Ho trascorso questi ultimi 28 anni nel tuo ricordo. Chiudo gli occhi e ricordo il tuo tocco.
Le tue mani mentre mi sorridi, canzonandomi.
I suoi sguardi severi dinnanzi alla mia sfrenata irriverenza. E la tua voce che mi sussurra all'orecchio — posso prenderti?
Questo dannato Nettuno, croce e delizia del mio vagare su questo piano duale,  che mi fa dimenticare quasi tutto: non mi libera dall'amore fra anime. Lasciandomi con quella  malinconia primordiale, che come da bambina  questo senso di non appartenere a questo mondo mi isolava.