Dimanche / Le Lieu Unique / En stock :
Gilles Deleuze / Félix Guattari, Qu'est-ce que la philosophie ? Les éditions de Minuit, 2011.
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RÁDIOS LIVRES NA ITÁLIA - FÉLIX GUATTARI E TETSUO KOGAWA (1980)

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Falo sobre a relação com as redes sociais e proponho algumas lições que o movimento das Rádios Livres e os movimentos que lutam por terra e território têm a nos ensinar sobre a necessidade de ocuparmos o mundo virtual com a ajuda do fediverso.
https://educacaoregenerativa.substack.com/p/e-hora-de-ocupar-territorios-no-mundo
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É hora de ocupar territórios no mundo virtual

O que as Rádios Livres e os Movimentos Sociais têm a nos ensinar?

Educação Regenerativa
Bluesky

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FÉLIX GUATTARI: A ERA PÓS-MÍDIA. SUBJETIVIDADE E MASSMEDIA/MEIOS DE COMUNICAÇÃO (1991)

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Félix Guattari :
- Chaosmose.
- Lignes de fuite, pour un autre #monde de possibles.
- Désir et révolution
- Qu'est-ce que la #philosophie ?
- Le Portique n° 20 : territoires et devenirs, avec Gilles Deleuze.

"La pensée ne se constitue que dans ce rapport où elle risque toujours de sombrer."

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Fondazione Baruchello

Gianfranco Baruchello
A partire dal dolce | Doux comme saveur

Inaugurazione venerdì 25 ottobre 2024
ore 18.00 – 20.00
26 ottobre 2024 – 10 marzo 2025
CENTRE POMPIDOU
Espace des Collections, Niveau 4

Doux comme saveur, 1979, still da film (nell’immagine Gianfranco Baruchello)

Venerdì 25 ottobre 2024 alle ore 18.00, in occasione delle iniziative organizzate nell’ambito del centenario della nascita di Gianfranco Baruchello (Livorno 1924 – Roma, 2023), il Centre Pompidou presenta per la prima volta la versione integrale di Doux comme saveur (A partire dal dolce). Progetto multimediale di Gianfranco Baruchello, è costituito da circa 24 ore di interviste condotte, a Parigi (nella casa di Baruchello e in altri luoghi),  dallo stesso artista a filosofi, scrittori e psicoanalisti, tra i quali Noëlle Châtelet, David Cooper, Félix Guattari, Alain Jouffroy, Pierre Klossowski, Gilbert Lascault, Jean-François Lyotard, ed anche a operai immigrati, pasticceri dell’industria dolciaria e responsabili della didattica nei musei. Il film è il risultato di un ampio progetto concepito nel 1978-1979 sul sapore dolce, negli anni della lunga azione Agricola Cornelia S.p.A. (1973-1981), e in particolare su come possa un sapore essere il punto di partenza di ricordi, storie, riflessioni politiche e culturali sul proprio tempo (gli immaginari, gli stereotipi culturali, i sistemi di potere), per arrivare a pensare la morte animale, la putrefazione della carne, proprio come risultati della violenza, del potere culturale e dello sfruttamento della natura.

L’opera sarà presentata in una installazione su più schermi, insieme a: l’originale del libro in copia unica realizzato da Baruchello, disegni di bambini della scuole elementari, disegni e note manoscritte dell’artista, il film In quarantasette secondi, del 1969. Il libro – risultato dal montaggio di materiali appartenenti ai suoi archivi di lavoro, ritagliati e incollati, e di note manoscritte, secondo un procedimento ricorrente nella sua pratica  – costituì il punto di partenza per una serie di riflessioni con gli intervistati, che si articolarono in assoluta libertà, senza condizionamenti o parametri da rispettare, e che proprio per questo arrivarono a toccare questioni personali, appartenenti alle sfere del sogno, del rimosso, dell’inconscio. Dal “sapore dolce”, che ognuno intese in una maniera personale, la conversazione, condotta da Baruchello con la collaborazione di Alberto Grifi alle riprese, toccò questioni di filosofia, psicoanalisi, arte, industria dolciaria, fino a trattare il “dolce” attraverso il latte animale, la maternità, il corpo, la fiaba, la guerra, la politica, la morte.

Fu lo stesso Baruchello nel 1979 a descrivere così la sua operazione sul sapore dolce:

“La scelta di questo film è stata influenzata dalla constatazione personale di assenza di dolce/dolcezza dalla propria vita e dal mondo circostante. Parlarne può essere stata, almeno all’inizio, un’attività non lontana dall’esorcismo. Da quel non chiaro umore iniziale, quella fame, quell’assenza, e dopo molti anni di attenzione al cibo e al rapporto sacro di questo con lo spirito, nasce dunque l’idea che il dolce sia il segno stenografico primordiale di ogni sapore derivante dall’atto di mangiare: latte materno, succo zuccherino del frutto, miele delle api, manna mandata al popolo di Dio nel deserto, ecc. Un itinerario che si complica, devia, si arricchisce dirama attraverso 150 pagine di un oggetto simile a un libro fatto di note, prospetti, disegni foto e fotocopie, ritagli non diversi nell’aspetto da altre precedenti operazioni para-letterarie, extra media da me fatte (per esempio il libro L’altra casa edito da Galilée con prefazione di Jean-François Lyotard questo stesso anno). Il libro, ma si tratta soltanto di fogli di carta sommariamente rilegati, si presta ad essere messo nelle mani di terzi cui chiedere cosa ne pensano sia del libro che, più generalmente, dell’argomento che sembra trattare. I terzi che sono poi un insieme molto difforme di filosofi, scrittori, poeti, pittori, operai, preti, bambini e forse anche, riuscendone a trovare qualcuno disposto a parlarci, uomini politici, militari, poliziotti, direttori di carcere o manicomio”.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, nel Cinéma du Musée du Centre Pompidou (sempre al Niveau 4), sarà proiettato Verifica incerta, film sperimentale del 1964 di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi, risultato della distruzione e del rimontaggio di circa 150 mila metri di pellicola di 47 film degli anni Cinquanta e Sessanta (per lo più film commerciali americani), acquistati da Baruchello come rifiuti destinati al macero. Il film, già parte della Collezione del Centre Pompidou, venne proiettato per la prima volta a Parigi nel Centro di Postproduzione Poste Parisien nella primavera del 1965, con la partecipazione di Marcel Duchamp, cui era dedicato, davanti a un pubblico d’eccezione, tra cui Max Ernst, Alain Jouffroy e Man Ray. Nel 1966, in occasione della mostra personale di Baruchello presso la Galleria Cordier & Ekstrom a New York, John Cage lo presentò al Solomon R. Guggenheim Museum.

A proposito del montaggio, operazione concettuale alla base di tutto il suo lavoro, Baruchello, nel 1978, scriveva:

“Il montaggio è infatti per il mio lavoro, il 60% dell’operazione filmica, e i molti brevi film che ho fatto, avevano un preciso senso parallelo al mio lavoro di pittore. Quest’ultimo consiste in un’operazione ‘multistrato’ che richiede (non diversamente dal meccanismo del pensiero) continue mutazioni, cortocircuiti, sovrapposizioni, ecc.”.

Questo nuovo allestimento di Doux comme saveur (A partire dal dolce) presso il Centre Pompidou, è stato possibile grazie a Philippe-Alain Michaud, Jonathan Pouthier, in collaborazione con Enrico Camporesi, Carla Subrizi e la Fondazione Baruchello.

Qui il comunicato stampa

https://slowforward.net/2024/10/25/baruchello-centre-pompidou-oggi/

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