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10 anni di baobab experience + elenco di appuntamenti (a partire da oggi) + lettera al governo sul caso almasri

Ricevo e molto volentieri rilancio la più
recente newsletter di Baobab Experience:

Sono passati 10 anni dallo sgombero di Ponte Mammolo che ha dato inizio all’esperienza di Baobab Experience. E visto che 10 è un gran bel numero, ci sembrava il caso di festeggiarlo. Sarà un anno all’insegna della restituzione alla collettività di tutto quello che abbiamo imparato sul campo: con eventi, dibattiti, incontri di formazione e tanto altro. Non solo per raccontare quello che siamo e che siamo stati in tutto questo tempo, ma per permettere a sempre più persone di avvicinarsi e comprendere il mondo di oggi: le sfide, le politiche nazionali ed internazionali, e, sopra ogni cosa, che cosa sia, davvero, la migrazione. Perché un mondo diverso è possibile, e noi vogliamo contribuire a costruirlo.

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Bisogna avere il coraggio di inventarsi l’avvenire
Thomas Sankara

Come è iniziato questo 2025

Questa newsletter doveva avere al centro il racconto di cosa sono stati questi dieci anni, ma i fatti di cronaca delle ultime settimane hanno reso necessario un taglio diverso. Di questi dieci anni avremo modo di parlare a lungo, oggi purtroppo troverete soprattutto il caso Almasri e quello che ha significato per la comunità di Baobab e per il Paese.

Dai campi di via Cupa al Welcome Center di via Tiburtina: una vittoria di tuttə

Dalla mobilitazione della società civile seguita allo sgombero di Ponte Mammolo che aveva creato un impasse nei centri di accoglienza, e che di fatto ha sancito l’inizio di questa avventura, ne sono successe di cose: siamo cresciutə, ci siamo costituitə associazione, abbiamo ampliato le nostre aree di intervento. Ma ci hanno anche sgomberato 42 (42!) volte, ci sono stati due processi a nostro carico, entrambi conclusi con esito positivo (il primo con archiviazione richiesta dall’accusa, e il secondo con assoluzione). Eravamo quelli di “Yes we camp!”, quelli che il giorno stesso dello sgombero erano già operativi da un’altra parte. Abbiamo chiesto per anni, in ogni modo, alle istituzioni di riconoscere la realtà del fenomeno del transito, e di offrire un posto dignitoso e sicuro alle persone in movimento. Per questo nostro compleanno un po’ speciale non poteva esserci un’apertura migliore dell’inaugurazione del Welcome Center di via Tiburtina, che offre finalmente, dopo anni di rivendicazioni e lotte, uno spazio pubblico di ascolto e supporto alle persone migranti, in una co-progettazione tra il Municipio II di Roma, Baobab Experience e altre realtà del terzo settore.

Oggi è un giorno particolarmente importante, e non vi nascondo un’emozione forte. Sono passati dieci anni da quando in questo piazzale c’erano centinaia e centinaia di donne, uomini e bambini. Era la primavera del 2015, ed era la prima cosiddetta crisi migratoria. Si trattava di figure che non venivano riconosciute: la figura del migrante in transito, delle persone in movimento. Donne e uomini che arrivavano dagli sbarchi, dai campi in Libia, da quelli in Tunisia. Arrivavano da viaggi difficili, da violenze, da torture, e non trovavano nulla, se non un pezzo di società civile. Quel pezzo di società civile ha resistito in questi anni, in molti modi. Sono passati dieci anni, quarantadue sgomberi, due processi di cui uno per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, da cui siamo stati chiaramente assolti. Ma la vera assoluzione, il fatto che non stessimo commettendo un reato, è quello che siamo riusciti a fare oggi: un luogo aperto a donne, uomini e bambini che hanno bisogno.

