Sono giorni che cammino con questa storia, in silenzio, con un senso di oppressione. Cammino con lo sguardo di Rifat, acuto, penetrante, che mi guarda dritto nell'anima.
Penso a lui durante il giorno, e quando chiudo gli occhi vedo solo il suo volto, con il suo sguardo diretto.
Da quando è iniziata la guerra, ho avuto diversi periodi in cui ho visto gli occhi di qualcuno che non mi lasciava, occhi che minacciavano la mia serenità inesistente, non dandomi pace.
Ma da molto tempo ormai, mentre la morte dilaga e peggiora a Gaza, non ho avuto occhi che disturbassero la mia compostezza.
Fino a quando non ho incontrato lo sguardo di Rifat.
Do la colpa al sistema scolastico israeliano e allo Stato di Israele che hanno introdotto l'Olocausto nelle mie vene. ⬇️4