Carl Schmitt e Friedrich von Hayek, le due facce del progetto libertario
di Jean-Marie Harribey, ex professore associato di scienze economiche e sociali ed ex docente presso l'Università di Bordeaux, dal suo blog, tratto da una "nota per gli economisti sgomenti" dello stesso autore e intitolata "Le radici intellettuali del libertarismo e della cosiddetta democrazia illiberale" che si può leggere qui nel suo testo intero (in francese) Quasi un secolo dopo la Grande Depressione degli anni Trenta, il capitalismo globale sta nuovamente attraversando una crisi multidimensionale – socioeconomica ed ecologica – segnata da crescenti tensioni geopolitiche, guerre e una crescente competizione tra grandi aziende e tra stati. L'ascesa al potere di regimi autoritari, illiberali e persino di estrema destra potrebbe segnare la probabile fine di un ciclo, quello che negli anni Ottanta e Novanta fu definito neoliberista, perché il pensiero e le politiche libertarie vennero alla ribalta. Tra le radici intellettuali di questo movimento, ci concentreremo su due figure emblematiche: un giurista, Carl Schmitt, l'altro economista, Friedrich von Hayek, che posero le basi del libertarismo, arrivando a prevedere la fine della democrazia, o almeno, nel linguaggio corrente, l'instaurazione di una "democrazia illiberale". (nell'immagine in alto Carl Schmitt a sinistra e Friedrich von Hayek a destra). […]


