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Time for a new #Introduction.

Inside me there is a battle between two Nicks.

One lives on LinkedIn. He is a champion of #technology and of people who use it to improve our lives. For #esa he seeks ways for #space and #satellites to transform #European #industries, and he channels the support of their #governments towards them.
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One lives on Mastodon. They recognise their privilege and luck in being a tall, white, middle-aged middle-class, educated, able-bodied, startlingly handsome cishet man. They feel the righteous rage of Ned #Ludd, witnessing the destruction as #tech and #capitalism degrade #society and the #environment. And they seek the company of #woke and open people, who lighten the load with kindness and truth, humour, empathy and strength.
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gianfranco faina, ludd, settanta/milieu

● in preparazione, nella collana Settanta delle edizioni Mileu: Gianfranco Faina. Difendere la libertà diffondere la libertà ovunque, di Anna Marsilii e Giorgio Moroni

● qui di seguito, un testo di Alfredo Passadore su Ludd a Genova (1969-1971)

[…] [Nel ’68 a genova] poteva accadere che, iscrivendosi a Filosofia, si inciampasse in qualcosa di imprevisto e si venisse finalmente a contatto con qualcuno che lo spirito radicale dei tempi sembrava davvero incarnarlo. Era un gruppo di amici che ruotava attorno a Gianfranco Faina, docente di Storia Moderna, personaggio di spicco della sinistra non allineata. Uscito dal Pci dell’invasione dell’Ungheria, coerentemente radicale ma mai stalinista, Faina aveva dato vita prima al circolo Rosa Luxemburg e poi, ai tempi in cui lo conobbi, alla Lega degli operai e degli studenti, trasformatasi in Ludd. Rispetto alle solite prediche più o meno progressiste e alle critiche su posizioni oltranziste ai partiti tradizionali della sinistra (erano gli anni in cui Pajetta bollava gli studenti di «lupi mannari» e Pasolini si scioglieva in lodi insensate dei giovani poliziotti, a suo dire ben più autentici dei borghesi studenti) i luddisti citavano Paul Cardan, Socialisme ou Barbarie e la prima critica radicale al delirio burocratico sovietico, parlavano di autogestione e soprattutto, per bocca di Mario Lippolis, ironico e sarcastico oratore nelle assemblee di Filosofia, dei situazionisti francesi, gruppo allora sconosciuto ai più e ben lungi dal profluvio di citazioni a sproposito di cui sarebbero diventati vittime in futuro.
Immediatamente attratto da un discorso che finalmente pareva tener conto dello spirito dei tempi, e del nuovo che prepotentemente si affacciava, ricordo ancora i consigli non richiesti di qualche compagno di allora che suggeriva di non prestar loro ascolto in quanto provocatori, ingenui spontaneisti, predicatori del nulla e via insultando. Fortunatamente non lo feci e venni così a conoscenza di concetti sicuramente cruciali, come quello di critica della vita quotidiana (non aspettiamo la rivoluzione a venire, ma combattiamo già da subito il potere dell’alienazione all’interno delle nostre singole esistenze), di comunismo consigliare (non serve un partito egemone, guida e coscienza, ma piuttosto una miriade di consigli che si autogestiscono e decidono sul loro immediato futuro), di società dello spettacolo (la teoria di Debord sulla spettacolarizzazione della merce e sulle deflagranti conseguenze nelle società contemporanee) di «detournement» (la capacità di rovesciare la realtà, mostrandone in controluce gli autentici significati), di deriva metropolitana (il vagabondaggio creativo che trasforma concretamente il modo di vivere nelle città). Così, mentre all’indomani dell’invasione di Praga da parte dei sovietici, qualcuno arrivava a scrivere che «il socialismo si difende anche con i carri armati», mentre tanti inneggiavano al libretto rosso e alla «rivoluzione culturale», che altro non era se non una spietata epurazione voluta dallo strapotere maoista, i luddisti, in modo ironico e giocoso, lanciavano le loro provocazioni, dimostrandosi eccentrici rispetto a tanto neo conformismo di maniera.
Oltre all’Internazionale situazionista, si leggevano «Do It» di Jerry Rubin che raccontava le forme creative della lotta alle lobby negli Usa, i romanzi di Victor Serge che descrivevano dall’interno l’incubo staliniano, si pubblicava un opuscolo sulla cui copertina campeggiava ironicamente il motto «Il lavoro rende liberi» del lager di Aushwitz. E nella sede di Ludd in via San Luca, nel triennio in cui Ludd ebbe vita dal ’69 fino al ’71, transitavano personaggi dello spessore di Giorgio Cesarano, poeta anarchico e analista attento della contemporaneità, Mario Perniola, allora responsabile della rivista «Agar Agar», Jacques Camatte, a sua volta editore di «Invariance», divenuto poi psicogeografo e sostenitore di soluzioni assai simili a quelle pensate dai comontisti, mentre si allacciavano rapporti con gruppi milanesi, torinesi e romani.
A Roma, nella sede del Film Studio 70 di Amerigo Sbardella e Annabella Miscuglio, ricordo fumose riunioni interrotte dal passare di bellezze eteree succintamente vestite, accolte da improvvisi e attenti silenzi. E il sapore dolciastro e intenso di un «fumo» mai provato fino allora. Circolo e abitazione sorgevano a Trastevere, a pochi passi da Regina Coeli e disponevano di una sala dove si proiettavano film dell’avanguardia internazionale, tutto aveva orari assurdi e ti faceva sentire terribilmente provinciale.
Tra i gruppi amici quello dei torinesi spiccava per il radicalismo non solo predicato ma apparentemente anche duramente praticato. Editavano una rivista, «Acheronte»: il «fiume infernale si è rimesso in moto» procedendo spedito verso la rivoluzione, e avevano dato vita all’Organizzazione consigliare, in linea con le teorie di autogestione praticate anche a Genova. Il personaggio di spicco, Riccardo D’Este, era stato allora in galera e si diceva fosse stato tra i protagonisti della rivolta carceraria delle Nuove. Aveva fama ambigua, perché da sempre molti lo accusavano apertamente di essere un provocatore, addirittura, sosteneva qualcuno, un cripto fascista mascherato da gauchista. Quando finalmente comparve a Genova, lo fece in occasione di uno spettacolo teatrale recitato tra i vicoli del centro storico, il «Genovese Liberale» credo si intitolasse, e Riccardo e i suoi proposero di parteciparvi direttamente, trasformandolo dall’interno in una provocazione in presa diretta. Fu divertente, a tratti anche pericoloso, perché in qualche occasione si rischiò quasi il linciaggio. Per i torinesi il concetto di critica della vita quotidiana diventava spesso e volentieri un processo immediato alla vita di ogni giorno dei singoli individui: com’era possibile definirsi rivoluzionari e continuare a praticare il tran tran quotidiano come se nulla fosse? Tra i luddisti genovesi vigeva in effetti una stretta divisione tra vita famigliare e dimensione politica, le donne non partecipavano alle attività del gruppo e raramente venivano coinvolte, se si eccettuano i membri più giovani che invece tendevano a vivere tutto in coppia. D’Este al proposito aveva buon gioco nella sua critica radicale, anche se spesso i toni cadevano nell’eccesso e si facevano violenti, finendo per impaurire più che convincere. […]