– Andrea Costa, Presidente di Baobab Experience, durante l’inaugurazione del Welcome Center

Questo è solo l’inizio

È stato un lavoro lungo, che ha coinvolto tante parti. È stata anche una sfida nuova, perché la sinergia con le istituzioni e con altre associazioni richiede mediazione, saper dialogare, talvolta fare un passo indietro. Stiamo ancora capendo il modo in cui noi stessə interagiremo con questo nuovo spazio, quali sportelli si sposteranno lì, e in che modo e che tempistiche riusciremo anche a renderlo il nuovo luogo fisico del nostro presidio umanitario. Ci servirà senz’altro una mano: essere nel piazzale della Stazione Tiburtina ci permetterà di intercettare più persone che avranno bisogno del nostro supporto. Ad esempio, se ti piace cucinare, puoi iniziare a prendere contatti per poterci aiutare nei momenti di difficoltà: scrivi a baobabexperience@gmail.org. A breve organizzeremo anche un nuovo open day, resta aggiorntə tramite i social per non perderlo!

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Arresto e rilascio di Osama Najim ‘Al Masri’ Habish:
una delle cose più brutte viste in questi anni

“Gli amici dei trafficanti siete voi!”. Lo abbiamo detto nelle piazze, in strada, alle manifestazioni. Sono anni che solleviamo questo cartello, e siamo forse embratə esageratə. Forse anche un po’ aggressivə. Poi è arrivato il 20 Gennaio.

Il 20 Gennaio pomeriggio, un messaggio di uno dei nostri ospiti ci informava, esultante e un po’ sconvolto, della cattura di Osama Najim ‘Al Masri’ Hamish (di seguito Almasri), capo della polizia giudiziaria libica, comandante della milizia Rada e della prigione di Mitiga. La notizia, che aveva appreso dai media libici, veniva nel frattempo confermata in Italia da Avvenire, e dava finalmente speranza di giustizia alle vittime del torturatore. Mentre seguivamo con attenzione il susseguirsi di notizie, emergeva che su Almasri pendeva un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale. Finalmente! Dopo anni di denunce, non solo la corte riconosceva in Almasri un criminale reo di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità — tra cui violenza, stupro anche di bambini piccoli, omicidio, tortura, persecuzione e detenzione inumana —, ma la polizia italiana lo aveva addirittura arrestato! E tuttavia, seguendo questi temi ormai da anni, c’era qualcosa che non tornava. Che cosa ci faceva Almasri in Italia? Cosa era venuto a fare? Perché girava per l’Italia con tanta sicurezza? Come poteva evolvere una storia del genere?

Purtroppo oggi che scriviamo questa newsletter, alcune domande hanno trovato risposta, altre ancora no, e sembra sempre più difficile ottenerla. Almasri non solo non è più in carcere, ma è stato rimandato in fretta e furia al suo posto, in Libia. Nessun processo, nessuna giustizia.

In questa situazione vergognosa e terribile ci siamo ritrovatə nella posizione delicata e privilegiata di avere ospite, in uno dei nostri progetti abitativi, Lam Magok, una delle vittime di Almasri e che era stato sentito dalla Corte penale internazionale. Lam è una persona forte e determinata, che ha sempre usato la sua voce per denunciare i crimini che avvengono in Libia: non ha esitato ad accettare la responsabilità e la fatica di ripercorrere quei drammi e testimoniarli, per chiedere giustizia alla Presidente Meloni.

Gli siamo gratə perché grazie al suo coraggio, a quello di David Yambo (portavoce di Refugees in Libya) e di Mahamat Daoud, nei nostri media, per qualche giorno, c’è stato spazio per un racconto differente, culminato in una conferenza stampa a Montecitorio. Un racconto che ha mostrato in tutta la sua crudezza e barbarie quello che succede in Libia, un paese e un sistema che dal 2017 finanziamo per trattenere le persone migranti. Un paese, e un memorandum, che di fatto, quelli sì, ci rendono ricattabili.

In fondo a questa newsletter trovate la versione integrale della lettera che David e Lam hanno scritto alla Presidente Meloni e ai ministri e sottosegretari coinvolti e che hanno diffuso dopo la conferenza stampa. La riportiamo perché pensiamo dica tutto quello che c’è da dire.

