Sto guardando il film di “#ミステリと言う勿れ” nonostante non abbia né letto il fumetto né visto il telefilm (quindi potrei perdermi dei riferimenti, vabbè) perché è girato a Okayama e in particolare nella mia amata Villa Nozaki (benché nel film dicano di essere a Hiroshima). È abbastanza carino e standard per i gialli giapponesi, al punto che il protagonista dice «Pare “La famiglia Inugami”!», ma poi al minuto 24:35 citano “Suspiria 2” ovvero il titolo giapponese di “#Profondorosso”, dunque: +100 PUNTI.

Alla fine “#ミステリと言う勿れ” non è stato male: è la chiara filiazione dalla tradizione di Seishi Yokomizo, ma modernizzata. Soffriva di lungaggini e teatralità tipiche di certo cinema giapponese (in particolare l’alternanza fra le battute che non si sovrappongano, così che i personaggi recitino monologhi che tutti gli altri astanti ascoltano zitti e muti e fermi fino all’ultima sillaba), ma alcuni begli aspetti positivi hanno sanato i negativi.

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A ★★★½ review of Don't Call It Mystery: The Movie (2023)

Guardo Mystery to iu nakare senza aver letto il fumetto originale, senza averne visto il telefilm (di cui questo film sembra essere un episodio lungo stand-alone) e senza particolare interesse per il franchise o per il cast, ma solo perché è stato girato in luoghi che conosco e frequento e in cui ho lavorato, in particolare Villa Nozaki a Kurashiki (Okayama) che, insieme con altri luoghi, compone l’enorme magione di fantasia dove si svolge la storia. La trama funziona ed è ben intrecciata, ma i personaggi sono molto meno riusciti: Totonō forse è pensato come personaggio “strano” ma finisce per