piramidale e stratificato. Giulia Fabini Criminologa critica, è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. Si occupa di controllo dei confini, detenzione amministrativa, polizia, carcere. Enrico Gargiulo Sociologo, è professore associato e insegna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Si occupa di cittadinanza, immigrazione, strumenti di governo delle popolazioni e polizia. Simone Tuzza Criminologo, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, ateneo dove insegna Sociologia della devianza e Criminologia. Si occupa di polizia, hate speech e abuso sui minori.

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Una violenza “normale”: dialogo sul potere di polizia a partire dal caso bolognese

Vag61, martedì, 24 settembre (19:00)

https://balotta.org/event/una-violenza-normale-dialogo-sul-potere-di-polizia-a-partire-dal-caso-bolognese

Una violenza “normale”: dialogo sul potere di polizia a partire dal caso bolognese

– alle 19: discussione collettiva – a seguire: cena sociale Negli ultimi tempi le tante esperienze di conflitto sociale che attraversano Bologna sono state in grado di aprire fertili contraddizioni nel contesto politico cittadino e di movimentare il dibattito pubblico, dovendo però fare i conti con l’ennesima ondata di criminalizzazione e compressione del dissenso: alla raffica di denunce e misure cautelari si sono affiancate numerose circostanze in cui le forze di polizia si sono rese protagoniste di gravi violenze durante la manifestazioni, intimidazioni, molestie, uso del taser. Situazioni simili si sono verificate anche in altre città e a livello nazionale, contemporaneamente, il Governo ha impresso una preoccupante accelerazione alle politiche autoritarie e securitarie perseguite negli anni da centrodestra e centrosinistra, soffocando duramente i diritti e le libertà di chi porta avanti lotte sociali, scende in piazza o vive all’interno di luoghi di detenzione. Ma quanto c’è di eccezionale in tutto questo? Quanto, invece, la violenza della polizia è tanto discrezionale quanto “normale”, perchè il suo agire è strutturalmente guidato non dall’obiettivo di combattere il crimine, come molte/i tendono a pensare, bensì da quello di preservare un ordine sociale e difendere lo status quo, riproducendo classi e gerarchie? E su quali strumenti ragionare per contrastare il potere di polizia? Ne parliamo con Giulia Fabini, Enrico Gargiulo e Simone Tuzza (autorə del libro “Polizia. Un vocabolario dell’ordine” – Mondadori, 2024) insieme a Francesca Cancellaro (avvocata), a Valerio Monteventi (Vag61) e ad attivistə di Plat, Làbas e altre realtà sociali. * Polizia. Un vocabolario dell’ordine. Il libro prova a entrare nel ‘laboratorio segreto’ della polizia, dove le distinzioni sociali e le gerarchie sono riprodotte, le classi «pericolose» sono separate da quelle «laboriose» e chi sta ai margini viene tenuto a bada. Contribuendo a plasmare una società ordinata e rispettosa dei valori condivisi dalla maggioranza della popolazione e dal potere politico, l’istituzione poliziale agisce per mantenere lo status quo. Attraverso un approccio critico, il volume intende demistificare un immaginario piuttosto diffuso e radicato, che vede la polizia titolare della missione costitutiva di prevenire e reprimere il crimine, e vuole provare a fornire una lettura differente: l’istituzione poliziale agisce come catena di trasmissione delle visioni e degli orientamenti valoriali che le sono propri e che caratterizzano il contesto di cui è parte, contribuendo a plasmare un ordine sociale piramidale e stratificato. Giulia Fabini Criminologa critica, è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. Si occupa di controllo dei confini, detenzione amministrativa, polizia, carcere. Enrico Gargiulo Sociologo, è professore associato e insegna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Si occupa di cittadinanza, immigrazione, strumenti di governo delle popolazioni e polizia. Simone Tuzza Criminologo, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, ateneo dove insegna Sociologia della devianza e Criminologia. Si occupa di polizia, hate speech e abuso sui minori.

