𝐒𝐯𝐢𝐳𝐳𝐞𝐫𝐚 / 𝐈𝐧 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐚 𝐁𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐢ù 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐟𝐨𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐍𝐞𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨: 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝟓𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐟𝐚
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𝐒𝐯𝐢𝐳𝐳𝐞𝐫𝐚 / 𝐈𝐧 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐚 𝐁𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐢ù 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐟𝐨𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐍𝐞𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨: 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝟓𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐟𝐚
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Svizzera / In mostra a Berna il più antico fodero per arco del Neolitico: risale a 5mila anni fa
Mario Galloni
Dal ghiaccio eterno alle sale di un museo, uno dei reperti più sorprendenti dell’archeologia neolitica è ora finalmente visibile al pubblico. Si tratta del più antico fodero per arco neolitico ad oggi mai scoperto, ritrovato nel 2003 sul passo dello Schnidejoch, nelle Alpi bernesi, e oggetto di uno dei più complessi interventi di conservazione degli ultimi decenni. Dal 16 maggio è esposto al Museo storico di Berna in una mostra che ripercorre le tecnologie e l’ingegno degli uomini che qui vissero 5.000 anni fa.
Estrazione di un pezzo di fodero di arco dal ghiaccio dello Schnidejoch nel 2005. © Servizio archeologico del Cantone di Berna, Kathrin GlauserIl fodero per arco neolitico: una scoperta sensazionale
Durante la torrida estate del 2003, un escursionista si è imbattuto in un oggetto all’apparenza semplice: sembrava una lunga guaina di corteccia di betulla, che riconsegnò prontamente al museo. Le successive analisi rivelarono però che l’oggetto era in realtà qualcosa di eccezionale: un fodero per arco lungo 170 cm, risalente al 2800 a.C., che serviva probabilmente per custodire un set di equipaggiamento da tiro con l’arco.
Rilievo 3D delle misure del fodero. © Servizio archeologico del Canton Berna, Sandra EichenbergerAlta tecnologia nel passato remoto
Il fodero, composto da strati sovrapposti di corteccia cuciti insieme con rafia e rinforzati con legno, è una prova tangibile della maestria tecnica posseduta dalle genti del Neolitico. Leggero, impermeabile e resistente, funzionava come un moderno contenitore e proteggeva efficacemente l’arco. Anche Ötzi, la celebre mummia di Similaun, trasportava con sé oggetti simili, realizzati in corteccia di betulla.
Guarda il video
https://youtu.be/ku32BbIemPU?si=mW6HgqIDvg-wwQr6
Il misterioso (e anonimo) arciere svizzero è stato soprannominato “Schnidi”. Resta per il momento ancora senza volto, ma le ricerche nel frattempo hanno restituito parte del suo corredo: due punte di freccia in selce prodotte nella regione di Olten, un arco e alcune aste di frecce, rinvenute in punti differeenti del ghiacciaio.
Pulizia del fodero dell’arco. © Servizio archeologico del Canton Berna, Sandra EichenbergerUn caso complicato di conservazione archeologica
Garantire una adeguata conservazione dei reperti è difficilissimo a causa dell’estrema fragilità del materiale con cui sono realizzati. Per questo, dopo un primo tentativo rivelatosi fallimentare, l’antichissimo fodero è stato congelato di nuovo in attesa di tempi migliori. Che sono arrivati grazie al progetto di ricerca “Unfreezing History”, promosso dall’Università delle Arti di Berna e dall’Università di Berna, con il sostegno del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica.
Il fodero dell’arco e l’attrezzatura da tiro con l’arco dello Schnidejoch dopo il trattamento di conservazione. © Servizio archeologico del Canton Berna, Roger Grisiger, Philippe Joner e Badri RedhaLo studio ha portato alla creazione di un metodo semplice ma efficace, che prevede l’essiccazione controllata del reperto a temperatura ambiente su una specie di supporto avvolgente, così da garantirne la stabilità nel tempo.
Esame del fodero dell’arco. © Servizio archeologico del Canton Berna, Sandra EichenbergerLa mostra: un viaggio nel Neolitico
La mostra al Museo storico di Berna, grazie all’allestimento fa intuire la difficoltà gli scavi condotti sul ghiacciaio, espone l’intero equipaggiamento da tiro con l’arco che aveva con sé “Schnidi”: il fodero, l’arco, tre aste e due punte di freccia. Un modello 3D interattivo e un’animazione digitale consentono inoltre di apprezzare ogni dettaglio, dalla costruzione alla sua straordinaria, e per certi versi virtuosistica, conservazione.
Info sulla mostra: www.bhm.ch
Per saperne di più sul fodero:
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L’équipement d’archer néolithique retrouvé sur le Schnidejoch sera exposé au Musée d’Histoire de Berne à partir du 16 mai 2025. La pièce maîtresse de cet ensemble unique datant de près de 5000 ans est un fourreau d’arc en écorce de bouleau. Après sa découverte en 2003, il a d’abord été remis dans la glace car, à l’époque, on connaissait mal le comportement de l’écorce de bouleau au séchage. Le Service archéologique du canton de Berne a pu mener à bien le processus complexe de traitement de cette trouvaille en vue de sa conservation, une vingtaine d’années après sa découverte.
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