notille da un social su “prima dell’oggetto” – reading a villa lais, 28 maggio 2025
grazie a déclic e a Villa Lais Legge per questa occasione di lettura.
è stato il battesimo dell’aria per il libro Prima dell’oggetto, bizzarro meccano entropico di prose 2004-2024 il cui assemblaggio devo al (come sempre generoso) ascolto e invito di Carlo Sperduti.
durante la one-man session di lettura mi sono prodotto in varie verbigerazioni critiche autocritiche, nelle quali ho fatto sfacciato ricorso alle parole “David” e “Lynch” unite insieme.
ho in definitiva cercato di spiegar(mi) perché l’anticlimax creato (soprattutto p. es. in Inland Empire) con certi modi di gestire un lentissimo movimento di macchina (tipo quando svoltando un angolo ci si rivela nientepopodimenoche un comodino, azzerando ogni horror) siano in qualche maniera legati per me a tre cose, nelle lettere che assemblo:
(1) l’inserimento nelle microprose di micromeccanismi di inceppamento o deviazione;
(2) la parallela defezione dello spettacolo in letteratura; e
(3) il non meno parallelo sgambetto che lo scrittore si autoimpone per schivare l’effetto e l’effato.
insomma un’altra strada stradina stradicciuola per non essere assertivi.
e poi: faccenda forse interessante è che questo libro è pure ahimé una complicata sfida che mi infliggo sul piano dell’esecuzione orale. non posso leggerlo come faccio con Oggettistica, salvo in qualche caso (brano).
è di fatto un aggeggio che si fa ‘scandire’ meno con la voce che con gli occhi. gli occhi, loro, percepiscono quello che i movimenti di macchina (cfr. sopra) implicano, non solo nella costruzione della visione testuale, ma anche nei dettagli e nanodettagli grammaticali e tipografici. le parentesi, gli incisi; e le ipotesi, i ritorni o echi tra pagina e pagina, …
ma il discorso qui si fa lungo e così i lettori scappano gettando grida. perciò pace, punto. qui il link al libro: https://www.declicedizioni.it/prodotto/prima-delloggetto/
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