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Il carcere è un "nodo alla gola": il video della presentazione del XX Rapporto di Antigone

I numeri, la detenzione femminile, il fenomeno dei suicidi, la sofferenza mentale delle/i detenute/i e il nodo psicofarmaci, le violenze e gli abusi da parte della polizia: pubblichiamo la registrazione video dell'iniziativa con Valeria Verdolini, Elia De Caro, Valerio Monteventi e Giulia Fabini che

Zic.it | Zeroincondott★
In Emilia-Romagna quasi 300 detenute/i a rischio suicidio

Il 9,8% a Ferrara, il 14% a Bologna, il 46% a Ravenna. "I numeri dei suicidi in carcere sono aumentati significativamente", segnala Antigone, che stasera a Vag61 presenta il XX Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia, significativamente intitolato "Nodo alla gola". Intanto alla Dozza mai c

Zic.it | Zeroincondott★
Presentazione del XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – “Nodo alla gola”

Intervengono: Valeria Verdolini (presidente di Antigone Lombardia e ricercatrice) Elia De Caro (difensore civico di Antigone e avvocato del Foro di Bologna) Valerio Monteventi (Vag61) Modera: Giulia Fabini (presidente di Antigone Emilia-Romagna) A seguire: Dibattito aperto e poi cena sociale Anche quest’anno, Antigone pubblica il Rapporto sulle condizioni di detenzione, frutto del lavoro dell’Osservatorio che, dal 1998, visita tutte le carceri in Italia grazie a un’autorizzazione annuale del ministero della Giustizia. Il rapporto, consultabile liberamente a questo link [https://www.rapportoantigone.it/ventesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/], quest’anno è intitolato “Nodo alla Gola”. Il titolo richiama i suicidi che avvengono nelle carceri italiane, un numero percentualmente molto più alto rispetto alla società libera. Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, questi numeri sono aumentati significativamente, richiedendo una riflessione attenta sulle cause del malessere in carcere: non solo il sovraffollamento, che da sempre affligge il sistema italiano, ma anche la mancanza di attività, cure, spazi adeguati e personale addetto al trattamento. A titolo esemplificativo, il rapporto tra il personale giuridico-pedagogico e i detenuti è di 1 a 80, mentre quello della polizia penitenziaria è di 1 a 2. È inoltre importante considerare le variazioni delle condizioni della quotidianità detentiva tra le diverse carceri e sezioni , chiedendosi in quali condizioni si trovavano le persone che in carcere hanno deciso di togliersi la vita. Un ruolo cruciale è giocato anche dalla sofferenza mentale, spesso presente già all’ingresso in carcere o causata dall’esperienza detentiva stessa, frequentemente legata a situazioni di politossicità e trattata con psicofarmaci. Durante l’evento, parleremo delle molte forme di violenza in carcere, dalle più evidenti come gli abusi di polizia, a quelle più sottili che segnano l’esperienza di molti detenuti. Presenteremo i dati del rapporto per offrire una panoramica dello stato delle carceri in Italia, approfondendo il tema della violenza in carcere, con un focus sulla situazione dell’istituto per minorenni “Beccaria” di Milano. Dedicheremo inoltre un approfondimento alla detenzione femminile, che mostra come la quotidianità detentiva possa variare notevolmente a seconda anche del genere. Infine, discuteremo anche dell’istituto penale di Bologna. A seguire, ci sarà un dibattito e confronto aperto. Durante la serata, sarà possibile tesserarsi ad Antigone Emilia-Romagna per sostenere le attività dell’associazione.

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Presentazione del XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – “Nodo alla gola”

Vag61, martedì, 2 luglio (19:00)

https://balotta.org/event/presentazione-del-xx-rapporto-di-antigone-sulle-condizioni-di-detenzione-nodo-alla-gola

Presentazione del XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – “Nodo alla gola”