L’azione legale

A seguito delle scelte politiche che hanno determinato la vanificazione del mandato di arresto e l’impossibilità del processo ad Almasri, Lam ha deciso di sporgere denuncia contro Nordio, Piantedosi e Meloni per aver di fatto garantito una via di fuga al criminale libico e di averlo sottratto alla giustizia internazionale. La denuncia è stata sporta il 3 Febbraio. Di seguito il comunicato stampa.

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Lam Magok denuncia il Governo italiano

Lam Magok Biel Ruei, vittima di Osama Almasri, denuncia il Governo italiano per “favoreggiamento”: le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia.

L’inerzia del ministro della Giustizia – il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale – e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico.

Osama Almasri è indagato per crimini atroci quali detenzione illegittima, persecuzione, trattamento crudele, tortura stupro, violenza sessuale e omicidio.

“Io sono stato vittima e testimone di queste atrocità, orrori che ho già raccontato alla Corte penale internazionale – commenta Lam Magok – ma il Governo italiano mi ha reso vittima una seconda volta, vanificando la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sue violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando. Una possibilità che – prosegue Lam – era diventata concreta grazie al mandato d’arresto della Corte penale internazionale e che l’Italia mi ha sottratto”.

“Faccio questo – conclude Lam – nella convinzione che l’Italia si possa ancora definire uno Stato di diritto, dove la legge è uguale per tutti, senza subire sospensioni o eccezioni, e dove le persone definite pericolose a causa dei crimini commessi vengano consegnate alla giustizia e non ricondotte comodamente nel luogo dove hanno commesso e continueranno a commettere atrocità”.

L’iniziativa legale è del Signor Lam Magok.

Baobab Experience supporta, condivide e sostiene la decisione di Lam, attraverso lo staff legale dell’Associazione, nella figura dell’Avv. Francesco Romeo e attraverso l’Ufficio comunicazione.

 

Per approfondire

Due interviste a Lam, “Io, torturato da Almasri e dai suoi miliziani: ho preso così tante botte che pensavo di morire” (La Repubblica, 23/01/2025) e «L’ho visto uccidere nel carcere di Mitiga». Il racconto sul libico Almasri liberato dal governo Meloni (Domani, 24/01/2025 )

Il video di Piazza Pulita in cui Lam racconta la sua esperienza (23/01/2025)

Qui (Internazionale) e qui (Avvenire) trovi un riassunto di quello che non torna e dei punti rimasti aperti sul caso Almasri, e su cui il governo continua a non fare chiarezza. Nel primo trovi anche un’intervista a Lam.

Qui c’è invece la conferenza stampa dei rifugiati vittime di Almasri, convocata dalle opposizioni a Montecitorio.

Qui invece il rapporto del Consiglio per i diritti umani dell’ONU sulle violazioni dei diritti umani in Libia

La pagina Refugees in Libya documenta quotidianamente la situazione delle persone migranti in Libia.

Questi giorni sono stati anche fondamentali per la presentazione, al Parlamento Europeo, a Bruxelles, di un’inchiesta sul traffico e la vendita di persone tra Tunisia e Libia. Qui trovi il rapporto, mentre in questo articolo puoi leggerne una sintesi.

Se invece vuoi capire meglio cosa sia la Libia adesso, questo libro di Nancy Porsia è una lettura illuminante.

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Nuovo anno, nuova tessera!

Se credi in quello che facciamo, puoi dirlo con un gesto: diventa sociə.

La tessera ha un costo di 30 euro, che contribuiscono, come sempre, a finanziare le attività che svolgiamo. Ma è anche molto di più: è un modo per dire che credi in un approccio diverso, e che ti riconosci nei nostri ideali e nella nostra pratica quotidiana. Se vuoi tesserarti, scrivi a baobabexperience@gmail.com

  • Per donare con bonifico bancario:
    Baobab Experience
    Iban: IT60I0501803200000016788945
    BIC/SWIFT: ETICIT22XXX
  • Per donare con PayPal clicca qui 

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    Proviamo a chiudere su una nota bella:
    inaugurazione della Casa della Solidarietà

Venerdì 31 Gennaio è stata inaugurata la Casa della Solidarietà, uno spazio confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla società civile. Adesso quello spazio avrà al centro la giustizia sociale, e Baobab Experience è partner di questo progetto: la Casa della Solidarietà diventerà una delle sedi della Scuola di Alì, la scuola di italiano per stranieri di Baobab Experience, e sarà utilizzata anche per laboratori artistici ed espressivi per lə nostrə ospiti.

