Matteo Salvini dovrebbe sapere che la Repubblica italiana è diventata la quinta potenza industriale mondiale grazie anche ai picchetti operai, agli scioperi e manifestazioni spontanee, ai blocchi del traffico e delle tangenziali da parte dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta.
Senza conflitto e lotta non c’è progresso ed ogni democrazia che sia veramente tale ne riconosce la cittadinanza, non arresta, non denuncia o reprime.
22 Giugno 1946: L’amnistia di Togliatti «
Flavio Rossi Albertini legale di Alfredo Cospito, saluta il suo assistito con una stretta di mano e due baci sulle guance, il direttore del carcere di Sassari/Bancali lo segnala all'Ordine degli Avvocati per eventuali provvedimenti disciplinari
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Cospito, legale lo saluta dopo colloquio: segnalato all’Ordine. Lui: “No a deumanizzazione” «
Il sottosegretario leghista Claudio Durigon, riferendosi allo sciopero dei trasporti della giornata di ieri, annuncia un pacchetto di provvedimenti per attaccare il diritto di sciopero. L’attacco però è a tutto campo e chiama in causa anche lo sciopero dei metalmeccanici e la manifestazione di Bologna della Fiom dove gli operai hanno invaso la tangenziale. Immediata è stata la reazione della Questura che ha preannunciato denunce in base al nuovo decreto sicurezza.
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Sotto attacco il diritto di sciopero e quello a manifestare: in ballo ci sono le libertà di tutti «
Pensavate che la stretta riguardasse solo giovani infervorati, attivisti e militanti accaniti? Invece i primi a farne le spese dell'applicazione del decreto sicurezza sono gli operai, già denunciati dalla polizia
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Quel filo rosso tra pacifismo e dissenso «
A Bologna al corteo dei metalmeccanici i lavoratori bloccano la tangenziale violando il decreto Sicurezza. In diecimila rischiano la denuncia
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«Denunciateci tutti». I metalmeccanici sfidano il decreto sicurezza «
21 giugno 1973, autogrill Cantagallo: la rappresaglia per lo sciopero contro Almirante «
Occupazione (TAZ) Ex Centro Sportivo Cierrebi dal 20 al 23 Giugno in via Marzabotto, 24 a Bologna
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Osservatorio RepressioneMaja T. resta in carcere. Per il giudice «la solidarietà mostrata a MajaT è l'attestazione che è colpevole». Per il tribunale le manifestazioni in favore dell’antifascista, ancora in sciopero della fame, dimostrerebbero che fa parte «di un'organizzazione il cui scopo è commettere reati». Fuori dal tribunale l’ormaiconsueto ritrovo di militanti di estrema destra giunti nella capitale ungherese per intimidire chi le esprime vicinanza
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Maja T. resta in carcere a Budapest «