Intervengono: Valeria Verdolini (presidente di Antigone Lombardia e ricercatrice) Elia De Caro (difensore civico di Antigone e avvocato del Foro di Bologna) Valerio Monteventi (Vag61) Modera: Giulia Fabini (presidente di Antigone Emilia-Romagna) A seguire: Dibattito aperto e poi cena sociale Anche quest’anno, Antigone pubblica il Rapporto sulle condizioni di detenzione, frutto del lavoro dell’Osservatorio che, dal 1998, visita tutte le carceri in Italia grazie a un’autorizzazione annuale del ministero della Giustizia. Il rapporto, consultabile liberamente a questo link [https://www.rapportoantigone.it/ventesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/], quest’anno è intitolato “Nodo alla Gola”. Il titolo richiama i suicidi che avvengono nelle carceri italiane, un numero percentualmente molto più alto rispetto alla società libera. Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, questi numeri sono aumentati significativamente, richiedendo una riflessione attenta sulle cause del malessere in carcere: non solo il sovraffollamento, che da sempre affligge il sistema italiano, ma anche la mancanza di attività, cure, spazi adeguati e personale addetto al trattamento. A titolo esemplificativo, il rapporto tra il personale giuridico-pedagogico e i detenuti è di 1 a 80, mentre quello della polizia penitenziaria è di 1 a 2. È inoltre importante considerare le variazioni delle condizioni della quotidianità detentiva tra le diverse carceri e sezioni , chiedendosi in quali condizioni si trovavano le persone che in carcere hanno deciso di togliersi la vita. Un ruolo cruciale è giocato anche dalla sofferenza mentale, spesso presente già all’ingresso in carcere o causata dall’esperienza detentiva stessa, frequentemente legata a situazioni di politossicità e trattata con psicofarmaci. Durante l’evento, parleremo delle molte forme di violenza in carcere, dalle più evidenti come gli abusi di polizia, a quelle più sottili che segnano l’esperienza di molti detenuti. Presenteremo i dati del rapporto per offrire una panoramica dello stato delle carceri in Italia, approfondendo il tema della violenza in carcere, con un focus sulla situazione dell’istituto per minorenni “Beccaria” di Milano. Dedicheremo inoltre un approfondimento alla detenzione femminile, che mostra come la quotidianità detentiva possa variare notevolmente a seconda anche del genere. Infine, discuteremo anche dell’istituto penale di Bologna. A seguire, ci sarà un dibattito e confronto aperto. Durante la serata, sarà possibile tesserarsi ad Antigone Emilia-Romagna per sostenere le attività dell’associazione.

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Lotte e infiltrati in salsa bolognese

di Giovanni Iozzoli Valerio Monteventi, Lo sgherru dell’autunno caldo, DeriveApprodi, Bologna 2023, pp. 388, € [...]

Carmilla on line
Presentazione del libro “La fabbrica dei sogni”

Iniziativa a cura di Mediterranea Bologna [https://www.facebook.com/profile.php?id=100077990629104] Ospiteremo la presentazione del libro “La fabbrica dei sogni”, sull’esperienza di ex-GKN e Collettivo di fabbrica lavoratori GKN [https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze], edito da Edizioni Alegre [https://www.facebook.com/EdizioniAlegre]. Il libro ci racconta la storia di Agata, “una donna nata in una famiglia contadina e operaia. Il luogo è una fabbrica abbandonata dal padrone, che gli operai si ostinano a non abbandonare: la Gkn di Campi Bisenzio. Quando Agata incontra questa lotta, dopo il licenziamento di 500 operai e la chiusura dello stabilimento, succede un miracolo: la vita e la scrittura, l’amore e le storie insorgono”. L’esperienza di ex-GKN è quella di una delle più importanti lotte degli ultimi anni in Italia. La storia della ex-fabbrica ha determinato una mobilitazione trasversale che si è espressa nella grande manifestazione che si è tenuta a Bologna il 22 ottobre 2022, evento che ha visto la partecipazione di 30.000 persone e nella quale si è concretizzata la convergenza , sostenuta e partecipata da numerose iniziative e soggettività plurali. La lotta di ex-GKN è una lotta che riguarda tuttx, una lotta che porta un’interazione di soggettività apparentemente diverse come operaix, studentx, persone in movimento. Nelle differenze, ci troviamo invece a condividere sfide e immaginari futuri. Una lotta che non si limita ai cancelli della fabbrica, ma che straripa per interagire con tutte quelle soggettività che vivono ingiustizie, soprusi e violenza istituzionalizzata. Vi aspettiamo numerosx giovedì alle ore 19,30 a Vag61 per la presentazione di “La fabbrica dei sogni”. Saranno con noi Valentina Baronti, l’autrice, e Valerio Monteventi. Seguirà cena benefit per la realizzazione della seconda edizione Festival della working class organizzato all’interno degli spazi di ex-GKN il 5-6-7 aprile.

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