● Tratto da: Gli anni del ’68. Voci e carte dall’Archivio dei Movimenti, il canneto editore, Genova 2017. (Si ringrazia).

#AlfredoPassadore #AnnaMarsilii #anni60 #Anni70 #anniSessanta #anniSettanta #collanaSettanta #DifendereLaLibertà #diffondereLaLibertà #EdizioniMilieu #Genova #GianfrancoFaina #GiorgioMoroni #Ludd #Milieu #Settanta

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Dr Joseph Toscano monthly talk on #TolpuddleMartyrs transported (1834) as convicts to Australia next Wednesday 19th June 6pm+ at Footscray Hotel.

162,000 convicts were transported to Australia between 1788 and 1868

Past talks videos on #Swing 1830, #Ludd 1812, #UnitedIrishmen 1798, Scottish #Jacobins 1794 & more:
https://www.youtube.com/@JosephToscano-Naarm/videos

See also
TolpuddleMartyrs Museum

https://www.tolpuddlemartyrs.org.uk/

Organises Tolpuddle Martyrs' Festival 2024 : 19th - 21st July

About
https://en.wikipedia.org/wiki/Tolpuddle_Martyrs

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En #Ludd han publicado una entrada que creo que las personas que les gusta #Dune de #FrankHerbert encontrarán interesante:

https://ludd.es/todo-el-mundo-quiere-ver-dune-pero-hace-60-anos-nadie-queria-publicar-la-novela/

Cuando Dune se publicó en una editorial de manuales de reparación de automóviles - LUDD

Ahora todo el mundo quiere ver Dune, pero hace casi 60 años, Frank Herbert tuvo que sudar mucho para que alguien le comprara una historia que nadie terminaba de entender. Esta fue la historia del nacimiento de la obra.

LUDD - Una página de tecnología escrita por y para seres humanos. De los creadores de Gizmodo en Español

“For me, a luddite is someone who looks at technology critically and rejects aspects of it that are meant to disempower, deskill or impoverish them. Technology is not something that’s introduced by some god in heaven who has our best interests at heart. Technological development is shaped by money, it’s shaped by power, and it’s generally targeted towards the interests of those in power as opposed to the interests of those without it."

#Luddism #Ludd

https://www.theguardian.com/technology/2024/feb/17/humanitys-remaining-timeline-it-looks-more-like-five-years-than-50-meet-the-neo-luddites-warning-of-an-ai-apocalypse

‘Humanity’s remaining timeline? It looks more like five years than 50’: meet the neo-luddites warning of an AI apocalypse

From the academic who warns of a robot uprising to the workers worried for their future – is it time we started paying attention to the tech sceptics?

The Guardian
Luddites rise up (proper Luddism, not the neo lib definition) - "... generating applause before a crowd formed around the car and covered it in spray paint, breaking its windows, and ultimately set it on fire."
#ludd #luddism
https://www.theverge.com/2024/2/11/24069251/waymo-driverless-taxi-fire-vandalized-video-san-francisco-china-town
A crowd destroyed a driverless Waymo car in San Francisco

A Waymo car was destroyed in San Francisco as a crowd began vandalizing it and ultimately set the car on fire. Nobody was in the vehicle at the time.

The Verge
@contreattaque Je conseille aux ouvrières et ouvriers de #Yara de casser les outils de production...#Ludd