The Beach Boys – Surf’s Up [1971], una breve recensione
Sono in viaggio nel 1971, e dunque era d’obbligo fare tappa qui. L’ho ascoltato e riascoltato, ho letto e (a volte) cantato i testi, poi ne ho letto e riletto, perché non conosco così bene i Beach Boys e mi è parso, già dopo averlo ascoltato la prima volta, che dovessi conoscere la storia del disco per tentare di capirlo.
Una storia di come è uscito fuori quest’album, universalmente riconosciuto come l’ultimo buono dei Boys, è raccontata qui.
Alla fine del viaggetto mi siedo di fronte allə alt rock chick e faccio sì con la testa la maggior parte del tempo. E dunque: i capolavori del disco sono Long Promised Road e Surf’s Up. Ci arriva vicino Disney Girls (1957) ma, e qui dissento in parte da quello che scrive lə suddettə, il testo della canzone è un po’ un neo brutto sul volto di una canzone musicalmente splendida. Un tentativo venuto male di scrivere una Village Green, potrei avventurarmi a dire: qui manca l’intelligenza, l’ironia e la sensibilità dei Davies, qui la nostalgia sembra solo un sogno bigotto e conservatore. Mi associo invece all’autrice nell’elevare Lookin’ At Tomorrow (A Welfare Song) e nel dare qualche calcio ben assestato a A Day in the Life of a Tree, a cui ne aggiungerei un altro, cioè la cosa del titolo stupido che fa il verso alla più bella canzone dei Beatles. Student Demonstration Time, invece, è ovviamente indegna e da cestinare.
Per il resto, alti e bassi: alti gli arrangiamenti, ma soprattutto le melodie e le armonie vocali (sono pur sempre i Beach Boys, non è che certe cose a un certo punto le disimpari), bassi i testi. La copertina è bellissima; è un dipinto basato sulla scultura End of the Trail di James Earle Fraser, di autore anonimo (o comunque a me sconosciuto), e credo rappresenti bene Surf’s Up, il quale è anche, tra le altre cose, l’ennesima opera d’arte della musica popolare che attesta la morte degli anni Sessanta (non ne avevamo bisogno, ma quello è un altro discorso).
Questa breve recensione è stata pensata per e pubblicata su Rate Your Music, dove a volte mi diverto a dare voti alle canzoni (che è anche un modo per vedere se a distanza di tempo sono ancora d’accordo con me stesso), e dunque vi beccate anche i voti traccia per traccia:
A1 Don’t Go Near the Water: 7/10
A2 Long Promised Road: 9/10
A3 Take a Load Off Your Feet: 7/10
A4 Disney Girls (1957): 8/10
A5 Student Demonstration Time: 5/10
B1 Feel Flows: 8/10
B2 Lookin’ at Tomorrow (A Welfare Song): 8/10
B3 A Day in the Life of a Tree: 7/10
B4 ‘Till I Die: 8/10
B5 Surf’s Up: 9/10
Leo (@leodurruti@puntarella.party)
Sono capitato per caso nel 1971. Ieri sera ho messo su «In Search of Space» degli Hawkwind. Oggi, dopo aver ascoltato l'ultimo dei Faust uscito l'anno scorso (bello), mi sono andato a riascoltare il primo omonimo. Di solito quando mi accorgo di aver imboccato casualmente un anno musicale lo seguo senza farmi pregare, quindi ora ho messo su «Master of Reality» dei Black Sabbath https://youtu.be/1fqGIpkp2NU #FediRadio #1971ACaso #BlackSabbath

