Ho letto le dichiarazioni di Segre e ho pensato che avesse torto, perché mi pare che tutta questa discussione sull'uso del termine «genocidio», nel momento in cui ci troviamo, sia una contesa sulla lana caprina; poi ho letto alcuni commenti qui sul fediverso e ora penso che invece, in parte, abbia ancora ragione

#Segre #genocidio

@leodurruti Ammetto di sentirmi stupido ma non sto capendo la questione.

Non dare un nome a quanto sta accadendo dovrebbe limitare il sentimento vendicativo?
Non penso sia vero (magari fosse, mi viene da dire) e penso sia improprio, visto che un significato analitico mi pare ci sia (https://www.internazionale.it/notizie/omer-bartov/2025/07/25/gaza-genocidio).

L'antisemitismo, come qualsiasi razzismo, è un problema di per sé e non dipende da quali parole lə razzistə usano o non usano. Dipende dalla incapacità di riconoscere le persone come propri simili. Questa è poi la base per giustificare barbarie piccole o grandi.

È pacifico che ci sono manipolazioni della parola (qualsiasi si scelga) a seconda di chi la pronuncia; abbiamo visto la Russia non usare addirittura la parola "guerra".
Non mi sembra una strada sensata.

Sono uno studioso del genocidio, ne riconosco uno quando lo vedo

“La mia conclusione inevitabile è che Israele sta commettendo un genocidio contro il popolo palestinese” a Gaza, scrive lo studioso di Olocausto Omer Bartov sul New York Times, spiegando perché è giunto a questa conclusione. Leggi

Internazionale

@leodurruti Quello che succede forse, e lo vedo in persone a me vicine, è un "dimenticarsi", derivante forse da una comprensione superficiale, che il razzismo si applica sempre, non solo a favore o contro certi gruppi, altrimenti non funziona.
È questo che lascia prendere il sopravvento a sentimenti violenti, secondo me.

Parlo ovviamente di chi giudica da lontano e non di chi vive sulla sua pelle, che ha ben altri motivi per odiare.

@cirku17 neanche a me sembra una strada sensata, e infatti non solo credo che Segre abbia torto, ma credo pure che a questo punto non abbia più senso la discussione sul termine, che sia oziosa. Poi però quando leggo gente che si dichiara di sinistra dare la colpa collettiva del genocidio agli ebrei, o vomitare altre amenità con attitudine squadrista manco fossero uno chef Rubio qualsiasi, allora penso che qualche ragione, nel mettere in guardia su «la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull'altro dei due fronti più estremi sta producendo», ce l'ha, eccome.

Per il resto, il commento più sensato che ho letto qui sopra alle sue parole – che va bene per ogni discussione terminologica sul genocidio dei palestinesi – è questo:

https://puntarella.party/@carlux/114960372291516038

Carlo Ricchiardi (@carlux@puntarella.party)

Liliana Segre dice "Prima di tutto, non dobbiamo permettere che chi ha sentimenti antisemiti usi e manipoli la parola genocidio”. No. Prima di tutto li dobbiamo far smettere di compiere un genocidio. https://www.rainews.it/articoli/2025/08/gaza-segre-sullammonimento-di-grossman-la-parola-genocidio-e-troppo-carica-di-odio-4791eb56-55bb-4307-99d0-330881db190f.html

Puntarella

@cirku17 @leodurruti
E sempre a proposito della parola "guerra":

"L’orrore di ciò che sta accadendo a Gaza è ancora descritto dalla maggior parte degli osservatori come una guerra. Ma questo è un termine improprio. Nell’ultimo anno, le forze armate israeliane non hanno combattuto contro un corpo militare organizzato [...]
Oggi le forze armate israeliane sono impegnate principalmente in un’operazione di demolizione e pulizia etnica."