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Appuntamenti

6 febbraio: Giornata di commemorazione in memoria delle persone morte e sparite al confine. Ci vediamo al Welcome Center di Tiburtina (Pizzale della Stazione Tiburtina) alle 18:00. Per questa occasione ci sarà una mobilitazione internazionale che si svolgerà in varie città e paesi: in Italia, oltre a Roma, ci saranno iniziative a Ventimiglia, Milano, Oulx, Messina e Parma. Qui puoi trovare tutte le informazioni.

13 febbraio: Casa Internazionale delle Donne, Festa del Tesseramento dell’Unione Donne Italiane. Intervengono Sara Anna Gaeta (Baobab Experience) e Maryam e Faezeh, ospiti iraniane di Baobab Experience. Ore 17, via della Penitenza 37, Roma

14 febbraio: Sinistra Anticapitalista ci ha invitato a raccontare il nostro punto di vista sulla vicenda Almasri e spiegare in modo più approfondito cosa succede in Libia. L’evento è aperto a tuttə: ci vediamo alle ore 19:00 in via dei Latini 73, Roma

20 febbraio: incontro con lə studentə del liceo classico Giulio Cesare, Roma

Dopo gli incontri presso i licei Righi e Tasso tenuti a gennaio, questo mese ci vedrà impegnatə al Giulio Cesare, come parte della nostra attività di testimonianza nelle scuole. Sono i primi tasselli di questo anniversario dei dieci anni, e ci piacerebbe poter coinvolgere quante più scuole possibile. Se sei insegnate/genitore/preside e vorresti che la tua scuola partecipasse a questa serie di incontri, contattataci a baobabexperience@gmail.com Che sia una scuola primaria, secondaria o università: noi ci siamo sempre.

A presto!

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Lettera a Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano

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Egregi Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Ministro Matteo Piantedosi, Ministro Carlo Nordio e Sottosegretario Alfredo Mantovano,

vi scriviamo in qualità di portavoce dei Rifugiati in Libia ma anche come vittime e sopravvissuti di Osama Najim Almasri. I nostri corpi portano i segni dei suoi crimini e le nostre menti sono piene di ricordi che nessun essere umano dovrebbe sopportare. Quando Almasri è stato arrestato a Torino, abbiamo creduto, anche se per poco, che la giustizia potesse raggiungere quelli di noi che hanno conosciuto solo la sofferenza. Ma voi ci avete tolto questa speranza, rispedendolo in Libia, dove continuerà a fare del male ad altri, come ha fatto a noi.

Il dolore per questo tradimento è profondo. È lo stesso dolore che ci portiamo dietro da anni. Siamo venuti in Italia in cerca di protezione e siamo grati per la sicurezza che abbiamo trovato. Ma la nostra dignità, rubata in Libia, è stata rubata di nuovo qui.

L’Italia era un Paese in cui credevamo, un Paese che parlava di giustizia e di diritti umani. Ma la giustizia non ci è stata data. Al contrario, abbiamo assistito alla liberazione dell’uomo che ci ha torturato. E mentre scriviamo questa lettera, altri stanno ancora soffrendo sotto lo stesso sistema che ci ha brutalizzato. Oggi i migranti in Libia vivono in condizioni peggiori delle prigioni. Vengono torturati per ottenere un riscatto, venduti come proprietà, violentati, affamati e lasciati morire. Quelli che si trovano ancora nella prigione di Mitiga, dove Almasri ha costruito il suo impero di crudeltà, non conoscono altro che il dolore. La stessa Libia con cui lavorate, finanziate e a cui stringete la mano è diventata una terra di sofferenza infinita per chi non ha potere.

Ora sappiamo che l’Italia non ha solo le dita in Libia, ma ha le mani intere sepolte nei suoi affari e può dire chi è libero o meno.

