Il caso di Tony (Sex in Seattle #1) di Eli Easton
CW: molestie, spoiler a tutto spiano nella recensione
Descrizione: Tutto inizia con Tony DeMarco, un investigatore privato, che per seguire un’indagine sull’omicidio di una giovane donna finge di essere un paziente del dottor Jack Halloran, il terapista che aveva avuto in cura la vittima in una clinica del sesso di Seattle. Non è la prima volta che Tony agisce sotto copertura, ma di certo è la prima volta che ha voglia di stare “sotto le coperte” con un uno dei suoi sospettati. Non ne può fare a meno, Jack Halloran è proprio il tipo di eroe dagli occhi di ghiaccio per cui ha sempre avuto un debole. Ma dovrà provare l’innocenza di Halloran e riuscire a non far scoprire il suo piano, prima di farsi avanti.
Anche il Dr. Halloran ha i suoi problemi da risolvere, primo fra tutti il braccio destro ferito in Iraq quando era un chirurgo al fronte e il disturbo post traumatico da stress che ne è conseguito. La sua attrazione per un nuovo paziente lo confonde, e Tony, il ragazzone italiano con gli occhi da cucciolo, con il suo senso dell’umorismo riesce ad aggirare le sue difese, facendo affiorare in lui cose che credeva ormai dimenticate.
Ma riusciranno il dottore e l’investigatore privato a far sbocciare la loro storia nonostante i segreti che li dividono?
In tutta onestà, questo romanzo ha acceso ogni mio campanello di allarme già dalla descrizione: però c’era un personaggio demisessuale ed era anche stato tradotto in italiano, per cui mi sono sentita in dovere di dargli una possibilità. Quello che proprio non mi sarei aspettata è che mi facesse incazzare prima ancora di arrivare alla rappresentazione di asessualità e demisessualità – che comunque è pessima, ma andiamo con ordine.
La scena che mi ha fatto venire voglia di lanciare l’ereader è la seguente: siamo in uno studio medico e, siccome il dottore intuisce che il suo nuovo paziente gli sta mentendo riguardo a un’immaginaria dipendenza dal sesso, si alza e gli afferra il pacco. Così, de botto, senza senso (cit.). Non so voi, ma dopo una scena così sgradevole faccio fatica a vedere il dottor Halloran come un bravo dottore – o una brava persona in generale.
Il disagio aumenta poi la la visita ai genitali e alla prostata: immagino che Easton volesse strizzare l’occhio a chi ha il fetish per l’ambito medico, ma a queste persone mi sento di dire, con il cuore in mano, di girare alla larga da questo libro per non rischiare di sporcare il loro immaginario erotico con questa roba.
In questo sfacelo mi posso mai sorprendere che l’asessualità sia associata matematicamente al totale disinteresse per il sesso? Ma quando mai. Speravo che almeno alla demisessualità andasse meglio, ma in realtà, sebbene venga data la definizione corretta, poi questa è totalmente ignorata. Dove sarebbe la connessione emotiva tra i due protagonisti? Non mi risulta che l’esame della prostata e un bel faccino valgano come connessione emotiva.
L’unico motivo per cui mi sembra sensato che Easton abbia usato così la demisessualità è dare l’idea di persona che in cerca di una relazione seria, come se essere demisessuale ti mettesse in automatico nella casella “ragazzə da sposare”, senza che altre caratteristiche siano rilevanti. Immagino sia per questo che alla demisessualità è stato affiancato lo stereotipo dell’italo-americano tutto casa e famiglia, sexy ma con gli occhi da cucciolo.
Ci meritiamo di meglio.
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