Lorenzo Tosa
Ieri sera, a PiazzaPulita, Corrado Formigli ha rivolto alla Presidente Giorgia Meloni DIECI DOMANDE DIECI sulla libertà di stampa e sull’informazione in Italia.
Una più attuale e necessaria dell’altra.
“Gentile Presidente Meloni,
lei sull’attentato a Sigfrido Ranucci ha fatto questa dichiarazione:
"Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori inalienabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere".
Benissimo.
Io, però, a questo punto le domando:
Come si può conciliare la libertà di stampa che lei invoca con le querele a raffica che vengono fatte sistematicamente dal suo partito, dal suo governo, a tutti i giornalisti, a tutte le trasmissioni che esprimono delle critiche verso il governo stesso?
Come si concilia la libertà di stampa con il rifiuto di rinunciare anche alle querele più temerarie che ci siano, e lo sono quasi tutte, intimidatorie, temerarie, e che vanno a finire in archiviazione o in assoluzione?
Come si concilia la libertà di stampa con l'occupazione sistematica, pervicace e pervasiva della RAI?
Come si concilia la libertà di stampa con l'idea che perfino il direttore del principale telegiornale pubblico potrebbe potenzialmente diventare, come lei gli aveva proposto, suo portavoce a Palazzo Chigi?
Come si concilia questo elogio dell'informazione e della democrazia attraverso l'informazione con il varo di norme che rendono impubblicabili ordinanze di custodia cautelare, intercettazioni che sono vitali per formare e informare l'opinione pubblica?
Come si concilia la libertà di stampa con i giornalisti spiati con il software Paragon?
Come si concilia la libertà di stampa con le centinaia di ore di girato della famosa inchiesta ‘Lobby Nera’?
Come si concilia la libertà di stampa con le veline del sottosegretario Fazzolari inviate ogni mattina ai giornalisti ‘amici’ affinché vengano pubblicate?
Come si concilia la libertà di stampa con gli attacchi ai conduttori sgraditi fatti addirittura attraverso l'account ufficiale del primo partito italiano, Fratelli d'Italia, partito al governo?
Come si concilia la libertà di stampa con il suo sistematico sottrarsi alle domande?
Ecco. Allora, stasera, abbracciando Sigfrido Ranucci e la sua squadra di Report, mi domando: a che cosa servono tutte queste dichiarazioni di solidarietà se da domani poi nulla cambierà nei confronti di chi, per quanto sgradevole, per quanto sgradito, svolge un'attività necessaria per il buon funzionamento della democrazia, ossia il giornalista?”
Corrado Formigli ha fatto quello che quasi nessun giornalista oggi in Italia fa più: delle domande.
Di più, ne ha fatte dieci.
Che puntualmente non riceveranno alcuna risposta.
Ma proprio per questo era necessario fare.
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