Avevo di che riflettere, era evidente. Ma non mi lasciai abbattere, e non avevo nessuna intenzione di rinunciare a Elisa, a patto che mi consentisse di essere me stesso. Una sola cosa mi preoccupava: che metro aveva Dunn per misurare la sua felicità? In cosa consisteva? Nel fatto che non piangesse più di una volta al mese? Che sembrasse allegra la maggior parte del tempo? Che avesse la lingua tagliente come al solito, a mie spese, tra l'altro?
Era colpa mia, per esempio, come diceva lei, ero troppo duro di comprendonio per capire quello che non capivo? Me ne avrebbe fatto una colpa, Dunn? E così via, finché rinunciai, stanco di pormi domande alle quali non potevo rispondere, non in tutta onestà, per lo meno.
La vera storia del pirata Long John Silver, Bjorn Larsson