Non siete solo testimoni di ciò che accade in quel Paese, ma contribuite a plasmarlo. Non si può affermare di combattere il traffico di esseri umani mentre si fanno accordi con chi ne trae profitto.

Non potete definire Almasri “pericoloso” mentre lo proteggete dalla giustizia.

Non potete definirvi difensori dei diritti umani mentre lasciate le persone a marcire nelle prigioni libiche.

Pertanto, Vi chiediamo:

• La cessazione immediata di tutti gli accordi tra Italia e Libia che consentono abusi nei confronti dei migranti.

• Un impegno pubblico per chiedere il rilascio di tutti coloro che sono ancora imprigionati a Mitiga e in altri centri di detenzione in Libia.

• Una spiegazione ufficiale del perché Almasri, che il vostro stesso Governo ha definito pericoloso, sia stato rilasciato invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale.

• Un percorso legale per i migranti intrappolati nei centri di detenzione libici, compresa la riapertura dell’Ambasciata Italiana a Tripoli per l’ottenimento di visti umanitari.La giustizia non può essere selettiva. Non può servire i potenti mentre gli impotenti vengono scartati. L’Italia deve rispondere delle sue scelte.

Cordiali saluti,

David Yambio, Lam Magok e le vittime di Osama Najim Almasri

Roma, 29 gennaio 2025

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Da Torino alla guerra in Ucraina: l'obiezione di coscienza è una storia ancora viva

La legge che ha riconosciuto l’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia ha compiuto 50 anni da poco. Nel saggio "Non un uomo né un soldo" Marco Labbate ha ripercorso gli snodi della sua approvazione. Il 1949 fu un anno importante, con la condanna di Pietro Pinna, primo obiettore che impose un netto rifiuto della violenza

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Carmilla on line
(@_Seebruecke_) RT by @sfr_ev: #AndreaCosta, der Vorsitzende einer italienischen Hilfsorganisation, wurde zusammen mit zwei weiteren Aktivisten in Rom freigesprochen, nachdem sie wegen des Vorwurfs der Beihilfe zur illegalen Migration angeklagt waren. #Solidaritywillwin https://nitter.namazso.eu/_Seebruecke_/status/1521577236855468032#m
Seebrücke (@_Seebruecke_)

#AndreaCosta, der Vorsitzende einer italienischen Hilfsorganisation, wurde zusammen mit zwei weiteren Aktivisten in Rom freigesprochen, nachdem sie wegen des Vorwurfs der Beihilfe zur illegalen Migration angeklagt waren. #Solidaritywillwin

Nitter

#AndreaCosta und 2 weitere Aktivist*innen wurden wurden vom absurden Vorwurf der Beihilfe zur illegalen Einwanderung freigesprochen! Die x-te Kriminalisierung endet mit dem x-ten Freispruch.

#Solidarität ist kein Verbrechen!

📷 Baobab Experience

🔵 LA SOLIDARIETÀ NON È REATO: assoluzione per @BaobabExp e #AndreaCosta. Ancora una volta un'accusa per "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina" finisce nel nulla. Anni di inchieste e fango per concludere che sostenere la libertà di movimento non è un crimine.Avanti!
La solidarietà non è un reato. Assolto Andrea Costa e tutti gli attivisti di Baobab Experience - Osservatorio Repressione

Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, assolto dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Assolti anche tutti gli altri imputati

Osservatorio Repressione
Andrea Costa assolto: la solidarietà non è reato, i respingimenti di Frontex sì - Radio Città Fujiko

Il presidente di Baobab Experience Andrea Costa assolto con formula piena dall'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La solidarietà non è reato.

Radio Città Fujiko

Heute entscheidet der Gerichtshof in Rom, ob #AndreaCosta schuldig oder unschuldig ist.

Wenn Andrea schuldig ist, sind wir alle schuldig. Die Kriminalisierung von Gastfreundschaft ist das wirkliche Verbrechen.

Solidarität ist kein Verbrechen!
Gastfreundschaft ist kein Verbrechen!
Migration ist kein Verbrechen!

#DropTheCharges #LetSolidarityWin