Scoperta a Scandicci: dagli scavi di Badia di Settimo emerge una capanna altomedievale

Elena Percivaldi

Importante scoperta a Scandicci (Firenze), dove gli scavi in corso presso la Badia di Settimo, da poco conclusi, hanno riportato in luce i resti di una capanna di epoca altomedievale.

Il ritrovamento è stato effettuato dagli archeologi della Soprintendenza ABAP di Firenze nel corso delle indagini che accompagnano i restauri della Badia, portati avanti dalla Fondazione Opera della Badia di Settimo. Seppur ostacolata varie volte dai ripetuti allagamenti, l’indagine ha già portato a numerose scoperte, che forniscono nuovi dati e dettagli sulla storia del complesso monastico, intitolato a San Salvatore e San Lorenzo. In questo caso, però, ad essere illuminate sono le vicende anteriori alla sua fondazione, avvenuta intorno all’anno Mille.

L’Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo (Wikimedia Commons / Sailko – CC BY 3.0)

I resti di una Grubenhaus sotto il chiostro

Nel corso degli scavi per la sistemazione del trecentesco Chiostro dei Melaranci gli archeologi hanno infatti trovato per la prima volta resti di strutture precedenti alla Badia di Settimo, risalenti all’epoca altomedievale. Una di queste, a pianta circolare, si trova a una profondità di circa due metri rispetto all’attuale piano del chiostro. L’ipotesi è che si tratti di una “Grubenhaus”, una capanna seminterrata, con il fondo scavato direttamente nel terreno.

I resti della Grubenhaus, trovati sotto il chiostro

Strutture del genere, sorrette da pali e caratterizzate da semplici pareti in legno e terra e da una copertura vegetale, sono comuni nell’alto Medioevo in Europa centrale e orientale. In Italia appaiono più rare ma sono in ogni caso ben documentate archeologicamente: citiamo ad esempio i casi di Collegno (TO), Frascaro (AL) e soprattutto quello, molto noto, di Siena1.

Ricostruzione di una Grubenhaus, simile a quella trovata a Scandicci

Datazione tra l’VIII ed IX secolo d.C.

I materiali ceramici trovati in corrispondenza della capanna, ossia recipienti per la cucina – olle, testi, teglie – e per la tavola – boccali e recipienti per liquidi – e un manico in osso decorato, suggeriscono secondo gli archeologi una datazione tra l’VIII ed IX secolo d.C. Un rinvenimento molto significativo “perché attesta lo stanziamento, in questo punto della pianura di Settimo, di una piccola comunità o nucleo rurale già diversi secoli prima della fondazione dell’abbazia”.

Un manico in osso decorato, databile all’VIII-IX secolo d.C.

Informazioni più approfondite arriveranno, naturalmente, dal sistematico studio dei materiali, che avverrà nelle prossime settimane via via che i dati emersi dallo scavo saranno riordinati e catalogati.

  • Marco Valenti, I villaggi altomedievali in Italia [A stampa in The archaeology of early medieval villages in Europe, a cura di Juan Antonio Quirós Castillo, Bilbao 2009 (Documentos de Arqueología e Historia), pp. 29-55 © dell’autore – Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, http://www.retimedievali.it]. ↩︎
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    Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato