La notizia dei laboratori contoterzisti cinesi che producono il made in Italy mette a nudo le contraddizioni di un sistema che da un lato ostenta l'eccellenza italiana e dall'altro si appoggia a filiere opache.
Cade la maschera dei belli e bravi. Ma è una verità che si conosceva da tempo.
Il primo maggio 2023 raccontavo questo:
Made in “Chitaly”: Chinese workers operating in Italy
What happens in Italy is no different. In order to keep their higher profit margins, brands commission productions to Chinese laboratories, asking for the lowest price. So the dream of “Made in Italy” is kept alive, at least for those with no sense of quality. Forget any minimum wage!
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