Storia della Béchamel: Dalla Corte del Re Sole alle Lasagne
Béchamel: come una dama francese rivoluzionò la cucina con latte e burro
Dalla corte del Re Sole alle lasagne: le origini nobili di una salsa versatile
Nella raffinata atmosfera della corte di Luigi XIV, il Re Sole, dove l’opulenza e l’eleganza dettavano legge, nacque una delle salse più iconiche della gastronomia mondiale: la Béchamel. Sebbene il suo nome sia legato al marchese Louis de Béchameil, finanziere del re, la sua storia nasconde un affascinante intreccio di influenze e innovazioni, dove il ruolo di donne visionarie e cuochi talentuosi si fonde con il mito.
Un’eredità tra Italia e Francia
Le radici della Béchamel affondano in un dialogo culinario tra Italia e Francia. Caterina de’ Medici, sposa del futuro re Enrico II, portò con sé dalla Firenze rinascimentale chef italiani che introdussero in Francia tecniche e salse raffinate, come la salsa colla, un antenato cremoso a base di latte e farina. Questa preparazione, usata nelle lasagne dell’epoca, fu il seme di una rivoluzione. Nei secoli, i cuochi francesi, maestri nel perfezionamento, sostituirono il brodo con il burro – allora simbolo di lusso – creando una salsa vellutata e versatile.
La nascita di un mito alla corte del Re Sole
Fu François Pierre La Varenne, pioniere della cucina francese, a codificare nel 1651 la prima ricetta della Béchamel nel suo libro Le Cuisinier François. La salsa, inizialmente dedicata al marchese de Béchameil, divenne emblema della haute cuisine. Ironia della storia, Béchameil non fu un cuoco ma un nobile che probabilmente godé dei meriti del suo chef anonimo, figura spesso dimenticata nelle cronache dell’epoca. La Béchamel, con la sua semplicità – burro, farina, latte, noce moscata – incantò per l’equilibrio e l’adattabilità, diventando una delle “salse madri” della tradizione francese.
Da Versailles alle cucine italiane: l’incontro con le lasagne
Mentre in Francia la Béchamel arricchiva sughi e gratin, in Italia trovò una nuova dimora. Nelle regioni del nord, come l’Emilia-Romagna, sostituì la ricotta nelle lasagne, donando cremosità e legando strati di pasta, ragù e parmigiano. Questo matrimonio culinario, frutto di scambi culturali, trasformò un piatto popolare in un’icona della festa, simbolo di una cucina che supera confini.
Leggenda e realtà: il ruolo delle donne
Sebbene la storia celebri uomini, è plausibile che donne nobili e cuoche sconosciute abbiano contribuito all’evoluzione della Béchamel. Nelle cucine dei palazzi, spesso gestite da donne, sperimentazioni con latte e burro potrebbero aver plasmato la salsa. Caterina de’ Medici, mecenate della gastronomia, e figure come Madame de Maintenon, moglie morganatica di Luigi XIV, incarnano quel fermento femminile che, sebbene poco documentato, fu motore di innovazione.
La Béchamel oggi: un’eredità senza tempo
Oltre le lasagne, la Béchamel vive in piatti globali: dal croque-monsieur alle moussaka greche, dai soufflé ai gratin. La sua ricetta, immutata nei secoli, è testimonianza di come ingredienti umili possano diventare arte, grazie a intuizione e passione. Una dama francese, reale o metaforica, continua così a regnare in pentole e forni, ricordandoci che la cucina è sempre storia di incontri, genio e trasformazione.
La Béchamel, come molte preparazioni culinarie classiche, ha subito un’evoluzione negli usi e nelle applicazioni, e alcuni dei suoi impieghi originari sono oggi poco noti o caduti in disuso. Ecco alcuni esempi storici e ipotesi su come la salsa potesse essere utilizzata in contesti diversi da quelli attuali:
Salsa di accompagnamento per carni e pesci “nobili”
Nei ricettari del XVII-XVIII secolo, come Le Cuisinier François (1651) di La Varenne, la Béchamel era descritta come una salsa per arricchire carni bianche (come vitello o pollame) e pesci delicati, spesso serviti alla corte del Re Sole. A differenza delle salse medievali speziate e acide, la sua cremosità era ideale per esaltare ingredienti raffinati senza coprirne il sapore. Con il tempo, questo uso si è ridotto, soppiantato da salse più complesse (es. velouté o olandese) o da approcci culinari più leggeri.
Addensante per zuppe e “potage”
Nei secoli passati, la Béchamel (o la sua antenata “salsa colla”) era utilizzata per dare corpo a zuppe cremose o “potage”, un piatto simbolo della cucina aristocratica francese. Con l’avvento di tecniche moderne e brodi più concentrati, questo ruolo è stato gradualmente abbandonato.
Dolci e preparazioni “inedite”
Esistono tracce di ricette del ’700 in cui la Béchamel era mescolata a zucchero, uvetta o frutta candita per creare dessert cremosi, simili a budini. Questo uso, legato alla moda delle salse dolci-salate nel Rinascimento, è scomparso con la separazione netta tra piatti dolci e salati nella cucina moderna.
Sostituto dello spezzatino medievale
Prima della Béchamel, molte salse medievali (come la cameline, a base di cannella e aceto) accompagnavano carni stufate. La Béchamel, più neutra, potrebbe aver inizialmente sostituito queste salse in alcuni stufati, prima che il ragù e le riduzioni di vino diventassero dominanti.
Perché alcuni usi sono scomparsi?
- Cambiamenti nei gusti: La cucina dell’800 privilegiò salse più leggere e meno farinose.
- Innovazioni tecniche: L’uso del roux fu perfezionato, ma salse come la velouté (a base di brodo) divennero più versatili.
- Semplicità moderna: Oggi la Béchamel è associata a piatti “comfort food” (lasagne, gratin), mentre gli usi più elaborati sono rimasti confinati nella haute cuisine storica.
Un uso moderno per le nuove esigenze:
Nella mia personale ricerca delle sostituzioni a vario titolo, anche la leggendaria Besciamella è passata attraverso i miei filtri e ne ho fatto una versione vegan e senza glutine.
Facevo bollire un litro di acqua con un etto di riso Carnaroli fino al completo assorbimento, aggiungevo un etto di lievito secco in scaglie ( per darle un pò di corpo perchè intendiamoci il riso lessato nell’acqua è letteralmente insapore) e poi frullavo tutto e diventava un gel semitrasparente a cui aggiungevo del burro di soia, (un etto, usavo “Provamel” era eccellente) , e del latte di riso o panna di soia per trovare la giusta densità. Infine regolavo di sale e noce moscata.
Quindi senza latticini né glutine e infine mettendone da parte un poco senza noce moscata diventa una crema per mantecare un risotto senza usare il burro e il formaggio.
Uno sguardo contemporaneo ci viene da chef come Julia Child, che nella sua opera “Mastering the Art of French Cooking” (1961), ha reso accessibile la cucina francese al pubblico americano. Anche lei riconosce l’importanza della béchamel come base per molte preparazioni classiche:
“Ogni aspirante cuoco francese deve imparare a preparare una buona béchamel. È una delle fondamenta della nostra cucina, un elemento essenziale per salse, gratin e molti altri piatti deliziosi.”
La Béchamel è un esempio di come una salsa possa attraversare secoli, adattandosi a mode, ingredienti e necessità. Molti dei suoi usi antichi sopravvivono solo nei libri di storia gastronomica, ma la sua essenza – latte, burro e farina – resta un pilastro della cucina, testimone di un dialogo tra innovazione e tradizione.